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l’opera
del
prim
a
a cura di / by / herausgegeben von
Stefano Chiarandini
poldelmengol’opera del prima
poldelmengo l’opera del prima / the Artwork of Before / das Werk des Vorher
stalla pasqualis Aquileia (Ud)
22 / 09 > 27 / 10 2013
Promosso e organizzato / Promoted and organized / geFÖrdert Und organisiert Comune di Aquileia Fondazione Aquileia Associazione Culturale “Venti d’arte”, Udine
Con la Collaborazione / in Collaboration / in zUsammenarbeit Fondazione Musei Civici di Venezia Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”, Pordenone Fondazione “Ado Furlan”, Spilimbergo Fondazione Concordia 7, Pordenone
Con il sostegno e il PatroCinio / with the sUPPort and Patronage / Regione Friuli Venezia Giulia
mit UnterstÜtzUng Und sChirmherrsChaFt Provincia di Udine Fondazione CRUP Associazione Culturale “don Gilberto Pressacco”, Udine
Con il PatroCinio / with the Patronage / mit der sChirmherrsChaFt Provincia di Pordenone Comune di Pordenone Università degli Studi di Udine Associazione Centro di accoglienza “E. Balducci”, Zugliano (UD)
mostra e Catalogo a CUra / eXhibitions and CatalogUe CUrated / Stefano Chiarandini aUsstellUngs- Und KatalogKUrator
testi / teXts / teXte Italo Furlan, Massimo Poldelmengo, Roberto Tagliaferri, Federico Vercellone
tradUzione / translation / ÜbersetzUng Simonetta Caporale, Chris Gilmour, Christine Pellarini
Coordinamento sCientiFiCo / sPeCialist ConsUltant / wissensChaFtliChe beratUng Alice Collavin
Coordinamento organizzatiVo / organization / organisation Giancarlo Fioretti
allestimento / installation / aUsstellUngsbaU Simone Bernava, Marco Chiopris, Sergio Scabar, Vinica Simonitto
trasPorto / transPort / transPort FAU trasporti, Udine
assiCUrazione / insUranCe / VersiCherUng Assicurazioni Generali, Udine
UFFiCio stamPa / Press oFFiCe / PressebÜro Fondazione Aquileia
reFerenze FotograFiChe / Photo Credits / FotograFien Roberto Montanari pp. 148-149, Massimo Poldelmengo, Sergio Scabar pp. 64-65, 126-127, 132, 139
Progetto graFiCo / graPhiCs / graFiK Ekostudio, Udine
stamPa / Printing / drUCK Poligrafiche San Marco, Cormòns. Agosto 2013
ringraziamenti / aCKnowledgements / danKsagUng Un particolare ringraziamento a Massimo Poldelmengo per il suo fondamentale apporto.
Si ringraziano gli Enti pubblici e i collezionisti privati per aver reso possibile l’iniziativa e tutti coloro che in qualsiasi modo hanno collaborato. Si ringraziano inoltre Francesca Agostinelli, Marco Alberi Auber, Gianluca Baronchelli, Gabriella Belli, Leopoldo Benacchio, Angelo Bertani, Roberta Bignolini, Marco Biscione, Claudio Cattaruzza, Oldino Cernoia, Alessandro Ciriani, Carlo Clocchiatti, Cristiana Compagno, Dino Cuscito, Lionello D’Agostini, Antonio Danin, Massimo De Mattia, Sonia Di Giorgio, Enzo di Grazia, Federica Dini, Pierluigi Di Piazza, Denis Durisotto, Hentus du Toit, Pietro Fontanini, Paolo Fumis, Caterina Furlan, Silvio Fuso, Claudio Gatta, Vania Gransinigh, Roberto Kusterle, Flavia Leonarduzzi, Giovanna Lisa, Rafaella Loffreda, Federica Magrini, Maurizio Marcelli, Tindaro Marullo, Lorenzo Mocchiutti, Paola Peressin, Matteo Piccolo, Daniela Polla, Flavio Pressacco, Isabella Reale, Sofia Rinaldi, Michela Rivenotto, Ugo Scarpa, Ottavio e Piera Sgubin, Laura Solari, Paolo Stefanuto, Alberto Teghil, Annalisa Tonicello, Camillo Tonini, Gianni Torrenti, Silvio Toso, Luigi Tossut, Carmen Trevisan, Maria Francesca Vassallo, Paul Veronese, Angelo Vianello, Licia Zamaro, Margherita Zandigiacomo, Erica Zanon.
Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’Editore. © 2013 Venti d’arte
Indice / Index / Inhalt
Testi/Texts/Texte
I t a lo Fu r lan Alle radici dell’estetica operativa di Poldelmengo .......................................................................... 29
The Roots of Poldelmengo’s Aesthetics ............................................................................................. 32
An den Wurzeln der operativen Ästhetik von Poldelmengo ........................................................... 35
Rober to Tag l i a fe r r i L‘arte come evento temporale ............................................................................................................. 39
Art as a Temporal Event ...................................................................................................................... 43
Die Kunst als zeitliches Ereignis ......................................................................................................... 47
Feder i co Ve rce l lone L’esperienza dell’arte di Massimo Poldelmengo ............................................................................. 53
Massimo Poldelmengo: the Experience of Art ................................................................................. 55
Die Erfahrung der Kunst von Massimo Poldelmengo ...................................................................... 57
Mass imoPolde lmengo L’opera del prima ................................................................................................................................... 61
The Artwork of Before ........................................................................................................................... 62
Das Kunstwerk des Vorher .................................................................................................................... 63
Leopere/Theartworks/DieWerke ................................................. 64
Apparati/References/Referenzen
Catalogo delle opere / Catalogue of the Works / Katalog der Werke ...................................... 128
Biografia ............................................................................................................................................. 133
Biography ........................................................................................................................................... 135
Biografie .............................................................................................................................................. 137
esposizioni / exhibitions / Ausstellungen .................................................................................... 140
Bibliografia / Bibliography / Bibliografie ..................................................................................... 143
Operepubbliche/Publicartworks/ÖffentlicheWerke ........ 148
La mostra che si apre ad Aquileia in stalla Pasqualis, sostenuta dal Comune di Aquileia e
dalla Fondazione Aquileia, è intitolata in modo non casuale “L’opera del prima”, palesando
fin dalla cornice la visione programmatica dell’arte di Poldelmengo.
In un’unica, pregnante espressione si sommano, verrebbe da dire “all’unisono”, tanto il
concetto di preludio, ossia di quel brano musicale che ne anticipa uno piú ampio – o che
per ghiribizzo del musicista diventa breve e perfetta opera unica –, quanto lo scorrere
presocratico, circolare ed eternamente uguale, di un tempo (anche musicale) demiurgo di
opere che sono in realtà frutto delle esperienze passate, del prima.
Alcune sue realizzazioni s’impongono a noi senz’alcuna incertezza o remora, talvolta
prive di ogni inutile filtro narrativo, ma facendo vibrare invece con pochi tratti essenziali
e definitivi l’onda delle piú forti emozioni dell’animo: passione e sconforto, attesa e
appagamento, indifferenza e sbalordimento, odio ed estasi. Un pentagramma pittorico e
materico per il preludio di un grande maestro. Un pentagramma che Poldelmengo con
sommo divertissement finisce talvolta per trasferire anche su carta, affinché il linguaggio,
l’espressione, il proprio tweet creativo giungano a tutti, senza preclusioni; cosí come usa, in
modo apparentemente improprio, l’ intrigante figura del metronomo, quale asse cosmico su
cui costruire il proprio pensiero piú profondo.
Egli infatti, fin dal 1997, persegue con il progetto Axiom l’ innovativa idea che l’espressione
artistica debba essere emancipata dai chiusi recinti delle nostre barriere mentali per
dispiegarsi libera, rotonda nella sua pienezza e nel suo divenire, spaziando da una tecnica
all’altra, non per un approccio falsamente superficiale, bensí per integrare, completare e
sublimare il contenuto del messaggio.
Cosí pure affascinano le sue scale, concepite non per i piedi ma per il cuore, destinate a farci
salire idealmente sui nostri “luoghi dell’anima”, in un sapiente dialogo tra l’io attuale e l’io passato,
senza stridori, senza falsificazioni, bensí segno puro, ermetico, essenziale. O ancora vivido ricordo
delle scale musicali e della salita, rigo per rigo, nota per nota, lungo la gradinata della vita.
Alv iano Sca re lSindaco di Aqui le ia
Presidente del la Fondazione Aqui le ia
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La sua arte inoltre si riverbera giocosa in tutte le tecniche scelte (pittura, installazione,
fotografia), rispettando solo le regole di un personale “ludus”, quale libera espressione di quel
fanciullo che in qualche momento sembra burlarsi di noi, ma che è capace di tali immensità da
toccarci nel profondo, cambiandoci.
Espressione artistica poliedrica e frutto di un sentire estremo che pare interpreti con pochi
tratti, quello che la poesia ermetica riuscí a ottenere con poche “pesanti” parole
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito sera
Salvatore Quasimodo
Poesia del simbolo, arte del simbolo, musica del simbolo.
L’esposizione di Massimo Poldelmengo è questo e qualcosa di piú: se è innegabile che la sua
produzione artistica ci arricchirà interiormente, com’è successo con altre mostre in cui la
nostra città si è aperta all’arte contemporanea, è altrettanto innegabile che le testimonianze
archeologiche di un’ Aquileia, Patrimonio dell’Umanità voluto dall’UNESCO, trasmetteranno alle
sue opere un afflato, un’aura che saranno unici e irripetibili. La storia influenza la nostra vita e
le nostre esperienze in un dialogo senza fine, formativo e stimolante, il quale per un artista del
Friuli, forse piú che altrove, rappresenta quel complesso e straordinario giacimento antropologico
che soltanto una regione di confine può offrire.
È con vivo piacere che accogliamo questa personale, augurandoci che essa possa in futuro
diventare una fonte diretta per l’ispirazione di questo poliedrico e modernissimo artista.
There is nothing casual about the title “The Artwork of Before” for the exhibition held at the stalla
Pasqualis in Aquileia with the support of the Comune di Aquileia and the Fondazione Aquileia.
This title is the first hint of Poldelmengo’s vision of art.
This single, meaningful phrase contains within it two concepts. The first is the idea of a prelude,
the introductory passage of music before a longer work, which may even become a small and
perfectly-formed work in itself, according to the musician’s whim. The second is the circular and
eternally-unchanging pre-Socratic flowing of a demiurgical (or even musical) rhythm of artworks
which are in fact the fruit of an experience from the past: from before.
Some of his creations stand before us without any doubts or uncertainties, sometimes there are no
useless narrative filters, but instead, with only a few essential and definitive gestures, they make the
waves of the strongest emotions of the soul vibrate: passion and despair, anticipation and fulfilment,
indifference and amazement, hate and ecstasy. A painterly and material pentagram as the prelude
of a great maestro. A pentagram that Poldelmengo, with an assured divertissement, manages to
transfer to paper so that the language, expression and his creative tweet reach everyone, leaving
no one excluded. This is just like his – seemingly inappropriate – use of the intriguing motif of the
metronome, as a cosmic axis upon which to construct one’s own deepest thoughts.
Since 1997 he has been working on the Axiom project, an innovative idea that artistic expression
should be emancipated from the locked cages of our mental barriers in order to let it roam
freely, round and full in its development, passing from one technique to another, not for a falsely
superficial approach, but rather so that it should integrate, complete and sublimate the content of
the message.
We can see the same attraction in his ladders, conceived not for the feet but for the heart, intended
to invite us to climb up to the “places of our soul”. They open a masterful dialogue between the
present and the past. There is no clamour or falsification, simply a pure, hermetic and essential
sign. They bring to mind a vivid memory of musical scales and the climb, line by line and note by
note, up the steps of life.
Alv iano Sca re lMayor of the Ci ty of Aqui le ia
President of the Fondazione Aqui le ia
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Furthermore his artwork playfully reverberates in all the techniques he has chosen (painting,
installation and photography), only respecting the rules of his personal “ludus”, that is the free
expression of a child who could at times seem to be making fun of us, but who is capable of such
an intensity that it touches us deeply and changes us.
This is a multi-faceted approach to artistic expression, and is the fruit of an extreme sensibility
which, with a few strokes, is capable of interpreting that which hermetic poetry can achieve with a
few “heavy” words
Everyone stands alone at the heart of the world
pierced by a ray of sunlight
and suddenly it is evening.
Salvatore Quasimodo
Poetry of symbols, art of symbols, music of symbols.
Massimo Poldelmengo’s exhibition is both this and something more. It cannot be denied that his
artistic output enriches us, as has happened with other exhibitions when our city has opened itself
to contemporary art. In the same way the archaeological testimony of Aquileia, a UNESCO world
heritage site, will offer a breath of inspiration and a unique and unrepeatable aura.
History influences our life and our experience in an unending, formative and stimulating dialogue.
For a Friulano artist, perhaps more so than for others, this is the complex and extraordinary
anthropological treasure which only a region on the border can offer.
It is a great pleasure to host this exhibition, and we hope that in the future it may be a source of
inspiration for this most modern and multifaceted artist.
Alv iano Sca re lBürgermeister von Aqui le ia
Präsident der Fondazione Aqui le ia
Die Ausstellung, die wir heute in Aquileia im Stall Pasqualis eröffnen, wird von der Stadt Aquileia und der
Stiftung Aquileia unterstützt. Nicht zufällig nennt sie sich “Das Werk des Vorher”, schon der Rahmen enthüllt
gleich die programmatische Vision der Kunst Poldelmengos.
In einem einzigen eindeutigen Ausdruck summieren sich zwei Konzepte. Das erste könnte man sagen
ist der Auftakt, die einführende Passage einer Musik vor einem längeren Werk, welches ein kleines und
perfekt geformtes Werk in sich selbst werden könnte, ganz nach der Laune des Musikers. Das zweite ist das
kreisförmige und ewig unveränderte vorsokratische Fließen eines schöpferischen (oder sogar musikalischen)
Rhythmus von Werken, die tatsächlich die Frucht einer Erfahrung aus der Vergangenheit sind: aus dem Vorher.
Einige seiner Kreationen stehen ohne Zweifel oder Unsicherheiten vor uns, manchmal gibt es keine unnötigen
Erzählfilter, sondern sie bringen mit nur ein paar wesentlichen und definitiven Gesten die Wellen der stärksten
Emotionen der Seele zum Schwingen: Leidenschaft und Verzweiflung, Erwartung und Erfüllung, Gleichgültigkeit
und Unverständnis, Hass und Ekstase. Dies ist ein malerisches Pentagramm, für den Auftakt zum großen
Meister. Ein Pentagramm, das Poldelmengo mit höchstem Divertissement auf Papier überträgt, indem die
Sprache, Ausdruck und sein kreativer tweet jeden erreicht, so dass niemand ausgeschlossen bleibt. Das ist
genau wie seine scheinbar unangebrachte Verwendung des intriganten Motivs des Metronoms als bedienende,
kosmische Achse, auf der die eigenen tiefsten Gedanken konstruiert werden.
Seit 1997 verfolgt er mit dem Axiom Projekt eine innovative Idee, wobei der künstlerische Ausdruck aus den
Käfigen unserer mentalen Barrieren befreit werden soll, um frei wirken zu können, um sich rund und voll
entfalten zu können in seiner Entwicklung, indem er von einer Technik zur anderen wechselt. Dies tut er nicht für
einen oberflächlichen Ansatz, sondern um den Inhalt der Nachricht zu integrieren, zu ergänzen und zu veredeln.
So faszinieren sogar seine Treppen, die nicht für die Füße konzipiert sind, sondern für das Herz. Sie sind
ausgelegt, um die “Orte unserer Seele” zu erklimmen, in einem sorgfältigen Dialog zwischen dem Selbst der
Gegenwart und dem Selbst der Vergangenheit, ohne zu schreien, ohne Fälschung, sondern durch das reine
Zeichen, hermetisch, unerlässlich. Sie erwecken lebendige Erinnerung an Tonleitern und den Aufstieg, Zeile für
Zeile, Note für Note, auf den Stufen, die das Leben ausmacht.
Seine Kunst hallt auch in allen Techniken, die er gewählt hat, spielerisch nach (Malerei, Installation, Fotografie),
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wobei sie nur die Regeln eines persönlichen “Ludus” respektiert. Wie ein freier Ausdruck des Kindes, das sich
manchmal über uns lustig zu machen scheint, aber das in der Lage ist, uns mit großer Intensität tief zu berühren,
uns zu verändern.
Dies ist ein vielfältiger künstlerischer Ausdruck und das Ergebnis von einem Gefühl extremer Sensibilität,
die mit wenigen Strichen fähig ist, zu interpretieren, was die hermetische Dichtung mit wenigen “schweren”
Worten erreichen kann.
Jeder steht allein auf dem Herz der Erde
durchbohrt von einem Sonnenstrahl
und plötzlich ist es Abend
Salvatore Quasimodo
Poesie des Symbols, Kunst des Symbols, Musik des Symbols.
Die Ausstellung von Massimo Poldelmengo ist dies und noch etwas mehr; es ist unbestreitbar, dass seine
künstlerische Produktion uns innerlich enorm bereichern wird, wie bei anderen Ausstellungen, in denen unsere
Stadt sich für die zeitgenössische Kunst geöffnet hat. Es ist ebenso unbestreitbar, dass die archäologischen
Zeugnisse von Aquileia, dem Weltkulturerbe der UNESCO, seinen Werken eine einzigartige und unwiederholbare
Inspiration und Aura senden werden. Die Geschichte wirkt sich auf unser Leben und unsere Erfahrungen in
einem endlosen, bildenden und herausfordernden Dialog aus. Dies bedeutet für einen friulanischen Künstler,
vielleicht mehr als anderswo, das komplexe und außergewöhnliche anthropologische Feld, das nur eine
Grenzregion übertragen kann.
Wir heißen diese Ausstellung mit großer Freude willkommen, in der Hoffnung, dass diese in der Zukunft eine
Quelle der Inspiration für diesen vielseitigen und ultra-modernen Künstler sein wird.
La Fondazione Aquileia è da sempre impegnata nella valorizzazione dello straordinario patrimonio archeologico
della Città, sito UNESCO dal 1998 e oltre a occuparsi della gestione e manutenzione di aree archeologiche,
promuove attività di ricerca, conservazione e restauro di numerosi siti storici, in collaborazione con importanti
Istituzioni pubbliche. Per dare maggior impulso alla promozione culturale e turistica di Aquileia, inoltre, la
Fondazione è coinvolta nell’organizzazione di eventi e manifestazioni che interessano ambiti e realtà diverse.
L’esposizione POLDELMENGO l’opera del prima rientra a pieno titolo tra gli eventi dedicati alla ricorrenza
dei 1700 anni dall’Editto di Milano (313 d.C.), rivelando molte assonanze tra le antiche vestigia di Aquileia
e le opere dell’artista. Massimo Poldelmengo è considerato dalla critica uno dei maggiori interpreti dell’arte
contemporanea del nostro territorio e ha partecipato anche a numerose rassegne sia in Italia che all’estero.
La sede espositiva prescelta per la manifestazione è stalla Pasqualis, situata sull’antica Julia Augusta,
principale asse viario di collegamento tra la Città e il Noricum. Il visitatore può accedere all’esposizione
attraverso il suggestivo cortile interno dove, tra antichi reperti archeologici di epoca romana, si stagliano le
sculture di Poldelmengo intitolate Crocifissione (2011) e XVI (2012). Al piano terra dell’edificio sono visibili le
opere realizzate dall’artista negli anni Novanta, mentre al piano superiore sono collocati lavori più recenti tra i
quali Due (2013), Incontro (2013) e Casa (2013), creati appositamente per la rassegna aquileiese. Conclude
il percorso espositivo la sala dedicata al ciclo delle opere raffiguranti il “pesce”, simbolo utilizzato anche dalle
prime comunità giudaico-cristiane di Aquileia per rappresentare Cristo.
La manifestazione POLDELMENGO l’opera del prima è il frutto della collaborazione tra importanti Istituzioni
pubbliche e private e dimostra che ad Aquileia, attraverso tali sinergie, si possono promuovere iniziative dai
contenuti culturali di elevato livello.
G iann i F ra t teDiret tore del la Fondazione Aqui le ia
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The Fondazione Aquileia has always been committed to the valorisation of the extraordinary
archaeological heritage of the city, which has been a UNESCO World Heritage Site since 1998. As
well as dealing with the management and maintenance of archaeological areas, the Fondazione also
promotes research, conservation and restoration activities for numerous historical sites in collaboration
with important public bodies. Furthermore, to help energise the promotion of culture and tourism in
Aquileia, the Fondazione organises events and manifestations which range across many different areas.
The exhibition POLDELMENGO l’opera del prima is a perfect event to be included amongst those
celebrating the anniversary of the Edict of Milan (313 A.D.), as there are many correspondences
between the ancient remains of Aquileia and the artist’s work. Massimo Poldelmengo is held by critics
to be one of the most important figures in contemporary art in the local area, and he has participated in
numerous events both in Italy and abroad.
The exhibiting space for this event is the stalla Pasqualis, situated on the ancient Julia Augusta,
which was the main route between the city and Noricum. Visitors enter the exhibition via the
evocative internal courtyard, where Poldelmengo’s sculptures Crocifissione (2011) and XVI (2012)
can be seen alongside the archaeological remains from the Roman era. On the ground floor visitors
will find works the artist made in the 1990’s, and on the floor above there are more recent works
including Due (2013), Incontro (2013) and Casa (2013), created expressly for the exhibition in
Aquileia. The exhibition concludes with a room dedicated to the cycle of works which feature the
“fish”, a symbol also used to represent Christ by the earliest Judaeo-Christian communities in
Aquileia.
The exhibition POLDELMENGO l’opera del prima is the result of the collaboration between major public
and private bodies, and it proves that this synergy is a perfect solution for promoting cultural events of
the highest level here in Aquileia.
G iann i F ra t teDirector of the Fondazione Aqui le ia
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Die Stiftung Aquileia setzt sich seit jeher für die Aufwertung des außerordentlichen archäologischen Erbes der
Stadt ein, die seit 1998 UNESCO-Weltkulturerbe ist. Außer der Verwaltung und Pflege archäologischer Stätten
fördert die Stiftung Forschung, Konservierung und Restaurierung von zahlreichen historischen Stätten, in
Zusammenarbeit mit wichtigen öffentlichen Institutionen. Um die größtmöglichen Impulse für die Förderung
von Kultur und Tourismus in Aquileia zu geben, ist die Stiftung außerdem mit der Organisation von vielerlei
verschiedenartiger Veranstaltungen befasst.
Die Ausstellung POLDELMENGO Das Werk des Vorher ist vollständig Teil der Veranstaltungen zum 1700
Jahrestag des Edikts von Mailand (313 n. Chr.), indem sie viele Ähnlichkeiten und Gleichklänge zwischen
den antiken Ruinen von Aquileia und den Werken des Künstlers enthüllt. Massimo Poldelmengo wird von
den Kritikern als einer der größten Interpreten zeitgenössischer Kunst unserer Region angesehen und hat an
zahlreichen Ausstellungen in Italien und im Ausland teilgenommen.
Der Ort, der für die Veranstaltung gewählt wurde, ist der Stall Pasqualis, der sich auf der alten Römerstraße Julia
Augusta befindet, der wichtigsten Verbindungsstraße zwischen der Stadt und dem Noricum. Der Besucher kann
die Ausstellung über den stimmungsvollen Innenhof betreten, wo zwischen alten archäologischen Funden aus
der Römerzeit auch Skulpturen von Poldelmengo ausgestellt sind: die Kreuzigung (2011) und XVI (2012). Im
Erdgeschoss des Gebäudes können Sie die Werke des Künstlers aus den neunziger Jahren betrachten, während
das Obergeschoss die jüngeren Werke beherbergt, darunter Zwei (2013), Treffen (2013) und Haus (2013), die
eigens für die Ausstellung in Aquileia geschaffen wurden. Den Ausstellungsrundgang beschließt der Saal, der
dem Werkzyklus der “Fisch” Darstellung gewidmet ist. Der Fisch als Symbol wurde auch von den frühen jüdisch-
christlichen Gemeinden von Aquileia verwendet, um Christus zu verkörpern.
Die Ausstellung POLDELMENGO Das Werk des Vorher ist das Ergebnis der Zusammenarbeit zwischen wichtigen
öffentlichen und privaten Einrichtungen und zeigt, dass durch diese Synergien in Aquileia kulturelle Initiativen
von hohem Niveau gefördert werden können.
G iann i F ra t teDirektor der St i f tung Aqui le ia
Ste fano Ch ia rand in iPresidente del l ’Associaz ione Cul tura le “Vent i d ’ar te”
Nel 2013 ricorre il XVII centenario dell’Editto di Costantino e per ricordare questo passaggio epocale
della tarda antichità e del Cristianesimo sono state organizzate in Aquileia, numerose e importanti
manifestazioni. In tale contesto si colloca pure la mostra d’arte intitolata POLDELMENGO l’opera
del prima, realizzata nel cuore di questa straordinaria città, unica al mondo per le sue preziose
testimonianze storiche, artistiche e religiose.
Di primo acchito, l’accostamento fra l’arte contemporanea e le antiche vestigia di Aquileia potrebbe
suscitare nel visitatore stupore e sconcerto, ma tale sensazione scompare immediatamente per
lasciare spazio a una sorta di “simbiosi visiva” incredibilmente suggestiva.
Il tema centrale della rassegna è il tempo. Si tratta, come noto, di un concetto pervasivo da sempre
presente sia nelle scienze esatte, sia in quelle umanistiche. Lo ritroviamo anche nelle opere di Massimo
Poldelmengo, come ad esempio nei lavori intitolati Il tempo di Canova (1992), Sequenze (1994) e nel
ciclo dedicato al “pesce”. Inoltre, il concetto del tempo ha suscitato all’artista profonde e personali
riflessioni espresse nello scritto intitolato L’opera del prima (1996-2010). Una sorta di “filo rosso”
quindi sembra legare i lavori di Poldelmengo ad Aquileia e alle radici del “suo” Cristianesimo.
Le opere selezionate per l’esposizione provengono da collezioni private, da importanti Musei e
Istituzioni del nostro territorio; alcuni lavori, inoltre, sono stati realizzati dall’artista per questa
iniziativa. Significative sono Pietra blu, legno, ferro, marmo (1988), appartenente alla collezione
della Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, e Trittico (1988), di proprietà
dell’artista, entrambe presenti ad Arteveneto 73a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa di Venezia
(1988-89) e nuovamente esposte assieme ad Aquileia.
Poldelmengo, nel creare le sue opere, utilizza abitualmente materiali poveri o di riciclo, come legno,
ferro, rame, pietra, cera d’api e vetro, che, sapientemente assemblati, danno vita a composizioni
stilisticamente “pulite” e dalle forme essenziali; in altri casi, l’artista impiega invece materiali
più “tecnologici” quali acciaio inox, luci al neon, pellicole fotografiche e precisi tagli con il laser
sul ferro, per realizzare sculture e installazioni dalle connotazioni moderne, ma con forti rimandi
alchemici, filosofici ed antropologici.
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Osservando le opere dell’artista, si può però identificare anche l’utilizzo di stilemi iconografici
arcaici che riportano, attraverso un concatenarsi di concetti, a tempi ancestrali e all’essenza
dell’uomo. Un simbolo che ricorre spesso nei lavori di Poldelmengo è quello del “pesce”,
costituito da due linee curve che si uniscono specularmente e che vanno a formare
un’immagine dall’aspetto minimale, carica però di profondi significati. Il pesce – in greco
ichthus, acronimo di Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr – fu, infatti, il simbolo utilizzato dalle prime
comunità giudaico-cristiane per rappresentare Cristo, ed è pure presente negli splendidi
mosaici della quarta campata dell’aula sud della basilica di Aquileia. L’immagine del pesce,
inoltre, compare sovente in un ciclo originale di lavori realizzati dall’artista a partire dal 2010.
Perciò tale simbolo può essere considerato l’“anima” della mostra per la sua “forza” artistica e
per i profondi legami con il Cristianesimo aquileiese.
La rassegna antologica di Massimo Poldelmengo assume per l’Associazione Culturale “Venti
d’arte” connotati di straordinario valore, poiché propone un artista d’indiscusso talento in
ambito nazionale e intende, nello stesso tempo, valorizzare l’arte contemporanea della nostra
regione, che risulta talvolta meno diffusa e compresa.
L’Associazione Culturale “Venti d’arte” ringrazia il Comune di Aquileia e la Fondazione
Aquileia per aver sostenuto la realizzazione dell’iniziativa, con l’augurio che questo possa
essere l’inizio di una proficua e duratura collaborazione.
Ste fano Ch ia rand in iChairman Associaz ione Cul tura le “Vent i d ’ar te”
2013 marks the 17th centenary of the Edict of Milan, and many important events have been
organized in Aquileia to celebrate this landmark for history and for Christianity. The art
exhibition POLDELMENGO the Work of Before is one of these initiatives, held in the heart of this
extraordinary city, with its unique historical, artistic and religious heritage.
At first glance the juxtaposition of contemporary art and the ancient archaeology of Aquileia
might seem surprising or rather bewildering to the viewer, but this initial sensation soon passes,
leaving an absolutely fascinating kind of “visual symbiosis”.
The central theme of the exhibition is the notion of time. This is a pervasive concept, studied
by both science and the humanities. We also find it in Poldelmengo’s works, for example in
Il tempo di Canova (1992), Sequenze (1994) and the “fish” cycle. The concept of time has
also inspired deep personal reflections for the artist, expressed in the text entitled L’opera del
prima (1996-2010). There seems to be a common thread connecting the works of the artist to
the city of Aquileia and the roots of its Christianity.
The works selected for the exhibition have been loaned by private collections, important museums
and local institutions, and a number have been created expressly for this exhibition. Pietra blu,
legno, ferro, marmo (1988), on loan from the collection of the Galleria Internazionale d’Arte
Moderna Ca’ Pesaro in Venice and Trittico (1988) owned by the artist, are both significant
works, previously exhibited at the 73rd edition of Arteveneto at the Galleria Bevilacqua La Masa
Foundation in Venice (1988-89) and brought together again for this exhibition in Aquileia.
Massimo Poldelmengo often uses simple or recycled materials to make his works, such as
wood, iron, copper, stone, beeswax and glass. He skilfully assembles these materials to create
very “clean” and essential compositions. At other times the artist uses more technological
materials such as stainless steel, neon lights, photographic film and precise laser cuts on iron.
With these he creates sculptures and installations which are absolutely modern but which at
the same time are powerfully evocative of alchemy, philosophy and anthropology.
However, when we look at the artist’s work, we can also observe the use of archaic iconographic
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stylistic element which lead us through a series of conceptual links all the way back to ancient
times and the essence of mankind. A symbol which often recurs in Poldelmengo’s work is that of
the “fish”, created through the union of two opposing curved lines. This is a minimalistic symbol,
but one which is charged with profound meaning.
The “fish” – in Greek ichthus, an acronym for Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr – was the symbol
used by the earliest Judaeo-Christian communities to represent Christ, and can be found in the
remarkable mosaic in the fourth bay in the southern wing of the Basilica in Aquileia. Furthermore
the image of the “fish” often appears in a cycle of artworks the artist has been working on since
2010, and could be considered to be the “heart” of this exhibition, both for its artistic “power”
and for the deep links with Christianity in Aquileia.
This retrospective exhibition of Massimo Poldelmengo’s work is a tremendously important event
for the Associazione Culturale “Venti d’arte”. The exhibition highlights a remarkably talented
artist, and at the same time seeks to promote contemporary art from the local area, which at
times struggles to be understood.
The Associazione Culturale “Venti d’arte” would like to thank the Comune di Aquileia and the
Fondazione Aquileia for their invaluable support in creating this event, and we hope that this is
just the start of a fruitful and long lasting collaboration.
Ste fano Ch ia rand in iPräsident des Kul turvereins “Vent i d ‘ar te”
In diesem Jahr jährt sich der Jahrestag des Edikts von Konstantin zum siebzehnhundertsten Mal.
Um dem epochalen Übergang von der Antike zum Christentum zu gedenken, wurden in Aquileia
viele wichtige Ereignisse organisiert. In diesem Zusammenhang haben wir auch die Ausstellung
POLDELMENGO Das Kunstwerk des Vorher organisiert, im Herzen dieser außergewöhnlichen Stadt, die
einzigartig in der Welt für ihre wertvollen historischen, künstlerischen und religiösen Zeugnisse ist.
Auf den ersten Blick kann die Kombination von zeitgenössischer Kunst und den antiken Ruinen von
Aquileia den Besucher in Erstaunen versetzen, aber dieses Gefühl weicht schnell einer Art unglaublich
eindrucksvoller “visueller Symbiose”.
Das zentrale Thema der Ausstellung ist die Zeit. Wie bekannt ist, handelt es sich um ein
allgegenwärtiges Konzept, das seit jeher in der Naturwissenschaft und den Geisteswissenschaften
präsent ist. Wir finden dies auch in den Werken von Massimo Poldelmengo, wie zum Beispiel in
den Arbeiten Die Zeit von Canova (1992), Sequenzen (1994), und in dem Zyklus, der dem “Fisch”
gewidmet ist. Außerdem hat das Konzept der Zeit tiefe persönliche Reflektionen im Künstler verursacht,
ausgedrückt in seinem Skript “Das Werk des Vorher” (1996-2010). Eine Art hypothetischer “roter
Faden” verbindet die Arbeiten des Künstlers in Aquileia und die Wurzeln seines Christentums.
Die Arbeiten, die für die Ausstellung ausgewählt wurden, kommen aus privaten Sammlungen und
aus wichtigen Museen und Institutionen unseres Landes. Einige Werke wurden von dem Künstler
speziell für die Initiative erstellt. Bedeutend sind die Werke Blau, Stein, Holz, Eisen, Marmor
(1988) aus der Sammlung der Galleria Internazionale d‘Arte Moderna Ca’ Pesaro in Venedig und
Triptychon (1988) aus dem Eigentum des Künstlers, die beide bereits in der Gruppenausstellung
Arteveneto 73a Bevilacqua La Masa in Venedig (1988-1989) gezeigt wurden und jetzt wieder
zusammen in Aquileia ausgestellt werden.
Massimo Poldelmengo benutzt bei der Schaffung seiner Werke in der Regel einfache oder recycelte
Materialien wie Holz, Eisen, Kupfer, Stein, Glas und Bienenwachs, fachgerecht zusammengesetzt.
Dadurch erschafft er stilistisch “saubere” Werke von essentieller Form. In anderen Werken benutzt
der Künstler eher “technologische” Materialien wie Edelstahl, Neonlicht, Filmrollen und präzise
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Laserschnitte auf Eisen, mit denen er moderne Skulpturen und Installationen schafft, die dennoch
starke alchemistische, philosophische und anthropologische Referenzen aufweisen.
Wenn man die Werke des Künstlers betrachtet kann man feststellen, dass er auch archaische,
ikonographische Stile verwendet. Hiermit verweist er durch eine Anreihung verschiedener
Konzepte auf uralte Zeiten und das Wesen des Menschen. Ein Symbol, das häufig in den Werken
von Poldelmengo auftaucht, ist der “Fisch”, der aus zwei Linien gebildet wird, die spiegelbildlich
zusammenlaufen. Es wird so ein Bild von minimaler Gestalt aber tiefer Bedeutung geschaffen.
Der “Fisch” – im Griechischen ichthus, das für Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr – steht, wurde
in der Tat als Symbol der frühen jüdisch-christlichen Gemeinschaft verwendet, um Christus
darzustellen und ist auch in den herrlichen Mosaiken des vierten Bogens des südlichen Raumes
der Basilika von Aquileia zu sehen. Das Bild des “Fisches” taucht außerdem seit dem Jahr 2010
häufig in einem originellen Zyklus von Arbeiten des Künstlers auf. Es kann daher wegen seiner
künstlerischen “Kraft” und der tiefen Verbindungen zu dem Christentum Aquileias als die “Seele”
der Ausstellung angesehen werden.
Die Retrospektive von Massimo Poldelmengo ist für den Kulturverein “Venti d’arte” von
außergewöhnlicher Bedeutung, da sie einen Künstler von unbestrittenem Talent und nationaler
Bekanntheit zeigt und gleichzeitig die zeitgenössische Kunst in unserer Region fördern will, die
manchmal weniger verbreitet oder verstanden wird.
Der Kulturverein “Venti d‘arte” möchte der Stadt Aquileia und der Stiftung Aquileia für die
Unterstützung bei der Umsetzung der Initiative danken, mit der Hoffnung, dass dies der Beginn einer
fruchtbaren und dauerhaften Zusammenarbeit ist.
I taloFurlan
RobertoTagliaferr i
FedericoVercellone
MassimoPoldelmengo
Testi / Texts / Texte
Alle radici dell’estetica operativa di PoldelmengoI t a lo Fu r lan
L’anno in cui Poldelmengo si diploma all’Accademia
di Belle Arti di Venezia è il 1989. Siamo in una fase
successiva all’irruzione della Pop Art nel 1964 e alla
circolazione d’idee e linguaggi dell’espressionismo
astratto, che aveva imposto la nozione d’arte come
presentazione d’esperienza e luogo d’azione.
Contemporanea, invece, nasceva in quell’anno la
Transavanguardia, promossa da Bonito Oliva: corrente
basata su un linguaggio neoespressionista figurativo
di tendenze “nomadistiche”, che recuperava
figurazione, narrazione e citazionismo.
Nel ventennio precedente, in vari momenti e per
opera di artisti diversi (restano prioritari i riferimenti
a Lucio Fontana, Alberto Burri e Piero Manzoni),
erano giunte a maturazione le autonome ricerche
dell’Arte Povera italiana, via via differenziatasi dagli
approcci minimalistici e concettuali delle avanguardie
americane, con le quali peraltro essa condivideva non
molte sostanziali analogie formali. L’attività dei nuovi
artisti si accompagnava alle riflessioni critiche di
Carla Lonzi, Filiberto Menna, Giovanni Lista, Germano
Celant, con l’appoggio di galleristi illuminati.
L’Arte Povera italiana attivava un nuovo rapporto
con lo spazio ambientale e sociale, transitando
dalla contemplazione al pragmatismo dell’azione
artistica, evidenziando i dati sensibili e il contatto
percettivo nell’esperienza; restituiva l’emergere fisico
dei materiali e degli oggetti, ponendo particolare
attenzione al trattamento artigianale degli stessi.
I principali artisti, da Luciano Fabro a Giuseppe
Penone, da Pino Pascali a Jannis Kounellis, da Giulio
Paolini a Michelangelo Pistoletto e altri, utilizzano,
inoltre, ed esperimentano nuovi materiali tecnologici.
In questo clima innovativo mi sembra s’inseriscano,
fin dagli inizi, l’interesse e le tendenze linguistiche
di Massimo Poldelmengo.
Le ricerche sulle transizioni energetiche di Gilberto
Zorio con i raggi laser, di Giovanni Anselmo con
i contrasti fra materiali (pensiamo, per esempio,
all’opera di granito e lattuga), di Pistoletto con
l’utilizzo del plexiglass, eccetera, non rimangono
estranee al giovane artista. Sono suggestioni che
illuminano semmai il suo bagaglio tecnico e ampliano
il suo orizzonte visivo, ricco di tecniche miste
(impiego di pellicole fotografiche e del neon, di vetro
e del legno, di cera e carta, di ferro, mattoni e altro),
elementi tutti che stimolano idee e suggerimenti
performanti di varia natura. Ne derivano installazioni
disposte in situ e in relazione all’ambiente, che
esaltano la potenzialità comunicativa dei diversi
materiali e richiedono l’adesione emotiva del fruitore.
Sono realizzazioni che necessitano di spazi e di
comunità partecipativa.
Le sequenze di pannelli quadrangolari a terra o
sospesi, le steli e gli organismi verticali, i totem
mostrano affinità con elementi del repertorio
lessicale dell’Arte Povera in genere e in soluzioni
esperimentate in particolare da Kounellis.
I Contenitori temporali (1995) disposti a terra o XVI
(2012), la grande placca quadrata a numeri romani
(memori delle serie di Fibonacci di Mario Merz),
collocata a Pordenone in piazza della Motta, ad
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esempio, sono quasi una ripetizione dell’installazione
a pannelli quadrangolari emergenti su basi di sacchi
di carbone, presentati ad Amburgo nel 1995 da
Kounellis, e di altre sue installazioni. Parlo di affinità,
s’intende, non di derivazioni: che in ogni caso
attestano la vicinanza di Poldelmengo per sensibilità
formale ai fatti piú clamorosi offerti dalla ricerca
contemporanea italiana degli ultimi decenni.
La serie Frammenti di segno, dei quali vediamo
esposta Curva del tempo (1994), si propone come
autonoma sequenza di spartiti grafici, vitalizzati
dal carattere degli impromptus e delle notazioni
musicali. Dinamici e tesi nel contrasto fra colori base
ricorrenti (rosso, giallo e nero), a tratto o a campiture,
questi fogli appaiono embrioni di tematiche che
si concretizzano in seguito in lavori maggiori: cosí
avviene per Curva del tempo (1994), Trottola (2004),
Magic war (2004), Volo (2004), dipanati fra poli
d’infantile candore e di violenza gestuale. Lo stesso
Poldelmengo ha scritto che l’Opera «può essere
concentrata in un solo segno», unificante. Mi sembra
allora giusto affermare che tali lavori si sottraggono
a uno “stile” volutamente unico o caratterizzante:
contrastando tale nozione, essi offrono una continua
e aperta “differenziazione” contro l’uniformità
schematica di un progetto.
Un’osservazione va avanzata sulla natura e sulla
funzione dei materiali, apparentemente disomogenei,
che Poldelmengo presenta dagli esordi: il mattone
rugoso, il ferro e il legno, dalla pelle grezza, acidata
o arrugginita, combinati con vetro, acqua, pellicole e
neon. Il greve e l’etereo, il peso e la trasparenza sono
sempre muniti della carica di un “vissuto”, di una
storia che non si fa prerogativa esclusiva dell’uno o
dell’altro elemento, ma si afferma come “segno del
tempo”, esterno e interno all’opera.
Da sempre la luce, come metafora, attinge a
significati religiosi, escatologici. Le nervature
illuminate che nei lavori dell’artista ascendono
parallelamente alle strutture rigide, le scale intese
come ascesa spirituale (da secoli sono presenti in
campo artistico i riferimenti alla scala di Giacobbe
o a quella di Giovanni Climaco) non vanno, credo,
interpretate come simboli di esclusiva valenza
religiosa. La scala curvata collega due superfici,
quella a terra e quella a parete con una linea che,
come ha spiegato Albert Einstein, è la piú breve
anche se apparentemente non rettilinea: si tratta,
dunque, dell’applicazione di un dato formale.
«Curva del tempo» è la scritta apposta da
Poldelmengo su un disegno, indicazione ripresa
nell’interessante idea della scala curva lignea, ideata
per prima. Necessitata nella struttura dalla forma
assunta dall’albero nel suo crescere sul pendio,
fu cosí voluta dall’artista, che appare memore de
Il tempo palpabile di Giuseppe Penone. Insisterei
meno, come s’è visto considerando la presenza di
sette pioli o il possibile affiancamento a tre delle
scale, sull’opportunità di una lettura alchemica o
trinitaria.
Altrettanto si dica per i lavori con la figura del pesce
(presente negli affreschi delle catacombe dall’età
paleocristiana; nome le cui lettere greche iniziali
compendiano la scritta “Gesù Cristo figlio di Dio
Salvatore”), concepita per il corredo liturgico del
complesso del Sacro Cuore di Baragalla di Reggio
Emilia. Certamente eleganti nella semplificazione
formale, L’opera del prima (2010) o Crocifissione
(2011) non risultano, forse, altrettanto pregnanti di
carica mistica. Piú convincente e creativo è l’effetto
spaziale complessivo dell’edificio chiesastico, che
i singoli elementi dell’area battesimale (con fonte e
cupola, vetrate e il taglio luminoso verticale, le piastre
con pesci alle pareti, eccetera) mettono in forma,
armonizzandosi cromaticamente l’uno con l’altro con
misurati richiami.
Vorrei inoltre sottolineare come il lavoro di Poldelmengo
sia privo di riferimenti politici: sua preoccupazione
costante è quella di piegare la contingenza degli eventi
nell’osmosi fra arte e vita, e viceversa.
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La dimensione temporale resta di fondamentale
significato nell’opera dell’artista. Dal Trittico
(1988) ai successivi Il tempo di Canova (1992),
Sequenze (1994), Metronomo (1995) e Dittico
(1998), l’elaborazione dei mezzi linguistici si snoda
nella dialettica fra i momenti creativi del prima e
del dopo, in una «successione spazio-temporale
dinamica», seguendo il dettato espresso dallo stesso
Poldelmengo: «L’opera contiene e annulla il tempo
della sua creazione».
Il Concettuale, l’Arte Povera o altre incombenze
ideologiche, in ogni caso rivisitati con occhi
nuovi, non impongono una dieta o un digiuno agli
stimoli della sollecitazione mentale o materiale di
Poldelmengo, che si armonizza sincronicamente con
il farsi dell’opera e dunque non risulta servile a rigidi
inquadramenti. Certamente vengono privilegiati il
processo mentale e l’idea che presiedono all’opera,
realizzata successivamente attraverso l’accurata
manipolazione dei materiali. Il mondo artistico
di Poldelmengo risulta cosí un campo di forza
che accoglie la presenza totale dell’espressività
dell’artista.
Il “registro linguistico” di quest’ultimo annota
soluzioni strutturate in maniera architettonica:
andamenti rettilinei, geometrizzanti, costruzioni a
volumi pieni inframmezzati da vuoti, animate lungo le
strutture da salienti fasci luminosi di luce, epifaniche
rivelazioni. Nessuna indulgenza è rivolta a suggestioni
“barocche”, arzigogolate, insistite nella curvatura
o nella complicazione degli elementi. Si osserva
piuttosto la propensione verso una “teatralizzazione”
dello spazio vitale.
Non posso negare, in conclusione, che il lavoro di
Poldelmengo rientri ancora, latamente, nel mondo
dell’Arte Povera e del Concettuale. Ma si tratta
di un “concettuale” post anni Novanta, di altra
poliedricità rispetto al movimento storico. L’attuale
ridiscutere le prospettive dell’arte come idea, la nuova
sperimentazione delle risorse del produrre umano
nell’era della mondializzazione aprono un’allargata
rete di eventi e problematiche dentro le quali si
sviluppano le contemporanee ricerche in itinere.
Disinteressandosi a riesumate pratiche d’arte
tradizionali anche recenti, Poldelmengo persegue
una sperimentazione estetica che tiene conto dei
nuovi strumenti di lavoro (neotecnologici, eccetera)
nell’immagine cosí come nella scrittura, nella
comunicazione e nella spazialità, evitando tuttavia
un loro sottoimpiego che in non pochi artisti d’oggi
è soltanto sostitutivo di mezzi vecchi e di obsolete
poetiche.
In questa piú imminente prospettiva vanno collocati
l’operare di Massimo Poldelmengo e il suo linguaggio
ricco di strategie, mezzi e appropriazioni, per il quale
ritengo superflua l’opportunità di ricercare ulteriori
raffronti e parallele genealogie. Mi sembra semmai
piú fruttuoso disporsi a riconoscere e a godere delle
realtà discrete celate nelle sue singolari proposte.
The roots of Poldelmengo’s aesthetics.I t a lo Fu r lan
Poldelmengo graduated from the Accademia di
Belle Arti in Venice in 1989. This period comes
after the eruption of Pop Art in 1964 and the
diffusion of the ideas and languages of abstract
expressionism, establishing the concept that
art could present experiences and be a place of
action. The Transavantgarde started at the same
time, a current promoted by the critic Bonito Oliva.
This was based on a neo-expressionist figurative
language with a “nomadic” tendency and revisited
narration, figurative and Appropriation Art.
In the twenty years before that, the autonomous
research of Arte Povera had been brought to
maturity at different times and by different artists
(notably by precursors such as Lucio Fontana,
Alberto Burri and Piero Manzoni), gradually
moving away from the minimalist and conceptual
approaches of the American avant-gardes with
which it shared only slight formal similarities.
The work of these new artists was accompanied by
the critical analysis of Carla Lonzi, Filiberto Menna,
Giovanni Lista and Germano Celant, and it was
supported by a number of far-sighted gallerists.
Arte Povera had initiated a new relationship with
social and environmental spaces, shifting from
contemplative to pragmatic artistic action.
It highlighted the perceivable data and the
perceptive contact in the experience, and once
again focussed attention on the physical nature of
materials and objects, and in particular on their
craftsmanship.
The key artists, such as Luciano Fabro, Giuseppe
Penone, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Giulio
Paolini and Michelangelo Pistoletto used and
experimented with new, technological materials.
It seems to me that the roots of Massimo
Poldelmengo’s research have grown out of this
innovative climate, colouring his linguistic interests
and direction.
Gilberto Zorio’s research into energy transition
through laser beams, Giovanni Anselmo’s work
with material contrasts (think for example of his
work with granite and lettuce), Pistoletto’s use
of Plexiglas and many other examples are well
known to the young artist. All these ideas have
illuminated his technical expertise, and widened
his range of techniques and his visual horizon
(think of his use of photographic film and neon,
glass and wood, wax and paper, iron, bricks
and more); all these elements stimulate a range
of different practical ideas and inspirations.
The works that emerge are in situ installations
that relate to their environment, enhancing the
communicative power of the different materials
and demanding the emotional involvement of the
viewers. These works require the participation of
the public and the space.
The sequences of square panels, on the ground
or suspended, the stelae and the vertical
organisms, and the totems all have similarities
with the lexicon of Arte Povera in general and
some of Kounellis’ solutions in particular. Some
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of Poldelmengo’s works are strongly reminiscent
of works by Kounellis, for example the elements
arranged on the floor in Contenitori temporali
(1995) or XVI (2012), where a large square plaque
inscribed with roman numerals brings to mind
Mario Merz’s Fibonacci series. This work, which
was exhibited in Pordenone in Piazza della Motta,
is almost an exact repetition of Kounellis’ 1995
Hamburg installation of square panels emerging
from coal sacks. The relationship is one of
kinship, of course, and not of derivation, and at
any rate testifies to the affinity of Poldelmengo’s
formal sensibility with some of the most
remarkable events of Italian contemporary artistic
research of recent decades.
The series Frammenti di segno, represented
here by the work Curva del tempo (1994), is an
autonomous series of graphic, musical scores,
enlivened by impromptus and musical notations.
Dynamic, with a tension between recurring basic
colours (red, yellow and black) which are traced
out or in blocks of colour, these paper sheets
seem to contain the embryonic form of themes
that will be realized later in more ambitious
works. This is true of Curva del tempo (1994),
Trottola (2004), Magic war (2004), Volo (2004),
which encompass child-like innocence and
gestural violence. Poldelmengo himself wrote that
the Artwork «can be concentrated into a single
[unifying] mark». It could therefore be argued
that these works avoid a deliberately single,
characterising “style”. By rejecting that notion,
these works can offer us an open and continuous
“differentiation” in contrast to the schematic
uniformity of the project.
It is important to note the nature and function of
the (only seemingly) heterogeneous materials that
Poldelmengo has exhibited since the start: coarse
bricks, iron and wood with a rough surface, rusted
or treated with acid, combined with glass, water,
film and neon. The heavy and the ethereal, the
weighty and the transparent: they always carry
the load of experience, a history that isn’t the
exclusive prerogative of one element or the other,
but rather exists as a “sign of time”, inside or
outside the artwork.
Light, in its metaphorical sense, has always
drawn on the eschatological and religious.
Sinews of light ascend in the artist’s work,
parallel to the solid structures; ladders imply
spiritual ascent (for centuries there have been
artistic references to the ladders of Job or
John Climacus). However they should not be
considered as mere religious symbols. A curved
ladder connects two surfaces: the ground and
the wall, with the shortest possible line, as Albert
Einstein explained, even though it is apparently
not rectilinear. It is the application of a known
fact. Poldelmengo wrote on a drawing «Curva
del tempo» (Curve of time), and this is the
same idea as the earlier work of a curved ladder
leaning against a wall.
The curved structure is the result of the shape
taken by a tree growing on a slope, which is how
the artist wanted it, seemingly remembering
Giuseppe Penone’s Il tempo palpabile. I am
rather less inclined to dwell on a possible reading
related to alchemy or the trinity, as has happened
before, considering the presence of seven rungs
or the possibility of the three ladders being
presented together.
The same can be said about the works with the
figure of a fish, a symbol which can be found in
early Christian catacom bs: the Greek initial letters
of that name are a compendium of the expression
“Jesus Christ, God’s Son, Saviour”. One such work
was conceived for the liturgical furnishings for the
church complex of Sacro Cuore in Baragalla in Reggio
Emilia. Although they are elegant in their formal
simplification, neither L’opera del prima (2010) nor
Crocifissione (2011) are as mystical. The overall
spatial effect of the church is more convincing and
creative. The single elements of the baptismal area:
the font, the dome, the stained glass, the luminous
vertical slot and the plaques with fish on the walls are
shaped so as to chromatically harmonise with one
another with a finely measured rapport.
I would further like to underline that Poldelmengo’s
work is free from political references: his constant
concern is that of moulding the contingent nature
of events in the osmosis between art and life and
vice versa.
The temporal aspect continues to be of great
importance in the artist’s work. In Trittico (1988)
and later Il tempo di Canova (1992), Sequenze
(1994), Metronomo (1995) and Dittico (1998) the
linguistic development unfolds in the dialectics
between the creative times of before and after, a
«dynamic space-time sequence». In Poldelmengo’s
own words: «the artwork contains and cancels out
the time of its creation».
Conceptual Art, Arte Povera and other ideological
chores, albeit revisited with fresh eyes, do not
starve Poldelmengo of mental or material stimuli,
which are in harmony with the making of the
artwork and thus not restrained by any rigid
framework. The mental process and the idea
behind the artwork are privileged, and the work is
then created through the accurate manipulation
of the materials. Poldelmengo’s artistic world is a
force-field that encompasses the total presence of
the artist’s expressivity.
His linguistic register notes down structural
solutions in an architectural manner: straight lines,
geometries, full volumes alternating with voids,
salient beams of light animate the structures, like
epiphanic revelations. There is no concession to
baroque influences, with convolutions, curves
and complication of the elements. Rather we are
witnessing the theatrical staging of living spaces.
It cannot be denied that Poldelmengo’s work
in part still belongs to the word of Arte Povera
and Conceptual art. It is, however, a post 1990’s
“conceptual”, more multi-faceted compared to
the initial movement. The current reconsideration
of art’s prospects as an idea and the new
experimentation of the resources of human
production in the era of globalisation, open up a
wider network of events and issues within which
on-going contemporary research is developing.
Poldelmengo isn’t interested in resuming traditional
art practices, even recent ones. Rather, in his
images, writings, communication and spatial
aspects he pursues an experimental aesthetic
practice that takes into account new tools and
technologies. All too often contemporary artists
underuse such tools, considering them to be simply
substitutes for old techniques and obsolete poetics.
Massimo Poldelmengo’s artistic work should be
framed in this imminent and pressing perspective
with its language full of strategies, techniques and
appropriations. I believe it would be superfluous
to look for further comparisons and parallel
genealogies. I think it would perhaps be more
beneficial to seek to recognize and enjoy the subtle
realities hidden inside his remarkable works.
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An den Wurzeln der operativen Ästhetik von PoldelmengoI t a lo Fu r lan
Das Jahr, in dem Poldelmengo die Akademie der Bildenden
Künste in Venedig abschließt, ist 1989. Wir sind in einer
Folgephase des Einbruchs der Pop Art im Jahr 1964 und
der Zirkulation von Ideen und Sprache des abstrakten
Expressionismus, der den Begriff der Kunst als Präsentation
der Erfahrung und Ort des Geschehens einführte. Zeitgleich
wurde in diesem Jahr die Transavantgarde geboren, die
von Bonito Oliva gefördert wurde: eine Strömung, die
auf einer neo-expressionistisch figurativen Sprache mit
“nomadistischen” Tendenzen basiert und die Darstellung,
Erzählung und Appropriation Art wiederfindet.
In den vorhergehenden zwei Jahrzehnten war zu
verschiedenen Zeiten und durch verschiedene Künstler
(Priorität bleiben die Verweise auf Lucio Fontana, Piero
Manzoni und Alberto Burri) die autonome Suche der
italienischen Arte Povera gereift, die sich allmählich von
den minimalistischen und konzeptuellen Ansätzen der
amerikanischen Avantgarde unterschied, mit der sie
aber nur wenige wesentliche formale Analogien gemein
hatte. Die Aktivität der neuen Künstler wurde durch
kritische Reflektionen von Lonzi, Filiberto Menna, John
List, Germano Celant begleitet, mit der Unterstützung
erleuchteter Galeristen.
Die italienische Arte Povera aktivierte eine neue Beziehung
mit der Umwelt und dem sozialen Raum, indem sie von der
Betrachtung zum Pragmatismus der künstlerischen Aktion
übergeht, dabei hebt sie die empfindlichen Daten und den
wahrnehmbaren Kontakt in der Erfahrung hervor. Die Arte
Povera erwiderte die physische Entstehung der Materialien
und Gegenstände, indem sie besonderes Augenmerk auf die
künstlerische Behandlung derselben legte.
Die wichtigsten Künstler, von Luciano Fabro zu Giuseppe
Penone, von Pino Pascali bis Jannis Kounellis, von Giulio
Paolini zu Michelangelo Pistoletto und anderen, benutzen
und experimentieren zusätzlich mit neuen technologischen
Materialien.
In dieses Klima der Innovation scheint mir, reihen sich von
Anfang an das Interesse und die sprachlichen Tendenzen
von Massimo Poldelmengo ein.
Die Forschung über energetische Übergänge von Gilberto
Zorio mit Laserstrahlen, von Giovanni Anselmo mit
Gegensätzen zwischen den Materialien (man denke zum
Beispiel an das Werk aus Granit und Salat), von Pistoletto
mit der Verwendung von Plexiglas usw., bleiben dem
jungen Künstler nicht fremd. Dies sind Vorschläge, die
seine technische Expertise erleuchten und seinen visuellen
Horizont erweitern, der reich an gemischten Techniken ist
(Verwendung von fotografischen Filmen und Neon, Glas
und Holz, Wachs und Papier, Eisen, Ziegel und anderem).
All diese Elemente stimulieren Ideen und Anregungen
verschiedener Natur. Das Ergebnis sind Installationen,
die am Platz und im Verhältnis zu der Umgebung
angeordnet sind, die die kommunikativen Möglichkeiten
der unterschiedlichen Materialien hervorheben und die
emotionale Beteiligung des Betrachters erfordern. Es sind
Werke, die Platz und die Beteiligung der Gemeinschaft
verlangen.
Die Sequenzen der liegenden oder hängenden rechteckigen
Platten, die senkrechten Stelen und vertikalen Organismen,
die Totems zeigen Affinität mit Elementen des lexikalischen
Repertoires der Arte Povera im Allgemeinen und in
experimentellen Lösungen von Kounellis im Besonderen.
Die Contenitori temporali (1995) – Temporäre Container –,
die auf dem Boden verteilt sind, oder XVI (2012), die große
quadratische Platte mit römischen Zahlen (Erinnerung an
die Fibonacci Serie von Mario Merz), die in Pordenone
auf der Piazza della Motta installiert ist, sind z.B. fast eine
Wiederholung der Installation von viereckigen Platten auf
einer Basis aus Kohlesäcken, die Kounellis in Hamburg
1995 präsentierte, und von anderen seiner Installationen.
Ich spreche von Affinitäten, nicht von Derivation: In jedem
Fall bezeugen sie die Nähe Poldelmengos zu formeller
Empfindsamkeit für Aufsehen erregende Fakten, die von
der zeitgenössischen italienischen Forschung in den letzten
Jahrzehnten angeboten wurde.
Die Serie Frammenti di segno – Fragmente von Zeichen –,
von der wir die Curva del tempo (1994) – Zeit-Kurve –
ausgestellt sehen, wird als eine unabhängige Folge von
grafischen Partituren vorgeschlagen, die vom Charakter der
Impromptus und musikalischen Notationen belebt wird.
Dynamisch und angespannt im Kontrast zwischen den
wiederkehrenden Basisfarben (rot, gelb und schwarz) als
Abschnitt oder Grundierung, erscheinen uns diese Blätter
als die embryonale Form von Themen, die sich in der Folge
in wichtigeren Arbeiten konkretisieren: So geschieht dies
in Curva del tempo (1994) – Zeit-Kurve –, Trottola (2004) –
Kreisel –, Magic war (2004) – Magischer Krieg –,
Volo (2004) – Flug –, abgespult zwischen den Polen
kindlicher Unschuld und Gesten der Gewalt. Derselbe
Poldelmengo schrieb, dass das Kunstwerk «in einem
einzigen [vereinenden] Zeichen konzentriert werden kann».
Mir scheint es daher fair zu sagen, dass solche Arbeiten frei
von einem absichtlich einheitlichen oder charakterisierenden
“Stil” sind: indem sie diese Vorstellung bekämpfen, bieten
sie eine kontinuierliche und offene “Differenzierung” gegen
die schematische Gleichförmigkeit eines Projekts.
Eine Bemerkung sollte auf die Art und Funktion der
scheinbar disparaten Materialien fallen, welche Poldelmengo
an den Anfang stellt: den rauhen Backstein, Eisen und Holz,
von roher, geätzter oder rostiger Oberfläche, kombiniert
mit Glas, Wasser, Filmen und Neon. Die Schwere und
das Ätherische, Gewicht und Transparenz sind immer mit
einer “gelebten” Geschichte verbunden, die nicht das
ausschließliche Vorrecht des einen oder anderen Elements
vorweist, aber das sich als “Zeichen der Zeit” erklärt, im
Außen- und Innenleben des Werks.
Seit jeher steht das Licht als Metapher für religiöse,
eschatologische Bedeutungen. Die erleuchteten Äderungen,
die in den Werken des Künstlers parallel zu den starren
Strukturen aufsteigen; die Treppen, die als spiritueller
Aufstieg verstanden werden (seit Jahrhunderten sind im
künstlerischen Bereich die Referenzen zur Leiter Jakobs
oder Johannes Klimakus’ präsent), sollen nicht, denke
ich, als Symbole mit ausschließlich religiöser Bedeutung
interpretiert werden. Die gekrümmte Treppe verbindet zwei
Oberflächen, eine auf dem Boden und eine an der Wand
mittels einer Linie, die, wie Albert Einstein erklärte, die
kürzest mögliche aber offenbar nicht gerade ist: es handelt
sich also um das Anlegen einer formalen Angabe. «Curva del
tempo» – «Zeitkurve» – ist die spezielle Schrift Poldelmengos
auf einer Zeichnung, welche die interessante Idee der
in einem früheren Werk entwickelten geschwungenen
Holztreppe wieder aufnimmt. In der gekrümmten Struktur
wird die Form des Baumes benutzt, der am Hang wächst,
so von dem Künstler gewollt, als Gedenken an Il tempo
palpabile – Die greifbare Zeit – von Giuseppe Penone. Ich
würde weniger auf der Möglichkeit einer auf Alchemie oder
Trinität bezogenen Lesart bestehen, wie man angesichts
der Anwesenheit von sieben Sprossen oder dem möglichen
Zusammenspiel von drei Treppen meinen könnte.
Das gleiche gilt für die Fischfigur (präsent in den Fresken
der Katakomben aus frühchristlicher Zeit, deren Name
aus den ersten griechischen Buchstaben das Wort “Jesus
Christus, der Sohn Gottes, des Retters” zusammenfassen),
die für die liturgischen Schätze des Kirchenkomplexes
Sacro Cuore von Baralla in Reggio Emilia entworfen wurde.
Sicherlich elegant in der formalen Vereinfachung, sind
L‘opera del prima (2010) – Das Werk des Vorher – oder
Crocifissione (2011) – Kreuzigung – vielleicht nicht ebenso
gewichtig in ihrer mystischen Aufladung. Mehr überzeugend
und kreativ ist der räumliche Effekt des gesamten
kirchlichen Gebäudes. Die einzelnen Elemente des
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Taufbereichs (Becken und Kuppel, Glasmalerei und helle
vertikale Schnitte, die Platten mit Fischen an den Wänden,
etc.) sind so geformt, dass sie sich chromatisch miteinander
in Einklang bringen, in fein abgestimmtem Verhältnis.
Ich möchte außerdem betonen, dass die Arbeit von
Poldelmengo frei von politischen Referenzen ist: Sein
ständiges Anliegen ist es, die Zufälligkeit der Ereignisse
in der Osmose zwischen Kunst und Leben, und
umgekehrt, zu beugen.
Die zeitliche Dimension bleibt von grundlegender
Bedeutung für den Künstler. In Trittico (1988) –
Triptychon – und den späteren Canova (1992), Sequenze
(1994) – Sequenzen –, Metronomo (1995) – Metronom –
und Dittico (1998) – Diptychon – entfaltet sich die
Verarbeitung der sprachlichen Mittel in der Dialektik
zwischen den kreativen Momenten im Vorher und im
Nachher, in einer «dynamischen räumlich-zeitlichen
Abfolge». Wie Poldelmengo dies ausdrückt: «Das Werk
beinhaltet und löscht die Zeit seiner Entstehung aus».
Die Konzeptkunst, Arte Povera oder andere ideologische
Aufgaben, in jedem Fall mit neuen Augen betrachtet,
zwingen Poldelmengo nicht zur Kasteiung von mentalen
oder materiellen Reizen, die mit der Schaffung des
Werkes harmonisieren und sich daher nicht starren
Rahmenbedingungen unterwerfen. Sicherlich werden
der mentale Prozess und die Idee bevorzugt, die zum
Kunstwerk führen. Dieses wird dann durch die sorgfältige
Manipulation der Materialien realisiert. Die künstlerische
Welt Podelmengos ist ein Kraftfeld, das die totale Präsenz
der Ausdruckskraft des Künstlers umfasst.
Das “sprachliche Register” des Letzteren kommentiert
strukturierte Lösungen auf architektonische Art:
Geradlinige oder stilisierte geometrische Verläufe,
Bauten mit vollem Volumen, von Leere durchsetzt, von
aufsteigenden, leuchtenden Lichtstrahlen animiert,
epiphanische Enthüllungen. Es gibt kein Zugeständnis an
“barocke”, gewundene Einflüsse, die beharrlich auf der
Krümmung oder der Komplikation der Elemente bestehen.
Man sieht eher die Tendenz zu einer “Dramatisierung”
des Lebensraumes.
Zusammenfassend kann ich nicht leugnen, dass die
Arbeit Poldelmengos noch teilweise in die Welt der
Arte Povera und Konzeptkunst fällt. Aber es ist eine
“Konzeptkunst” der post neunziger Jahre, von anderer
Vielseitigkeit im Vergleich zur geschichtlichen Bewegung.
Die laufende erneute Diskussion über die Perspektiven
der Kunst als Idee, die neuen Versuche der Ressourcen
menschlich zu produzieren in der Ära der Globalisierung,
eröffnen ein erweitertes Netzwerk von Ereignissen und
Problematiken, in denen sich die aktuelle zeitgenössische
Forschung entwickelt. Poldelmengo ist nicht
interessiert an ausgegrabenen traditionellen oder auch
jüngeren Kunstpraktiken. Er verfolgt eine ästhetische
Experimentierung, die neue (neotechnologische usw.)
Arbeitsmittel sowohl im Bild als auch in der Schrift, in der
Kommunikation und in der Räumlichkeit, berücksichtigt.
Häufig werden diese Mittel heute von zeitgenössischen
Künstlern zu wenig eingesetzt, da sie diese lediglich als
Ersatz für alte und obsolete poetische Mittel ansehen.
In dieser imminenteren Perspektive soll die Arbeit von
Massimo Poldelmengo und seine Sprache eingereiht
werden, die reich an Strategien, Mitteln und Aneignungen
ist, für die ich die Suche nach weiteren Vergleichen und
parallelen Genealogien für überflüssig halte. Es scheint
mir eher fruchtbar zu sein, seine diskret versteckte
Realität anzuerkennen und in seinen einzigartigen
Vorschlägen zu genießen.
L’arte come evento temporaleRober to Tag l i a fe r r i
La retrospettiva di Massimo Poldelmengo ad
Aquileia è tutta ispirata dalla temporalità. Il
titolo stesso L’opera del prima allude a una
scrittura programmatica dell’artista, che illustra
la sua poetica in termini temporali. «Nell’opera
bisogna guardare agli elementi che appartengono
al prima e al dopo perché l’Opera contiene e
annulla il tempo della sua creazione. L’Opera
contiene il tutto da cui togliere e aggiungere in
una successione spazio-temporale dinamica».
Tale manifesto non si addice soltanto a questa
mostra e neppure alla ricostruzione diacronica
dell’evoluzione artistica di Poldelmengo, ma
potrebbe riguardare l’estetica dell’opera d’arte in
generale come evento temporale.
Quest’originaria intenzionalità viene a connettersi
sinergicamente con l’anniversario costantiniano
dell’Editto di Milano, che ad Aquileia ha trovato
un riscontro culturale nelle diverse iniziative
della città. La libertà religiosa, concessa
al Cristianesimo nel 313 da Costantino, ha
assunto i connotati di “religione di Stato” in un
momento storico di profonde trasformazioni.
Infatti, di lì a poco, eventi traumatici come
la divisione dell’Impero romano d’Occidente
dall’Impero romano d’Oriente, la penetrazione
violenta di nuovi popoli, la crisi economica e
sociale avrebbero travolto l’assetto millenario
dell’Impero romano a favore di un nuovo
amalgama culturale guidato dalla Chiesa cattolica.
La profonda compenetrazione di religione e Stato è
caratteristica permanente della religione romana.
Ogni imperatore aveva una divinità tutelare.
Costantino scelse il Cristianesimo come religione
di riferimento e la Croce come simbolo del suo
potere politico-militare.
Questa svolta epocale all’origine della civiltà
d’Occidente, fra le molte novità introdotte,
annovera una nuova visione del tempo e della
storia, che in Agostino, vescovo di Ippona, trova
una sintesi originale ne La città di Dio.
La catastrofe della caduta di Roma sarebbe un
segno della nuova Città di Dio sulla terra nel
tempo della Chiesa. Il tempo si è fatto ormai
breve; la missione della Chiesa nel mondo è
d’inaugurare il Regno di Dio e di portare tutti a
salvazione.
Come si vede, il tempo dei pagani, con la rovina
di Roma, cede il passo al tempo ultimo della
Città di Dio tra gli uomini. Le caratteristiche
di quest’epoca nuova sono a metà fra l’utopia
realizzata e la tensione verso un tempo ultimo
definitivo. Si potrebbe dire che lo “spirito
dell’Occidente” ha mantenuto tale visione,
anche dopo la fine del potere temporale
della Chiesa, e ha dato luogo al caratteristico
“sistema mondo” occidentale, che pecca di
etnocentrismo verso le altre culture, ma che sa
mantenere uno straordinario spirito d’iniziativa
nell’invenzione del futuro.
Anche l’arte sembra figlia di questa concezione
del tempo innovatore. Da quando si è emancipata
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dal manierismo classico di riproduzione degli
stessi moduli secondo canoni prestabiliti, ha
conosciuto molteplici stagioni creative senza
esaurire la sua verve polemica di destrutturazione
del mondo. Ogni artista si sente portatore di una
cosmogenesi, come se si dovesse reinventare
il mondo su nuove basi, dichiarando finito il
modello precedente e proponendo una nuova
visione delle cose. Ogni artista è per questo un
visionario, un poeta, un profeta, che vive male il
suo presente perché è già proiettato in un futuro
che ha ancora da venire.
Poldelmengo sembra incunearsi in questa
problematica temporale, che attraversa l’opera
di ogni artista. Nella sua proposta è come se la
vita umana fosse sospesa nell’intervallo tra i due
momenti del passato e del futuro.
L’artista, nel suo manifesto programmatico, scrive:
«L’opera nasce in quel momento perché è già lì;
ogni opera visibile appartiene al prima come al
dopo». La temporalità dell’opera d’arte descrive il
meccanismo simbolico che la genera; il linguaggio
e la capacità di pensare perché sa staccarsi
dalle cose, sa creare un gap, una frattura tra sé
e il mondo. In questo lasso spaziale e temporale
del vicino e del lontano, del passato e del futuro
può ritornare sulle cose e rielaborarle con la sua
immaginazione simbolica per costruire nuovi
mondi possibili. Cosí l’opera d’arte asseconda
fedelmente questo processo simbolico, descritto
da scienziati e filosofi come il mistero della mente
umana. Terrence W. Deacon, bio-semiotico della
Boston University, connota l’uomo come “specie
simbolica” e sostiene che «il tratto piú insolito del
linguaggio è il suo fondamento simbolico».
Il fenomenologo Carlo Sini, da parte sua, afferma
che pensare è varcare una soglia. «Facciamo un
esercizio di pensiero sulla soglia in quanto la soglia
è pensata eminentemente come temporale, come
quel passaggio dal prima al poi che attraversa,
traccia gli itinerari di tutte le nostre vite».
Come si vede, il senso del tempo, che è
pensare, conoscere simbolicamente e produrre
arte, ha una struttura ritmica originaria tra il
prima e il dopo, tra il primo toc e il secondo toc
del metronomo. Vi è un’opera di Poldelmengo
esposta in mostra, che ritengo paradigmatica
di tutta la sua produzione. S’intitola L’opera
del prima (2010). È costruita su vari livelli dal
basso in alto. In fondo vi è il cerchio descritto
dall’oscillazione dell’asta del metronomo.
Al centro vi è come l’ampiezza nei vari punti
dello spazio dell’asta che va da sinistra a
destra, descrivendo una traiettoria dal “punto
uno” (p1) al “punto due” (p2). Sopra si staglia
il pittogramma di un pesce, che sembra un
elemento solo formale e decorativo, ricorrente
nelle opere del pittore friulano, e che invece
è l’intersezione delle due metà del cerchio
descritte dall’oscillazione del metronomo.
Sul vertice estremo è disegnata una croce con
risvolti non “religionisti”, ma simbolici in ordine
all’esperienza della temporalità, dove gli incroci
verticale e orizzontale descrivono il carattere
ritmico del tempo. Se vi fosse qualche riserva
sulle intenzioni dell’autore, la scritta centrale
“TEMPO” fuga i dubbi interpretativi.
Altre opere come Il tempo monta (1994) e
Scala (1994) segnalano la costante ispirazione
dell’artista attorno al tema temporale.
Si potrebbe riscrivere il quesito heideggeriano
del perché l’opera d’arte nel tempo della
povertà in termini temporali per accedere al
mistero del pensiero, della conoscenza, della
creatività. Il presente è la soglia di fuga tra il
prima e il dopo, tra memoria e speranza.
Non ha consistenza in sé perché ogni presente
è già sempre passato, eppure diventa la
condizione per il ritorno sul mondo nella
modalità del pensiero. L’esperienza temporale
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coincide con l’esperienza coscienziale al
fondo della conoscibilità umana. Il mistero
della conoscenza è la capacità di schiodarsi
dalla coincidenza col mondo, con le cose,
in modo tale che si crei una distanziazione,
che permette di ritornare sulle cose come
oggetti staccati dal soggetto. Cosí pensare
è ricordare, come diceva Platone nel gap
simbolico della non coincidenza tra il
soggetto e il mondo. Questo continuo flusso
di adombramenti coscienziali è la percezione
temporale, in cui noi conosciamo il mondo,
abbiamo l’autocoscienza di esistere e possiamo
addirittura anticipare il futuro, proiettando
l’immaginario in avanti e sperando che si
realizzi il nostro disegno. La simbolizzazione
avviene dunque sempre come struttura
temporale, attraverso una rottura di livello
del flusso di sensazioni attuali che annuncia
una possibile nuova connessione linguistica.
L’arte, qui, trova la scaturigine della sua
creatività perché impedisce il rilassamento
sul passato, come nel refrain paranoico del
nevrotico ossessivo, e scatena l’immaginario
simbolico dell’anticipazione e dell’avvento del
futuro. Come scrive Poldelmengo, «ogni opera
appartiene a quella precedente come questa
appartiene alla successiva nella gestualità del
segno». Nel segno simbolico ogni “opera del
prima” è condizione dell’“opera del dopo”, ne
è matrice segnica, anche se il tutto parte dal
nulla della soglia, che stabilisce il ritmo della
vita e del pensiero.
Si potrebbe allora forse convenire sul fatto che
la conoscenza è cumulativa perché si radica su
un’innovazione, che diventa subito maceria su
cui germoglia un nuovo mondo. Forse qui sta
la matrice del mito occidentale del progresso,
che ha mietuto tante vittime nei totalitarismi
messianici del “secolo breve”. Indubbiamente,
però, questo processo lineare del tempo
occidentale ha abbandonato la concezione
dell’eterno ritorno all’identico, che forse ha
rallentato lo sviluppo cognitivo e tecnologico di
molte culture antiche e recenti.
Un ulteriore indizio nella retrospettiva di
Poldelmengo si può ravvisare nel recente
sviluppo di una simbologia religiosa per il
programma iconografico e per l’arredo della
nuova chiesa di Baragalla, in provincia di Reggio
Emilia. La singolarità dell’intervento risiede
nel fatto che l’artista è rimasto fedele alla sua
ispirazione e alla sua estetica, pur nella diversità
del contesto, che è connotato in modo specifico
e deve dialogare con altri codici simbolici
della performance rituale e sacramentale. Che
cos’è successo alla sua linearità concettuale?
È successo un fenomeno che si riscontra
in molte stratificazioni culturali, dove un
elemento caratteristico di un determinato “gioco
linguistico” cambia connotazione allorché viene
inserito in un “gioco” differente. Evidentemente
anche il manufatto artistico deve trovare
una compatibilità linguistica, ma esso stesso
viene ridefinito dal contesto, per cui la croce,
formalizzazione estetica del ritmo temporale,
diventa simbolo cristiano di morte e risurrezione;
il pesce, pittogramma dell’intersecazione
dell’ampiezza del metronomo, diventa il simbolo
di “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”, dalle
lettere della parola greca ιχθύς. Il segno artistico
diviene cosí portatore di una molteplicità di
significati, che differiscono e si sommano
nei diversi contesti, in una variabilità infinita,
che fa dire a Paul Ricoeur «la symbole donne
à penser». Si potrebbe azzardare l’ipotesi
che l’attenzione dell’artista non sia tanto sul
contenuto, quanto sulla contestualizzazione
della formalità artistica, perché l’accento non va
sul significato, ma sul significante in grado di
produrre efficacia pragmatica. Nella linguistica
recente si è dato molto spazio al “significante”,
nel caso specifico di Poldelmengo al segno
grafico, perché si è meno interessati a stabilire
che cosa significhi concettualmente e molto
piú concentrati a produrre un’emozione,
un’esperienza estetica. L’arte, allora, non
percorre piú i sentieri della retorica del sapere
saputo, ma è interessata a creare percorsi
conoscitivi nuovi e che colpiscono l’immaginario.
Viene in mente la riflessione di Walter Benjamin,
il quale, ne L’opera d’arte nel tempo della sua
riproducibilità tecnica, sostiene che l’arte deve
colpire come un dardo, produrre nell’osservatore
uno choc. Essa è allora un’essenziale via di
conoscenza nel suo momento piú germinale
della percezione estetica attraverso i sensi.
L’opera di Poldelmengo è dentro tale linea
epistemologica e non nasconde la sua coscienza
dell’importanza di quest’operazione culturale.
Addirittura si avvale anche del sussidio critico
della riflessione concettuale, come hanno
fatto alcuni capiscuola di nuove tendenze,
quasi a ribadire la sua intenzione di cogliere la
struttura temporale dell’opera d’arte. Il risultato
estetico ha ottenuto l’interesse del pubblico
e della critica specializzata, che ha segnalato
l’artista e ha trovato spazio in alcuni musei
d’arte contemporanea. Si potrebbe riassumere
la sua poetica in “tutto nell’appunto”, perché
le sue opere sembrano appunti annotati per
la creazione dell’opera d’arte. Invece tutto sta
in quell’improvviso balenare di un’idea fissata
su una superficie. Enzo di Grazia coglie bene
quest’aspetto gestuale dell’appunto, che non può
essere articolato in modo piú esaustivo perché
perderebbe la freschezza dell’intuizione al primo
grado d’intenzionalità conoscitiva. L’appunto
conserva l’immediatezza della folgorazione
di una connessione nuova tra le cose, di un
lato nascosto venuto alla luce. Anche quando
l’appunto si sviluppa in opere tridimensionali,
non perde l’immediatezza del primo grado
d’intuizione e non è difficile interpretarlo nella
sua capacità comunicativa, come per esempio in
XVI (2012).
L’iniziale azzardato avvicinamento tra l’opera
artistica di Massimo Poldelmengo e la ricorrenza
del 17° centenario dell’Editto di Milano ha una
sua intima plausibilità nel pensiero sul tempo,
sia nel suo fondamento estetico sia nella sua
realizzazione storica, nella consapevolezza che
strutture epistemologiche e fattività temporale
non possono mai essere disgiunte.
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Art as a temporal eventRober to Tag l i a fe r r i
The retrospective of Massimo Poldelmengo in
Aquileia is inspired by the idea of temporality.
Even the title The artwork of before alludes
to the artist’s deliberate intention to illustrate
his poetics in temporal terms. «In an artwork
one must look at the elements which belong to
the before and the after, because the Artwork
both contains and cancels out the time of its
creation. The Artwork contains the whole that
one subtracts from, or adds to, in a dynamic
spatial and temporal succession». This manifesto
not only applies to this exhibition, and also to
the diachronic reconstruction of the artistic
evolution of Poldelmengo, but it could also be
applied generally to the aesthetic of Artworks as a
temporal event.
This intention, which underlies the exhibition,
finds itself in synergy with the anniversary of
Constantine the Great’s Edict of Milan, which
has inspired a number of cultural events in the
town of Aquileia. The religious freedom, which
Constantine granted to Christianity in 313, took
the position of a “State Religion” in an historical
moment of profound transformations. Shortly
after this, traumatic events such as the division
of the Eastern and Western Roman Empires, the
violent incursion of new peoples and social and
economic crises, would overturn the centuries-
long rule of the Roman Empire. This left a new
cultural amalgamation led by the Catholic Church.
The profound intermingling of religion and state is
an enduring characteristic of the Roman religion.
Each emperor had their own tutelary deity to watch
over them. Constantine chose Christianity as the
official religion and the cross as a symbol of his
political and military power.
This epochal change at the roots of western
civilisation, amongst the many other innovations,
would lead to a new vision of time and history,
which would be synthesised by Augustine of
Hippo in The City of God. The catastrophic fall
of Rome was seen as a sign of the new City of
God on earth in the time of the church. Time was
therefore short; the mission of the church was to
usher in the Kingdom of God and lead all mankind
to salvation.
As we can see, after the fall of Rome, the Pagan
age gave way to the end days of the City of God
among man. This new era is defined by the
interplay between the utopia which had been
created and the tension towards a definitive end
of days. One could say that the “spirit of the
West” has maintained this vision, even after the
end of the temporal power of the church, and
has given birth to the characteristically western
“world view”. This suffers from an ethnocentricity
towards other cultures, but which is capable of
maintaining a remarkable spirit of initiative in its
invention of the future.
Art also seems to be born of this conception of
innovative times. Ever since the emancipation from
the classical mannerism of reproducing the same
elements according to pre-established cannons,
art has passed through many creative phases
without ever exhausting its polemical verve for the
de-structuring of the world. Every artist feels that
they are the bearer of cosmogenesis, as if they
need to re-invent the world from new foundations,
declaring the previous model to be finished and
proposing a new vision of things. For this reason
every artist is a visionary, a poet and a prophet;
ill at ease with his present because he is already
gazing into a future which is yet to become real.
The work of Poldelmengo seems to pivot around
this temporal question, which we can glimpse in
the work of all artists. It is as if he offers us a vision
where human life is suspended in the interval
between the two moments of the past and the future.
Poldelmengo’s written manifesto sets this out:
«The artwork is born in that moment because
it is already there, every visible artwork belongs
as much to before as it does to afterwards».
The temporal nature of an artwork describes the
symbolic mechanism which generates it: language
and the ability to think, because they can
separate themselves from things, they know how
to create a gap, a fracture between themselves
and the world. It is in this temporal and spatial
lapse between near and close, the past and the
future, that it is possible to reconsider and re-
elaborate things with a symbolic imagination in
order to construct new worlds.
In this way artworks faithfully follow the symbolic
process described by scientists and philosophers as
the mystery of the human mind. Terrence W. Deacon,
professor at Boston University and expert in bio-
semiotics, describes man as a “symbolic species”
and maintains that «what is most unusual about
language is its symbolic basis». In the same vein,
the phenomenologist Carlo Sini, states that to think
is to cross a threshold. «We undertake an exercise
of though on the threshold inasmuch as the
threshold is considered to be an eminently
temporal element, like the passage from before
to after which encompasses and traces out the
itineraries of all our lives».
As we can see, the idea of time (which means
thinking, having a symbolic understanding and
producing art) has its origins in a rhythmic
structure between before and after, between the
first tick and the second tick of the metronome.
There is one of Poldelmengo’s works in the
exhibition which I believe is a paradigm of all
his artistic production. This is called L’opera del
prima (2010). It is constructed on various levels,
from the bottom to the top. At the bottom there
is a circle described by the oscillation of the arm
of a metronome. In the centre there is the wide
area of space through which the arm passes from
left to right, following a trajectory from “point
one” (p1) to “point two” (p2). Above this stands
a pictogram of a fish, which seems to be simply
a formal and decorative element recurrent in
the Friulano artist’s work, but is in fact made of
the intersection of the two halves of the circle
described by the oscillation of the metronome.
A cross is drawn on the furthest point, this is not
a “religious” element, but is symbolic in terms of
the experience of temporality, where the vertical
and horizontal intersections describe the rhythmic
nature of time. If there were any doubts about
the artist’s intention, the word “TEMPO” (time)
written in the centre clears up any doubts about
its interpretation.
Other works such as Il tempo monta (1994) and
Scala (1994) reflect the artist’s constant inspiration
from the subject of the temporal. One could
rephrase Heidegger’s thoughts on the reasons for
artworks in a time of poverty in temporal terms,
in order to penetrate the mystery of though,
consciousness and creativity. The present is
the fleeting threshold between before and after,
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between memory and hope. It does not have
consistency in itself because every present is
already always the past, and yet it becomes a
condition for a return to the world through the
means of thought. The temporal experience
coincides with the experience of consciousness
at the roots of human knowledge. The mystery of
consciousness is the capacity to separate oneself
from the coincidence with the world, with things,
so as to create a separation which allows one
to return to things and see them as if they were
objects separated from the subject. Thus thinking
is remembering, as Plato said, in the symbolic
gap between the non-coincidence between the
subject and the world. This continuous flow
of shadows in the consciousness is temporal
perception, where we know the world, have the
self-awareness of existing and where we can even
anticipate the future, projecting the imagination
forward and hoping that our plans come to pass.
As such symbolisation always comes about as a
temporal structure, through the breaking of levels
of the flow of current sensations which presage
the possibility of a new linguistic connection.
Here art finds the origins from which creativity
flows, because it impedes a relaxation towards
the past, like the paranoid refrain of an obsessive
neurotic, and unleashes the symbolic imagery of
anticipation and of the arrival of the future.
As Poldelmengo writes, «every artwork belongs to
the previous one in the same way that it belongs
to the next in the gestural nature of the sign».
In the symbolic sign every “artwork before” is a
condition for the “artwork after”. It is a matrix
of the sign, even if the whole comes from the
nothingness on the threshold, which sets the
rhythm of life and thought.
One could therefore consider that consciousness
is cumulative, because it is rooted in an
innovation which immediately becomes the
ruins from where a new world germinates.
Perhaps this is the origin of the western myth
of progress, which has claimed so many victims
in the messianic totalitarianism of the “Age of
Extremes”. However it is certain that this linear
process of western time has abandoned the
concept of the eternal return to the identical,
which has perhaps slowed the cognitive and
technological development of many cultures,
both ancient and modern.
We can find a further clue in the retrospective of
Poldelmengo’s work in the recent development
of a religious symbolism of the iconographic
project for the decoration of the new church in
Baragalla, in Reggio Emilia. The most striking
thing about this project is that the artist has
remained true to his inspiration and aesthetic
despite the different context, with its specific
connotations and different symbolic codes of
ritual and sacramental performance. What has
happened to his conceptual linearity? This is a
phenomenon which can be found in many cultural
stratifications, where a characteristic element of a
particular “linguistic game” changes connotation
when it is inserted in a different “game”. It is
clear that the artistic object must also find a
linguistic compatibility, but it is itself redefined
by its context. As such, the cross, an aesthetic
formalisation of the temporal rhythm, becomes a
Christian symbol of death and resurrection; the
fish, a pictogram created by the intersection of the
swinging metronome, becomes a symbol of “Jesus
Christ, God’s Son, Saviour” from the letters of the
Greek word ιχθύς. Thus the artistic sign becomes
a vector for a multiplicity of meanings, which
are differentiated or added together with infinite
variety in different contexts: as Paul Ricoeur said
«la symbole donne à penser». We might suggest
that the artist’s attention is focussed not so much
on the content, but rather on the contextualisation
of artistic formality. The attention is not on the
meaning but on the signifier, which is able to
produce pragmatic efficiency. In linguistics
recently, much attention has been given to the
“signifier”, in Podolmengo’s case this is the
graphic sign. This is because there is less interest
in establishing what is the conceptual meaning
and much more in evoking an emotion, an
aesthetic experience.
As such art no longer journeys along the path of
the rhetoric of the knowledge which is known,
but rather it is interested in creating new paths
of knowledge which strike the imagination. This
brings to mind the thinking of Walter Benjamin
in The Work of Art in the Age of Mechanical
Reproduction. Here, he maintains that art should
strike like a bullet and shock the viewer. As such
this is an essential route to understanding in the
most important moment in the germination of
aesthetic perception through the senses.
Poldelmengo’s work is part of this epistemological
line and does not seek to hide his knowledge of
the importance of this cultural operation. Indeed
he makes use of the support of critics in his
conceptual reflection, as did several leading lights
in new movements, almost as if to underline his
intention to embrace the temporal structure of
artworks. The aesthetic result attracted the interest
of both public and critics, who have shown their
appreciation of the artist, and his works are now
held in several museums of contemporary art.
His poetics could be summed up in the phrase
“all in the notes” because his works look like
notes prepared for making an artwork. However
everything lies in that sudden glint of an idea
fixed to a surface. Enzo di Grazia recognises this
gestural aspect of the note, which cannot be
elaborated in a more exhaustive way, as it would
lose the freshness of the first intuition if there was
any attempt at understanding and elaboration.
A note conserves the immediacy of the insight
of a new connection between things, of a hidden
side which has come to light. Even when the
note becomes a three-dimensional artwork, it
does not lose the immediacy of the first moment
of intuition, and it is not difficult to interpret it in
its communicative ability, as is the case with XVI
(2012).
The initially incongruous attempt to connect
the artwork of Massimo Poldelmengo and the
anniversary of the 17th centenary of the Edict
of Milan has a certain intimate plausibility in
this thinking about time, both in its aesthetic
foundations and its historical realisation, in the
knowledge that epistemological structures and
temporal production can never be separated.
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Kunst als zeitl iches EreignisRober to Tag l i a fe r r i
Die Retrospektive von Massimo Poldelmengo in
Aquileia ist gänzlich von Zeitlichkeit inspiriert. Der
Titel selbst L’opera del prima – etwa Das Werk des
Vorher – spielt auf eine programmatische Schrift
des Künstlers an, die seine Poetik hinsichtlich der
Zeit illustriert. «Im Werk muss man auf die Elemente
sehen, die zum Vorher und Nachher gehören, da
das Werk die Zeit seiner Entstehung enthält und
aufhebt. Das Werk enthält das Gesamte, von dem
man nimmt und hinzufügt, in einer dynamischen
räumlich-zeitlichen Abfolge». Ein solches Manifest
ist nicht nur geeignet für diese Ausstellung, oder
für die diachrone Rekonstruktion der künstlerischen
Entwicklung Poldelmengos, sondern könnte die
Ästhetik des Kunstwerks im Allgemeinen betreffen
als zeitliches Ereignis.
Diese ursprüngliche Absicht ist es, die sich
synergetisch verbindet mit dem konstantinischen
Jahrestag des Edikts von Mailand, welches in Aquileia
ein kulturelles Pendant in den unterschiedlichen
Initiativen der Stadt gefunden hat. Die den Christen
im Jahr 313 von Konstantin gewährte Religionsfreiheit
hat die Merkmale der “Staatsreligion” in einem
historischen Moment tiefgreifender Veränderungen
angenommen. In der Tat, nur wenig später haben
traumatische Ereignisse wie die Trennung des
Weströmischen Reiches vom Oströmischen Reich,
das gewaltsame Eindringen neuer Völker, die
wirtschaftliche und soziale Krise die tausendjährige
Stabilität des Römischen Reiches umgestürzt,
zugunsten einer neuen kulturellen Mischung, die
von der katholischen Kirche angeführt wird. Die tiefe
Durchdringung von Staat und Religion ist ein fester
Bestandteil der römischen Religion. Jeder Kaiser hatte
einen Schutzgott. Konstantin wählte das Christentum
als Bezugsreligion und das Kreuz als Symbol seiner
politischen und militärischen Macht.
Dieser epochale Wendepunkt am Ursprung der
Zivilisation des Westens zählt, bei den vielen
eingeführten Neuheiten, als neue Vision von Zeit und
Geschichte, die in Augustinus, Bischof von Hippo,
eine originelle Synthese in Die Stadt Gottes findet. Die
Katastrophe des Sturzes von Rom sei ein Zeichen der
neuen Stadt Gottes auf Erden in der Zeit der Kirche.
Die Zeit drängt jetzt; die Mission der Kirche in der
Welt ist es, das Reich Gottes zu weihen und alle zur
Erlösung zu bringen.
Wie man sehen kann, wird die Zeit der Heiden mit
dem Untergang Roms überwunden und gibt den
Weg frei für die Endzeit der Stadt Gottes unter den
Menschen. Die Merkmale dieser neuen Epoche liegen
in der Mitte zwischen der realisierten Utopie und der
Spannung in Richtung einer endgültig letzten Zeit.
Man könnte sagen, dass der “Geist des Westens”
diese Auffassung beibehalten hat, auch nach dem
Ende der weltlichen Macht der Kirche, und zum
charakteristischen westlichen “Weltsystem” führte,
das am Ethnozentrismus gegenüber anderen Kulturen
sündigt, aber das einen einzigartigen Geist der
Initiative für die Erfindung der Zukunft beibehält.
Auch die Kunst scheint Tochter dieser Auffassung
von der innovativen Zeit zu sein. Seit sie sich vom
klassischen Manierismus der Reproduktion der
gleichen Module nach festgelegten Regeln emanzipiert
hat, durchlebte sie viele kreative Jahreszeiten, ohne
je ihren polemischen Charakter der Auflösung der
Weltstruktur auszuschöpfen. Jeder Künstler fühlt sich
als Träger einer Kosmogenese, als ob man die Welt
auf einer neuen Grundlage neu erfinden müsste. Man
erklärt das Vorgängermodell als gescheitert und schlägt
eine neue Sicht der Dinge vor. Jeder Künstler ist
daher ein Visionär, ein Dichter, ein Prophet, der unter
seiner Gegenwart leidet, weil er bereits in eine Zukunft
projiziert ist, die noch kommen muss.
Poldelmengo scheint in dieser temporären Problematik
eingeklemmt, die die Arbeit eines jeden Künstlers
durchzieht. In seinem Vorschlag ist es, als ob das
menschliche Leben in der Pause zwischen den 2 Tempi
Vergangenheit und Zukunft in der Schwebe hängt.
Der Künstler schreibt in seinem Manifest: «Das Werk
wird in dem Augenblick geboren, weil es schon da
ist; jedes sichtbare Werk gehört zum Vorher wie
zum Nachher». Die Zeitlichkeit des Kunstwerkes
beschreibt den symbolischen Mechanismus, der
es erzeugt; die Sprache und die Fähigkeit zu
denken, weil er sich von den Dingen zu lösen
weiß. Er weiß eine Lücke zu bilden, eine Kluft
zwischen sich und der Welt. In dieser räumlichen
und zeitlichen Spanne der Nähe und der Ferne,
der Vergangenheit und der Zukunft, kann er
zurück kommen auf die Dinge und sie mit seiner
symbolischen Phantasie nacharbeiten, um neue
mögliche Welten zu konstruieren. So unterstützt
das Kunstwerk treu diesen symbolischen Prozess,
der von Wissenschaftlern und Philosophen als das
Geheimnis des menschlichen Geistes beschrieben
wurde. Terrence W. Deacon, Bio-Semiotiker der
Boston University, charakterisiert den Menschen
als “symbolische Spezies” und behauptet, dass
«der ungewöhnlichste Teil der Sprache sein
symbolisches Fundament ist». Der Phänomenologe
Carlo Sini hingegen sagt, dass Denken eine
Schwelle überschreiten ist. «Machen wir eine
Gedankenübung auf der Schwelle, weil die Schwelle
eminent temporär konzipiert ist, wie der Übergang
vom Vorher zum Nachher, das die Wege unser aller
Leben durchquert und verfolgt».
Wie man sieht, hat der Sinn für die Zeit, die
ausdenken, symbolisch kennen und produzieren
von Kunst bedeutet, eine rhythmische Struktur,
die zwischen dem Vorher und dem Nachher ihren
Ursprung hat, zwischen dem ersten und dem
zweiten Schlag des Metronoms. Es gibt ein Werk
von Poldelmengo in der Ausstellung, das ich für
paradigmatisch für seine gesamte Produktion halte.
Der Titel ist L’opera del prima (2010) – Das Werk des
Vorher –. Es ist auf verschiedenen Ebenen von unten
nach oben gebaut. Unten befindet sich der Kreis der
durch die Schwingung des Pendels des Metronoms
beschrieben wird. In der Mitte befindet sich ein
weiter Raum, durch den das Pendel von links nach
rechts schwingt, indem es eine Bahn von “Punkt
eins” (p1) zu “Punkt zwei” (P2) beschreibt. Darüber
zeichnet sich das Piktogramm eines Fisches ab,
der wie ein ausschließlich formales und dekoratives
Element erscheint und häufig in den Werken des
friulanischen Malers vorkommt. Dieser Fisch stellt
stattdessen den Schnittpunkt der beiden Hälften des
Kreises dar, die durch die Schwingung des Metronoms
beschrieben werden. Am oberen Ende ist ein Kreuz
gezeichnet, das nicht auf die Religion bezogenen
ist, sondern symbolisch auf die Erfahrung von
Zeitlichkeit wirkt, wobei die vertikalen und horizontalen
Überschneidungen den rhythmischen Charakter der
Zeit beschreiben. Wenn es einige Vorbehalte über
die Absichten des Autors gäbe, zerstreut der zentrale
Schriftzug “TEMPO” alle interpretatorischen Zweifel.
Andere Werke wie Il tempo monta (1994) – Die Zeit
steigt – und Scala (1994) – Treppe – zeigen die
ständige Inspiration des Künstlers um das Thema Zeit.
Man könnte die Heideggersche Frage neu schreiben,
warum das Kunstwerk in Zeiten der Armut im Bezug
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auf Zeit hilft, das Geheimnis der Gedanken, Wissen,
Kreativität zu entdecken. Die Gegenwart ist die
Schwelle der Flucht zwischen dem Vorher und dem
Nachher, zwischen Erinnerung und Hoffnung. Es hat
keine Konsistenz an sich, denn jede Gegenwart ist
immer schon Vergangenheit, dennoch wird sie die
Bedingung für die Rückkehr in die Welt im Modus
des Denkens. Die Erfahrung von Zeit deckt sich
mit der Erfahrung des Bewusstseins am Boden der
menschlichen Erkennbarkeit. Das Geheimnis der
Erkenntnis ist die Fähigkeit, sich loszureißen von der
Zufälligkeit der Welt, den Dingen, auf eine Weise,
die Distanzierung bildet, die erlaubt, auf die Dinge
zurück zu kommen wie Objekte, die losgelöst sind vom
Subjekt. So zu denken heißt sich erinnern, wie Platon
in der symbolischen Kluft der Nichtübereinstimmung
zwischen dem Subjekt und der Welt sagte. Dieser
kontinuierliche Fluss von Gewissenszweifeln ist die
Wahrnehmung der Zeit, in der wir die Welt kennen.
Wir haben das Selbstbewusstsein zu existieren, und
wir können sogar die Zukunft vorwegnehmen, indem
wir das Imaginäre auf die Zukunft projizieren und
darauf hoffen, dass sich unsere Vorstellung realisiert.
Die Versinnbildlichung erfolgt somit immer als zeitliche
Struktur, durch einen Bruch in der Ebene des Flusses
aktueller Empfindungen, die eine mögliche neue
linguistische Verbindung ankündigt. Die Kunst findet
hier die Quelle ihrer Kreativität, da sie die Entspannung
im Bezug auf die Vergangenheit verhindert, wie im
paranoiden Refrain des neurotisch Besessenen,
und entfesselt die symbolische Vorstellung der
Vorwegnahme und der Ankunft der Zukunft. Wie
Poldelmengo schreibt: «Jedes Werk gehört zu dem
vorherigen, wie es selbst zum nächsten gehört, in
der Gestik des Zeichens». Im symbolischen Zeichen
ist jedes “Kunstwerk des Vorher” die Bedingung für
das “Kunstwerk des Nachher”, es ist der Ursprung
der Zeichen, auch wenn das Ganze am Nichts der
Schwelle beginnt, die den Rhythmus des Lebens und
des Denkens setzt.
Man könnte also vielleicht zustimmen, dass Wissen
kumulativ ist, weil es in der Innovation verwurzelt
ist, die sofort zu Schutt wird, auf dem eine neue
Welt entspringt. Vielleicht liegt darin der Ursprung
des westlichen Mythos des Fortschritts, der so viele
Opfer in den messianischen totalitären Systemen des
“kurzen 20 Jahrhunderts ” gefordert hat. Zweifellos
aber hat dieser lineare Verlauf der Zeit in der
westlichen Welt die Idee der ewigen Wiederkehr zum
Gleichen aufgegeben, die vielleicht die kognitive und
technologische Entwicklung von vielen antiken und
neueren Kulturen verlangsamt hat.
Ein weiteres Indiz in der Retrospektive Poldelmengos
kann in der kürzlich entwickelten religiösen
Symbolik für das ikonographische Programm und
für die Ausstattung der neuen Kirche von Baragalla,
in der Provinz Reggio Emilia, erkannt werden.
Die Einzigartigkeit der Intervention liegt in der
Tatsache, dass der Künstler trotz des hier ganz
anderen Rahmens seiner Inspiration und Ästhetik
treu geblieben ist, die in einer bestimmten Weise
gekennzeichnet ist und mit anderen symbolischen
Codes der rituellen und sakramentalen Performance
kommunizieren muss. Was geschah mit seiner
konzeptionellen Linearität? Es ist ein Phänomen
eingetreten, das in vielen kulturellen Schichten
auftritt, wobei ein charakteristisches Merkmal eines
bestimmten “Sprachspiels” die Konnotation ändert
und es so in ein anderes “Spiel” eingefügt wird.
Offenbar muss auch das künstlerische Fabrikat eine
sprachliche Kompatibilität finden, aber dies wird
durch den Kontext definiert. Daher wird das Kreuz
als ästhetische Formalisierung des Rhythmus der Zeit
zum christlichen Symbol für Tod und Auferstehung.
Der Fisch, das Piktogramm der Überschneidung
der Amplitude des Metronoms, wird zum Symbol
des “Jesus Christus, Sohn Gottes, des Erlösers”,
aus den Buchstaben des griechischen Wortes
ιχθύς. Das künstlerische Zeichen wird so zum
Träger einer Vielzahl von Bedeutungen, die sich in
den verschiedenen Kontexten unterscheiden und
zusammenfügen, in einer unendlichen Variabilität,
die Paul Ricoeur sagen lässt «le symbole donne à
penser». Man könnte die Hypothese aufstellen, dass
die Aufmerksamkeit des Künstlers nicht so sehr auf
den Inhalt, als vielmehr auf die Kontextualisierung
künstlerischer Formalität gerichtet ist, weil der
Akzent nicht auf die Bedeutung gelegt ist, sondern
auf die Form, die in der Lage ist, pragmatische
Wirksamkeit zu erzeugen. In der neueren Linguistik
wurde viel Platz für den “Signifikant” eingeräumt, im
konkreten Fall von Poldelmengo für die grafischen
Zeichen, weil man sich weniger damit beschäftigt
hat, die konzeptionelle Bedeutung zu fassen,
als vielmehr konzentriert auf das Erzeugen einer
Emotion, eines ästhetisches Erlebnisses. Die Kunst
ist also nicht mehr auf dem Weg der Rhetorik des
Wissens unterwegs, sondern daran interessiert,
neue Wege der Kenntnis zu erzeugen, die auch
die Fantasie treffen. Dies führt zum Gedanken
von Walter Benjamin, der in Das Kunstwerk in
der Zeit seiner technischen Reproduzierbarkeit
behauptet, dass die Kunst wie ein Pfeil treffen muss,
wodurch es einen Schock im Betrachter erzeugt.
Dies ist dann ein wesentlicher Weg des Wissens
in seinem fruchtbarsten Moment der ästhetischen
Wahrnehmung durch die Sinne.
Die Arbeit von Poldelmengo befindet sich innerhalb
dieser erkenntnistheoretischen Linie und verbirgt
nicht sein Bewusstsein für die Bedeutung dieser
kulturellen Operation. Sie verwendet sogar die
kritische Hilfe der konzeptionellen Reflexion, wie
einige Meinungsführer neuer Trends es machten,
fast um seine Absicht zu bekräftigen, die zeitliche
Struktur des Kunstwerks zu erfassen. Das ästhetische
Ergebnis hat das Interesse der Öffentlichkeit und
der spezialisierten Kritiker gefunden, die den
Künstler empfohlen und in einigen Museen für
zeitgenössische Kunst platziert haben. Man könnte
seine Poetik zusammenfassen in “alles in der Notiz”,
weil seine Werke wie notierte Aufzeichnungen für
die Erstellung des Kunstwerks wirken. Stattdessen
liegt alles im plötzlichen Aufblitzen einer Idee, die
auf einer Oberfläche fixiert ist. Enzo di Grazia fängt
diesen gestischen Aspekt der Notiz gut ein, die nicht
in einer umfassenderen Weise artikuliert werden
kann, weil sie die Frische der ersten Intuition der
kognitiven Intentionalität verlieren würde. Die Notiz
behält die Unmittelbarkeit der Erleuchtung einer
neuen Verbindung zwischen den Dingen, einer
verborgenen Seite, die ans Licht kommt. Auch wenn
die Notiz in dreidimensionalen Werken entwickelt
wird, verliert sie nicht die Unmittelbarkeit der ersten
Intuition, und es ist nicht schwer, den Künstler in
seiner kommunikativen Fähigkeit zu interpretieren,
wie z.B. in XVI (2012).
Die anfänglich riskante Annäherung zwischen der
künstlerischen Arbeit von Massimo Poldelmengo
und dem 17-hundertsten Jahrestag des Edikts von
Mailand findet seine intime Plausibilität im Gedanken
über die Zeit, sowohl in ihrer ästhetischen Grundlage
sowohl in ihrer geschichtlichen Verwirklichung, im
Bewusstsein, dass erkenntnistheoretische Strukturen
und zeitliche Machbarkeit niemals getrennt werden
kann.
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L’esperienza dell’arte di Massimo Poldelmengo Feder i co Ve rce l lone
Come ogni artista consapevole e meditativo anche
Massimo Poldelmengo partecipa del travagliato
cammino della coscienza estetica moderna. Egli è
profondamente consapevole dell’apparente fatuità
cui l’arte è condannata nel nostro tempo, ma è
anche conscio del fatto che la vanitas è parte del
destino dell’arte in ogni tempo. L’arte, in quanto
paradigma supremo dell’espressione simbolica,
fa i conti, di volta in volta, con la propria finitezza
in quanto modello di significazione connesso
a certi mezzi rappresentativi, a certi modelli, e
insieme deve misurarsi con l’inevitabile caducità
di ogni significazione. Una caducità che rende per
altro proprio ogni significazione piú sostanziale
in quanto essa è sempre perigliosamente
sospesa a quell’attimo trascorso il quale potrebbe
improvvisamente naufragare.
Soffermiamoci un attimo sulle premesse. La nascita
della coscienza estetica coincide con il formarsi
dell’estetica e in particolare dell’estetica in quanto
filosofia dell’arte, con una filosofia e dunque
con un’ontologia specifica dell’oggetto estetico.
Potremmo dire che la nascita della coscienza
estetica coincide cosí fatalmente con la cosiddetta
«morte dell’arte». Tematizzare l’arte e l’arte
soltanto significa infatti separarla dalla vita e
condannarla a una lenta e raffinata estinzione.
A partire da Hegel abbiamo in particolare a che
fare con la consapevolezza tragica del tramonto di
un’esperienza comune e condivisa dell’opera d’arte
che ha il suo riscontro nella tragedia e nell’arte
figurativa classica, in particolare nella scultura.
L’arte diviene in questo nuovo quadro un’esperienza
privata. Tuttavia non può essere solo questo poiché
ciò comporta una troppo dolorosa mortificazione.
Poldelmengo sa bene tutto questo, e intende reagire
a questa situazione seguendo un cammino sul
quale si verrà dopo.
La coscienza estetica è, da questo punto di vista,
una coscienza lacerata e solitaria che si confronta
a una distanza piuttosto ravvicinata con quella
pubblica. Ogni esperienza della bellezza e dell’arte
richiama, nonostante tutto, un giudizio pubblico,
universale per quanto esso si consumi nel
segreto di un cuore, nel sussurro della coscienza.
Anche di questo Poldelmengo è estremamente
consapevole, come testimonia anche il segno
giocoso dei suoi bozzetti, con il loro colore vivido e
leggero insieme, che ridesta l’assenza del mondo
mentre lo evoca. Poldelmengo sa bene che l’arte
compensa l’individuo moderno della perdita di
mondo, gli restituisce un pensiero ludico; egli
rammenta tuttavia simbolicamente e anche
malinconicamente che l’arte ha perduto forse per
sempre quell’universo solare cui era destinata.
Non a caso fra le opere di Poldelmengo troviamo
scale che tornano su se stesse quasi a segnalare
ironicamente l’ascesa impossibile.
Che cosa significa esperienza estetica? L’esperienza
estetica si configura come un’esperienza della
sterilità dell’immagine che viene modernamente
ridotta a uno statuto solo contemplativo, privo di
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influenza sul mondo. La storia dell’esperienza
estetica è una storia di deprivazione dell’immagine
che viene mortificata quanto alle sue virtualità.
Tra l’opera e il fruitore viene modernamente a
instaurarsi una relazione di reciproca estraneità
che sottintende un’affinità impossibile. È questo
in fondo il segreto della seduzione artistica che
si annunzia in Kierkegaard, in Enten-Eller, nella
descrizione dello stadio estetico per cui Don
Giovanni affronta l’esperienza con la donna che
di volta in volta è oggetto del suo desiderio come
un’esperienza unica e assolutamente irripetibile,
ineffabile nella sua bellezza, preziosa come
una gemma nella sua irripetibile perfezione.
È un’esperienza che si coagula nell’attimo, e
che solo in un attimo si consuma. È un’estrema
raffinatezza congiunta a un’intensa partecipazione
e a una fragile precarietà quella che si schiude cosí
nell’esperienza estetica; ma ecco che essa si fa,
per contro, testimone di una dispersione altrettanto
estrema, di un indefinito variegato dissolversi della
compagine dell’io, che non riesce a trovare in se
stesso continuità alcuna. Esperienza infine, quella
della seduzione estetica kierkegaardiana, che
privilegia, come testimoniano le carte del Diario di
un seduttore che chiude la prima parte di Enten-
Eller, non il possesso reale, ma l’immagine.
Quella della coscienza estetica è dunque
fondamentalmente un’esperienza straniata, che
ha necessità di riorganizzare il proprio senso
stabilendo una connessione estrinseca tra gli eventi,
quella fornita dalla coscienza storica. La coscienza
estetica e quella storica riflettono dunque un’unica
esperienza di estraniazione che viene testimoniata
dal nesso fornito agli eventi non sulla base delle
loro intrinseche caratteristiche, ma su quella della
successione anonima prevista dalla serie temporale.
La successione ordina infatti gli eventi e le opere
d’arte dopo che esse sono state estrapolate dal loro
contesto vivente.
L’opera di Poldelmengo incrocia criticamente
questo territorio, approfittando invece di un
altro orientamento largamente presente nell’arte
contemporanea: è la poetica dei materiali,
quella della sedimentazione dei segni e delle
tracce della natura nel corpo sensibile dell’opera.
È la reviviscenza di un’altra storia parallela che
viene raccolta nella natura e depositata nell’arte.
È la riscoperta che la materia è autonomamente
capace di significare, che essa recita una storia
di segni e contiene un deposito di tempi che non
si riassumono e non si lasciano erodere dalla
storia fastosa della nostra specie. Poldelmengo ci
dona opere che sono insieme e paradossalmente
forme nuove e archetipe, che utilizzano materiali
molto diversi fra loro: legno, cera d’api, vetro,
ferro, carta. Esse sono fortemente evocative,
richiamano l’originario e i suoi tipi, e lo fanno
con un’eleganza e una freschezza che le rende
insieme oggetti ornamentali e modelli di una
razionalità del mondo che la nostra coscienza
troppo supponente ha appannato.
Abbiamo dunque a che fare con arte molto
meditata che tuttavia non rinunzia alla spontaneità
del gesto, alla freschezza del tratto creativo.
È quanto testimoniano, fra l’altro, e forse in
particolare, come già si diceva, i disegni e i
bozzetti densi di una vita movimentata e astratta.
Essa ravviva, con la fugacità del segno, la memoria
della fugacità del mondo. Ma, insieme, il riproporsi
di schemi simbolici potenti ci rammenta che
bisognerebbe guadare il fiume in senso inverso
per riaprire il grande capitolo della bellezza come
predicato del mondo e non solo come malinconia
dell’Io.
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Massimo Poldelmengo: the Experience of ArtFeder i co Ve rce l lone
Like any artist who is aware and meditative,
Massimo Poldelmengo is traveling along the
troubled path of modern aesthetic consciousness.
He is well aware of the apparent fatuousness
that art is condemned to nowadays, but is also
aware that vanitas has always been a part of
art’s destiny. Art, as the highest paradigm of
symbolic expression, always has to deal with
its own transience and that of its meanings
as a model of signification, linked to certain
representational means or models, as well as
accepting the unavoidable fleetingness of any such
signification. This fleetingness, furthermore, makes
any signification more substantial because it is
dangerously suspended from a past moment that
could suddenly crash to the ground at any time.
Let’s consider the premises for a moment. The
birth of aesthetic consciousness coincides with
the birth of aesthetics: in particular, aesthetics as
a philosophy of art, having a philosophy, and thus
a specific ontology of the aesthetic object. It could
be argued that the birth of aesthetic consciousness
fatally coincides with the so-called «death of art».
Thematising art, and art alone, means separating it
from life and condemning it to a slow and refined
extinction. Indeed, from Hegel onwards, we are
dealing with the tragic awareness of the demise of
a common and shared experience of art works with
its counterpart in tragedy and classical figurative
art, particular in sculpture.
In this framework art becomes a private experience.
However it cannot be that alone, because it would
entail a very painful chagrin. Poldelmengo knows
all this well, and intends to react to this situation
following a path that we will outline later.
Aesthetic consciousness is, in this light, a
distraught and lonely consciousness that closely
dialogues with public consciousness. However, any
experience of beauty and art demands a public
judgement which is universal, despite its taking
place in the secrecy of the heart, a murmur of
the consciousness. Poldelmengo is well aware of
this too: it can be seen in the playful tracing of his
drawings, their colour, which is vivid and light at
the same time, reawakening the absence of the
world even as it evokes it. Poldelmengo well knows
that art compensates modern individuals for the
loss of the world, and gives them back playfulness
of thought. However he remembers symbolically
and with melancholy that art has maybe lost
forever the bright universe it was destined to. It is
no coincidence that Poldelmengo’s work features
ladders curving over backwards, almost as if to
ironically indicate the impossibility of the ascent.
What does aesthetic experience mean? Aesthetic
experience appears to be the experience of the
barren nature of the image, that is reduced in
modernity to a merely contemplative status with
no influence on the world. The history of aesthetic
experience is one of deprivation of the image that
is humiliated in its virtuality. Modernity establishes
a relationship between the artwork and the viewer,
one of reciprocal extraneousness that underlies an
impossible kinship. This is the secret of the artistic
seduction heralded by Kiekegaard, in Either-Or,
describing the aesthetic condition whereby Don
Juan lives the experience with the woman who is
the object of his desire each time as unique and
absolutely unrepeatable, ineffable in its beauty, as
precious as a gem in its singular perfection. It is an
experience that is congealed in a moment and in
that moment is consumed.
It is extreme refinement united with intense
participation and a fragile precariousness, that
blooms into an aesthetic experience. At the
same time, conversely, it witnesses a dispersion
which is just as extreme, in an indefinably varied
dissolution of the unity of the self, that cannot
seem to find within itself any continuity. And finally
this experience of aesthetic seduction described
by Kierkegaard favours not the possession of what
is real, but the image, as the papers in Diary of
a Seducer at the end of the first part of Either-Or
demonstrate.
The experience of aesthetic consciousness is
thus fundamentally an alienated one, needing to
reorganize its meaning, establishing an extrinsic
relationship between events, the one offered by
historic consciousness. Aesthetic consciousness
and historic consciousness therefore reflect a single
experience of alienation which is witnessed by the
connection offered to the events, not because of
their intrinsic characteristics, but for the anonymous
succession of a temporal sequence.
Indeed, a sequence puts events as well as art works
in order, after they have been extrapolated from
their living context.
Poldelmengo’s work critically crosses this
territory, exploiting another widespread trend of
contemporary art: the poetics of materials, the
sedimentation of signs and traces of nature in the
living body of the artwork. It’s the revivescence of
another parallel history, gathered from nature and
deposited in art. It is the rediscovery that matter
is autonomously capable of carrying meaning,
that it acts out a history of signs and that it holds
a repository of times that cannot be summarized
and cannot be eroded by the lavish history of
our species. Poldelmengo presents artworks that
are paradoxically and at the same time new and
archetypal forms, using very diverse materials:
wood, beeswax, glass, iron, paper. They are
powerfully evocative, recalling the origins and its
types, with an elegance and candour that makes
them simultaneously ornamental objects and
models of the rationality of the world, which our
presumptuous consciousness has obfuscated.
We are therefore dealing with a very deeply
considered art, but one that does not forego the
spontaneity of the gesture, the freshness of the
creative trait. Indeed, the drawings and sketches,
full of animated and abstract life, bear witness to
this. Through the fleetingness of its sign, this art
refreshes the memory of the fleetingness of the
world. The re-emergence of powerful symbolic
models also reminds us that we should ford the
river in the opposite direction in order to reconsider
the great question of beauty as a statement about
the world, and not only as a melancholy of the self.
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Die Erfahrung der Kunst von Massimo PoldelmengoFeder i co Ve rce l lone
Wie jeder bewusste und meditative Künstler so beteiligt
sich auch Massimo Poldelmengo am mühseligen Weg
des modernen ästhetischen Bewusstseins. Er ist sich
voll im Klaren über die scheinbare Irrelevanz, mit der
die Kunst in unserer Zeit verurteilt wird, ist sich aber
auch der Tatsache bewusst, dass Vergeblichkeit Teil
des Schicksals der Kunst in jedem Alter ist. Die Kunst,
als höchstes Paradigma des symbolischen Ausdrucks,
rechnet jeweils ab mit ihrer eigenen Begrenztheit, da
sie als Bedeutungsmodell bestimmten repräsentativen
Mitteln und Modellen verbunden ist. Und gemeinsam
muss sie sich mit der unvermeidlichen Vergänglichkeit
aller Bedeutung konfrontieren. Eine Vergänglichkeit, die
ausserdem jede Bedeutsamkeit wesentlicher macht, als
diese immer gefährlich diesem Augenblick ausgesetzt ist,
der plötzlich untergehen könnte.
Lassen Sie uns für einen Moment bei der Prämisse
bleiben. Die Geburt des ästhetischen Bewusstseins
fällt mit der Bildung der Ästhetik und insbesondere
der Ästhetik als Philosophie der Kunst zusammen, mit
einer Philosophie, und deshalb mit einer spezifischen
Ontologie des ästhetischen Objekts. Wir könnten sagen,
dass die Geburt des ästhetischen Bewusstseins sich so
fatal deckt mit dem sogenannten “Tod der Kunst”. Kunst
und nur Kunst zu thematisieren bedeutet in der Tat sie
vom Leben zu trennen und sie zu einem langsamen und
raffinierten Aussterben zu verurteilen. Seit Hegel haben
wir mit dem tragischen Bewusstsein des Niedergangs
einer gemeinsamen Erfahrung des Kunstwerks zu
tun, der seine Entsprechung in der Tragödie und der
klassischen bildenden Kunst hat, insbesondere in der
Bildhauerei. Kunst wird in diesem neuen Rahmen zu
einer privaten Erfahrung. Dennoch kann es nicht nur
dies sein, da dies zu einer zu schmerzhaften Demütigung
führte. Poldelmengo weiß all dies und beabsichtigt, auf
diese Situation zu reagieren, indem er einem Pfad folgt,
zu dem wir später kommen werden.
Das ästhetische Bewusstsein ist aus dieser Sicht ein
zerrissenes, einsames Bewußtsein, das sich eher aus
der Nähe mit dem öffentlichen Bewusstsein konfrontiert.
Jede Erfahrung von Schönheit und Kunst ruft, trotz
allem, eine öffentliches, universelles Urteil hervor, so
sehr es sich auch im Geheimnis eines Herzens oder
im Flüstern des Bewusstseins verzehrt. Auch dessen
ist sich Poldelmengo extrem bewusst, wie auch das
Spielerische seiner Skizzen bezeugt, mit ihren gleichsam
leuchtenden und leichten Farben, die das Fehlen der
Welt wiedererweckt, während es die Welt beschwört.
Poldelmengo weiß, dass die Kunst das moderne
Individuum für den Verlust der Welt ausgleicht, ihm
einen spielerischen Gedanken zurückgibt, er erinnert
sich dennoch symbolisch und auch auf melancholische
Weise, dass die Kunst vielleicht für immer das sonnige
Universum verloren hat, das ihr bestimmt war. Es ist
kein Zufall, dass wir in den Werken Poldelmengos
Treppen finden, die auf sich selbst zurückführen, fast
um ironischerweise auf die Unmöglichkeit des Aufstiegs
hinzuweisen.
Was bedeutet ästhetische Erfahrung? Die ästhetische
Erfahrung gestaltet sich als eine Erfahrung der
Sterilität des Bildes, die modernerweise reduziert wird
auf ein nur kontemplatives Statut, ohne Einfluss auf
die Welt. Die Geschichte der ästhetischen Erfahrung
ist eine Geschichte der Unfruchtbarkeit des Bildes,
das hinsichtlich seiner Virtualität gedemütigt wird.
Zwischen dem Werk und seinem Betrachter entsteht
modernerweise eine Beziehung der gegenseitigen
Fremdheit, die eine unmögliche Affinität impliziert.
Dies ist im Grunde das Geheimnis der künstlerischen
Verführung, die in Kierkegaard in Entweder-Oder
angekündigt wird, in der Beschreibung des ästhetischen
Stadiums, für das Don Giovanni sich der Erfahrung mit
der Frau stellt, die jeweils das Objekt seiner Begierde
ist, als einzigartige und unwiederholbare Erfahrung,
erhaben in ihrer Schönheit, kostbar wie ein Edelstein
in ihrer absoluten Perfektion. Es ist eine Erfahrung,
die im Moment gerinnt und die sich in nur einem
Moment verbraucht. Es ist eine extreme Raffinesse
vereint mit einer intensiven Teilnahme und einer fragilen
Unsicherheit, die sich so öffnet in der ästhetischen
Erfahrung. Aber jetzt wird diese zum Zeugen einer
ebenso extremen Dispersion, einer nicht definierten,
vielfältigen Auflösung des Ich-Gefüges, die in sich selbst
keinerlei Kontinuität findet. Am Ende ist dies ein Erlebnis
Kierkegaardscher ästhetischer Verführung, die nicht den
tatsächlichen Besitz bevorzugt, sondern das Bild, wie die
Seiten des Tagebuch eines Verführers bezeugen, die den
ersten Teil von Entweder-Oder abschließen.
Die Erfahrung des ästhetischen Bewusstseins ist
also im Grunde eine entfremdete, welche vom
Geschichtsbewusstsein geliefert wird, die ihren
eigentlichen Sinn neu organisieren muss, durch
Erstellung einer extrinsischen Verbindung zwischen
den Ereignissen. Das ästhetische und das historische
Bewusstsein spiegeln also eine einzige Erfahrung
der Entfremdung wieder, die bezeugt wird durch
die bereitgestellte Verbindung zwischen den
Ereignissen, nicht auf der Grundlage ihrer intrinsischen
Eigenschaften, sondern auf der Grundlage der anonymen
zeitlichen Abfolge. Die Abfolge bringt die Ereignisse und
Kunstwerke in der Tat in eine Ordnung, nachdem sie aus
ihrem lebenden Zusammenhang genommen wurden.
Die Arbeit von Poldelmengo kreuzt kritisch dieses
Gebiet, unter Ausnutzung einer anderen Orientierung,
die in der zeitgenössischen Kunst weit verbreitet ist:
Es ist die Poesie der Materialien, die der Sedimentation
der Zeichen und Spuren der Natur im sensiblen
Körper des Werkes. Es ist die Wiederbelebung einer
anderen parallelen Geschichte, die in der Natur
gesammelt und in der Kunst abgelagert wird. Es ist die
Wiederentdeckung, dass die Materie eigenständig in
der Lage ist, eine Bedeutung zu haben, dass sie eine
Geschichte von Zeichen rezitiert und ein Lager von Zeit
beinhaltet, das man nicht zusammenfassen kann und
das sich nicht konsumieren lässt durch die prunkvolle
Geschichte unserer Spezies. Poldelmengo gibt uns
Werke, die gleichzeitig und paradoxerweise neue
Formen und Archetypen sind, die sehr unterschiedliche
Materialien verwenden: Holz, Bienenwachs, Glas,
Eisen, Papier. Diese sind sehr eindrucksvoll und
weisen auf das Original und seine Typen hin, und sie
tun dies mit einer Eleganz und Frische, die sie sowohl
zu ornamentalen Objekten als auch zu Modellen
von Rationalität der Welt werden lässt, die unser zu
hochmütiges rechthaberisches Gewissen getrübt haben.
Wir haben daher mit einer sehr reflektierten Kunst
zu tun, die dennoch nicht auf die Spontaneität der
Geste oder auf die Frische der kreativen Strecke
verzichtet. Wie schon erwähnt, bezeugen dies vor
allem die Zeichnungen und Skizzen, die voll bewegtem
und abstraktem Leben sind. Dieses belebt Dank der
Vergänglichkeit des Zeichens die Erinnerung an die
Vergänglichkeit der Welt. Aber zugleich erinnert uns
das Wiederauftreten von mächtigen symbolischen
Mustern, dass man den Fluss in die entgegengesetzte
Richtung betrachten müsste, um das große Kapitel
der Schönheit als Prädikat der Welt und nicht nur als
Melancholie des Ego wieder zu öffnen.
58 / 59
L’opera del primaMass imoPolde lmengo 1996–2010
ogni opera appartienea quella precedente come questaappartiene alla successivanella gestualità del segnoquesto concetto è ben visibile poichéogni segno è in relazione al successivoe di conseguenza esso è condizionedell’esistenza del primo
il progetto pone in esserel’opera del dopoil progetto quindi viene dopo l’opera
opera del primaciò che era prima in un determinato spazio
opera del dopo – in assenza di spazio –ciò che viene dopo non esiste nello spazioesiste nel tempo
l’artista fugge il misticismonel momento in cui operaun segno visibile
l’opera può essere concentratain un solo segnoesso unificherà l’opera del primaa quella del dopo»
«nell’opera bisogna guardareagli elementi che appartengonoal prima e al dopoperché l’opera contiene eannulla il tempo della sua creazione
l’opera contiene il tuttoda cui togliere e aggiungerein una successione spazio-temporale dinamica
l’opera nasce in quel momentoperché è già lìogni opera visibile appartieneal prima come al dopo
l’opera è il centro da cuipartire per abbandonare il tempo
il minimo interventodà origine all’opera del prima
l’opera del dopo deveessere costruita
l’opera del primaproduce quiete
l’opera del dopoproduce energia
60 / 61
«in an artwork one should lookat the elements which belongto before and afterbecause the artwork contains andcancels out the time of its creation
the artwork contains the wholefrom which to take away or add onin a dynamic succession of space and time
the artwork is born in that momentbecause it is already thereevery visible artwork belongs to before as it does to after
the artwork is the centre from whereone departs to abandon time
the slightest interventioncreates the artwork of before
the artwork of after needsto be made
the artwork of beforecreates tranquillity
the artwork of aftercreates energy
every artwork belongsto the one before it, as thatdoes to the one after itthis concept can plainly be seen in the gesture of the signas every sign is related to that which comes afterand therefore it is a conditionof the existence of the former
a project brings aboutthe artwork of afterthe project therefore comes after the artwork
artwork of beforewhat was before in a given space
artwork of after – in the absence of space –what comes after does not exist in spaceit exists in time
the artist shuns mysticismwhen he makesa visible sign
the artwork can be concentrated in a single signit will unify the artwork of before
with that of after»
The artwork of beforeMass imoPolde lmengo 1996–2010
62 / 63
«man muss im Kunstwerkdie elemente betrachten,die zum Vorher und nachher gehören:weil das Werk die Zeit seiner entstehungenthält und auslöscht
das Werk enthält das ganzevon dem man etwas wegnimmt und etwas hinzufügtin einer dynamischen, räumlich-zeitlichen Abfolge
das Werk wird in diesem moment geborenweil es schon da istjedes sichtbare Werkgehört zum Vorher wie zum nachher
das Werk ist das Zentrum, von demman aufbricht, um die Zeit zu verlassen
jede minimale Interventionlässt die Arbeit des Vorher entstehen
das Werk des nachhermuss konstruiert werden
das Werk des Vorherproduziert Ruhe
das Werk des nachherproduziert energie
Das Kunstwerk des VorherMass imoPolde lmengo 1996–2010
jedes Werk gehörtzu dem vorhergehenden wie dieseszum nächsten gehörtin den gesten des Zeichensist dieses Konzept deutlich sichtbar, derweiljedes Zeichen in Bezug zum nächsten stehtund folglich ist es Bedingungfür die existenz des ersten
das projekt setztdas Werk des nachher eindas projekt kommt also nach dem Werk
Werk des Vorherdas, was vorher in einem gegebenen Raum war
Werk des nachher – in Abwesenheit von Raum –was danach kommt, existiert nicht im Raumes existiert in der Zeit
der Künstler flieht die mystikin dem moment, in dem erein sichtbares Zeichen schafft
das Werk kann zusammengefasst werdenin einem einzigen Zeichendies wird das Werk des Vorhermit dem Werk des nachher einen»
Le opere / The art works / Die Waerke
1 Pietra blu, legno, ferro, marmo / Blue Stone, Wood, Iron, Marble / Blauer Stein, Holz, Eisen, Marmor
1988 pietra, legno, ferro, travertino, vetro / stone, wood, iron, travertine marble, glass / Stein, Holz, Eisen, Marmor, Glas
cm 24 x 121 x 3
66 / 67
2 Trittico / Triptych / Triptychon
1988 ferro, vetro, pigmenti / iron, glass, pigments / Eisen, Glas, Pigmente
cm 100 x 150 x 3
68 / 69
3 Il tempo di Canova / The Time of Canova / Die Zeit von Canova
1992 ferro, vetro, legno, carta / iron, glass, wood, paper / Eisen, Glas, Holz, Papier
cm 138 x 91 x 11
70 / 71
4 Dittico del tempo / Diptych of Time / Diptychon der Zeit
1992 tecnica mista su carta da lettere / mixed media on letter writ ing paper / gemischte Technik auf Briefpapier
mm 440 x 590
72 / 73
5 Scala / Ladder / Leiter
1992 ferro, vetro, pell icola fotografica / iron, glass, photographic fi lm / Eisen, Glas, Filmrolle
cm 230 x 60 x 60
74 / 75
6 Totem
1993 legno, vetro, ferro, pell icola fotografica / wood, glass, iron, photographic fi lm / Holz, Glas, Eisen, Filmrolle
cm 233 x 87,5 x 10
76 / 77
78 / 79
7 Sequenze / Sequences / Sequenzen
1994 ferro, vetro, Polatransfer / iron, glass, Polatransfer / Eisen, Glas, Polatransfer
cm 212 x 101 x 56
80 / 81
8 Curva del tempo / Curve of Time / Zeitkurve
1994 tecnica mista su carta, pell icola fotografica / mixed media on paper, photographic fi lm / gemischte Technik auf Papier, Filmrolle
mm 600 x 500
82 / 83
9 Il tempo monta / Time Increases / Die Zeit steigt
1994 tecnica mista su carta, pell icola fotografica / mixed media on paper, photographic fi lm / gemischte Technik auf Papier, Filmrolle
mm 600 x 500
84 / 85
10 Scala / Ladder / Leiter
1994 tecnica mista su carta, pell icola fotografica / mixed media on paper, photographic fi lm / gemischte Technik auf Papier, Filmrolle
mm 700 x 550
86 / 87
11 L’opera è il centro / The Artwork is the Centre / Das Werk ist das Zentrum
1996-2012 legno, neon, pell icola fotografica / wood, neon, photographic fi lm / Holz, Neon, Filmrolle
cm 130 x 130 x 5
88 / 89
12 Grande libro / Large Book / Großes Buch
1996 ferro, vetro / iron, glass / Eisen, Glas
cm 83 x 83 x 4
90 / 91
13 Libro / Book / Buch
1996 ferro, gomma, velluto, carta / iron, rubber, velvet, paper / Eisen, Gummi, Samt, Papier
cm 29,7 x 21 x 1
92 / 93
14 Scala / Ladder / Leiter
2001 acciaio inox, legno brunito / stainless steel, burnished wood / rostfreies Stahl, poliertes Holz
cm 240 x 60 x 124
94 / 95
15 Senza titolo / Untitled / Ohne Titel
2004 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 700 x 500
96 / 97
16 Progetto per fonte battesimale / Design for Baptismal Font / Projekt für einen Taufstein
2006-07 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 770 x 570
98 / 99
17 Tempo / Time / Zeit
2008 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 700 x 500
100 / 101
18 Pesce / Fish / Fisch
2010 ferro, legno, foglia d’oro / iron, wood, gold leaf / Eisen, Holz, Blattgold
cm 33 x 33 x 4,2
102 / 103
19 L’opera del prima / The Artwork of Before / Das Werk des Vorher
2010 tecnica mista su carta, legno / mixed media on paper, wood / gemischte Technik auf Papier, Holz
cm 33 x 33 x 4
104 / 105
20 Trittico / Triptych / Triptychon
2010 combustione su carta / combustion on paper / Verbrennung auf Papier
mm 230 x 690
106 / 107
21 Leggio / Lectern / Notenständer
2010 ferro, carta, foglia d’oro, gomma / iron, paper, gold leaf, rubber / Eisen, Papier, Blattgold, Gummi
cm 124 x 56 x 32
108 / 109
22 Trittico / Tryptych / Triptychon
2010 tecnica mista su carta, ferro, vetro, foglia d’oro / mixed media on paper, iron, glass, gold leaf / gemischte Technik auf Papier, Eisen, Glas, Blattgold
cm 41 x 156 x 3
110 / 111
23 Canova
2010 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 560 x 760
112 / 113
24 Crocifissione / Crucifixion / Kreuzigung
2011 legno, ferro, vetro di Murano / wood, iron, Murano glass / Holz, Eisen, Murano Glas
cm 290 x 73 x 66
114 / 115
25 XVI
2012 ferro con taglio al laser / iron with laser cut / mit Laser zerschnittenes Eisen
cm 215 x 209 x 141
116 / 117
26 Incontro / Encounter / Treffen
2013 ferro, foglia d’oro / iron, gold leaf / Eisen, Blattgold
cm 65,5 x 51 x 59,8
118 / 119
27 Casa / House / Haus
2013 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 700 x 500
120 / 121
28 Doppio / Double / Doppelt
2013 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 765 x 560
122 / 123
29 Crocifissione / Crucifixion / Kreuzigung
2013 tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 765 x 575
124 / 125
30 Due / Two / Zwei
2013 legno, ferro, vetro / wood, iron, glass / Holz, Eisen, Glas
cm 234 x 39 x 52,5
Apparati / References Referenzen
a cura di / by / herausgegeben von
StefanoChiarandini,AliceCollavin
Catalogo delle opere / Catalogue of the Works / Katalog der Werke
1
Pietra blu, legno, ferro, marmo / Blue Stone, Wood, Iron, Marble / Blauer Stein, Holz, Eisen, Marmor
1988
pietra, legno, ferro, travertino, vetro / stone, wood, iron, travertine marble, glass / Stein, Holz, Eisen, Marmor, Glas
cm 24 x 121 x 3
quattro elementi / four elements / vier Elemente
non firmato, non datato / unsigned, undated / unsigniert, undatiert
Fondazione Musei Civici di Venezia – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro (inv. 1167 BA)
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Acquisito dal Comune di Venezia, -attraverso la borsa di studio vinta dall’artista, nell’ambito della rassegna Arteveneto 73a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, 1989 / Acquired by the Comune di Venezia, throught the study grant won by the artist at Arteveneto, 73rd group exhibition at Bevilacqua La Masa, 1989 / Erworben von der Stadt Venedig durch das vom Künstler auf der 73. Sammelausstellung Arteveneto in Bevilacqua La Masa gewonnene Stipendium, 1989
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Arteveneto 73 - a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 22 dicembre 1988 – 23 gennaio 1989
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Civici Musei Veneziani d’Arte e di -Storia, 1988, p. 53
Arteveneto 73 - a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, 1988, pp. 39, 57
Galleria Internazionale d’Arte -Moderna di Ca’ Pesaro. La scultura, 2006, p. 231
2
Trittico / Triptych / Triptychon
1988
ferro, vetro, pigmenti / iron, glass, pigments / Eisen, Glas, Pigmente
cm 100 x 150 x 3
firmato e datato sul verso «Poldelmengo 88» / signature and date «Poldelmengo 88» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Poldelmengo 88»
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Arteveneto 73 - a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 22 dicembre 1988 – 23 gennaio 1989
Massimo Poldelmengo - , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 20 gennaio – 2 febbraio 1990
Percorsi. Mostra d’arte -contemporanea, Campolongo al Torre (Udine), Sede Municipale, 23 settembre – 30 novembre 2007
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Massimo Poldelmengo - , 2007, p. 141
A. Del Puppo, 2008, pp. 693, 696 -
3
Il tempo di Canova / The Time of Canova / Die Zeit von Canova
1992
ferro, vetro, legno, carta / iron, glass, wood, paper / Eisen, Glas, Holz, Papier
cm 138 x 91 x 11
firmato e datato sul verso «Poldelmengo 92» / signature and date «Poldelmengo 92» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Poldelmengo 92»
collezione privata / private collection / private Sammlung
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 1992
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
4
Dittico del tempo / Diptych of Time / Diptychon der Zeit
1992
tecnica mista su carta da lettere / mixed media on letter writing paper / gemischte Technik auf Briefpapier
cm 440 x 590
due elementi / two elements / zwei Elemente
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo 92» / signed and dated «Poldelmengo 92» on the front, bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo 92» in der unteren rechten Ecke
Regione Friuli Venezia Giulia (inv. 64444)
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 1992
5
Scala / Ladder / Leiter
1992
ferro, vetro, pellicola fotografica / iron, glass, photographic film / Eisen, Glas, Filmrolle
cm 230 x 60 x 60
firmato sulla pellicola fotografica «Poldelmengo» / signed on the photographic film «Poldelmengo» / signiert auf der Filmrolle «Poldelmengo»
collezione privata / private collection / private Sammlung
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 1992
Massimo Poldelmengo. Scale - , Pordenone, Galleria Sagittaria, 17 febbraio – 1 aprile 2001
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Massimo Poldelmengo. Scale - , 2001, p. 38
6
Totem
1993
legno, vetro, ferro, pellicola fotografica / wood, glass, iron, photographic film / Holz, Glas, Eisen, Filmrolle
cm 233 x 87,5 x 10
firmato sulla pellicola fotografica «Poldelmengo» / signed on the photographic film «Poldelmengo» / signiert auf der Filmrolle «Poldelmengo»
collezione privata / private collection / private Sammlung
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Contemporanea/mente - , Trieste, Museo Revoltella, 19 dicembre 2012 – 15 marzo 2013
128 / 129
7
Sequenze / Sequences / Sequenzen
1994
ferro, vetro, Polatransfer / iron, glass, Polatransfer / Eisen, Glas, Polatransfer
cm 212 x 101 x 56
firmato sul verso delle Polatransfer «Poldelmengo» / signature «Poldelmengo» on the back of Polatransfer / signiert auf der Rückseite Polatransfer «Poldelmengo»
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo. Diurnale - , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 9 luglio 1994
Metaforiche razionalità - in Hicetnunc ’95. Rassegna d’arte contemporanea in tre centri storici del pordenonesi, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Chiesa di San Lorenzo, 3 – 25 giugno 1995
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
A. Bertani, 1995, pp. 28-29 -
8
Curva del tempo / Curve of Time / Zeitkurve
1994
tecnica mista su carta, pellicola fotografica / mixed media on paper, film / gemischte Technik auf Papier, Filmrolle
mm 600 x 500
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo 94» / signed and dated «Poldelmengo 94» on the front, bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo 94» in der unteren rechten Ecke
Museo Civico d’Arte di Pordenone – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato” (inv. 1508)
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Acquistato dal Museo Civico d’Arte -di Pordenone dall’artista, 2005 / Acquired from the artist by the Museo Civico d’Arte in Pordenone, 2005 / Durch das Museo Civico d’Arte in Pordenone erworben vom Künstler, 2005
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Frammenti di* - segno, Pordenone, Palazzo Gregoris, 18 dicembre 2004 – 9 gennaio 2005
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Massimo Poldelmengo. -Frammenti di*segno, 2004, pp. 7-8
9
Il tempo monta / Time Increases / Die Zeit steigt
1994
tecnica mista su carta, pellicola fotografica / mixed media on paper, film / gemischte Technik auf Papier, Filmrolle
mm 600 x 500
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo 94» / signed and dated «Poldelmengo 94» on the front, bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo 94» in der unteren rechten Ecke
Fondazione Concordia 7 (Pordenone)
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Donato dall’artista, 2001 / Donated -by the artist, 2001 / Geschenkt vom Künstler, 2001
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
La collezione Concordia 7. Arte -dalla storia del Centro Culturale Casa Antonio Zanussi Pordenone, 2011, p. 270
10
Scala / Ladder / Leiter
1994
tecnica mista su carta, pellicola fotografica / mixed media on paper, film / gemischte Technik auf Papier, Filmrolle
mm 700 x 550
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo 94» / signed and dated «Poldelmengo 94» on the front, bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo 94» in der unteren rechten Ecke
Provincia di Pordenone (inv. 27231)
11
L’opera è il centro / The Artwork is the Centre / Das Werk ist das Zentrum
1996-2012
legno, neon, pellicola fotografica / wood, neon, photographic film / Holz, Neon, Filmrolle
cm 130 x 130 x 5
firmato e datato sul verso «Poldelmengo 96/2012» / signature and date «Poldelmengo 96/2012» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Poldelmengo 96/2012»
collezione privata / private collection / private Sammlung
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
L’Opera è il centro - , Udine, Artestudio Clocchiatti, 26 ottobre – 28 novembre 1996
Contemporanea/mente - , Trieste, Museo Revoltella, 19 dicembre 2012 – 15 marzo 2013
12
Grande libro / Large Book / Großes Buch
1996
ferro, vetro / iron, glass / Eisen, Glas
cm 83 x 83 x 4
firmato sul verso «Poldelmengo» / signature «Poldelmengo» on the back / signiert der Rückseite «Poldelmengo»
Civici Musei di Udine – Casa Cavazzini Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine (inv. 1399)
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Acquistato dai Musei Civici di Udine -da Artestudio Clocchiatti, 1998 / Acquired by Musei Civici di Udine from Artestudio Clocchiatti, 1998 / Erworben von den Musei Civici Udine von Artestudio Clocchiatti, 1998
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - in Hicetnunc ‘92, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Torre Scaramuccia, 27 giugno – 12 luglio 1992
Nuove contaminazioni: -architettura, arte, design, fotografia, museo, città, territorio, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, Chiesa di San Francesco, Galleria Artesegno, Artestudio Clocchiatti, Galleria Colussa, Galleria Plurima, 28 giugno – 18 agosto 1996
L’Opera è il centro - , Udine, Artestudio Clocchiatti, 26 ottobre – 28 novembre 1996
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
A. Bertani, 1992 -
Arte del Friuli Venezia Giulia -in Consiglio Regionale, 1998, pp. 15-17, 25-28
I. Reale, 2000, p. 107 -
13
Libro / Book / Buch
1996
ferro, gomma, velluto, carta / iron, rubber, velvet, paper / Eisen, Gummi, Samt, Papier
cm 29,7 x 21 x 1
firmato e datato in basso a destra nell’ultima pagina interna «Poldelmengo 96» / signed and dated on the bottom right corner of last page «Poldelmengo 96» / signiert und datiert «Poldelmengo 96» unten rechts auf der letzten Seite
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Bibliotec/arte – infiltrazioni -estetiche libri da guardare tra libri da leggere, Cordovado (Pordenone), 17 giugno – 31 agosto 2011
14
Scala / Ladder / Leiter
2001
acciaio inox, legno brunito / stainless steel, burnished wood / rostfreies Stahl, poliertes Holz
cm 240 x 60 x 124
non firmato, non datato / unsigned, undated / unsigniert, undatiert
Fondazione “Ado Furlan” (Spilimbergo)
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Acquistato dalla Fondazione “Ado -Furlan” dall’artista, 2010 / Acquired from the artist by the Fondazione “Ado Furlan”, 2010 / Durch das Fondazione “Ado Furlan” erworben vom Künstler, 2010
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo. Scale - , Pordenone, Galleria Sagittaria, 17 febbraio – 1 aprile 2001
Massimo Poldelmengo. Da uno -spazio all’altro, Udine, Artestudio Clocchiatti, 5 aprile – 10 maggio 2003.
Premio In Sesto. Massimo -Poldelmengo, Pordenone, Fondazione “Ado Furlan”, 9 ottobre – 10 dicembre 2010
Percorsi nella scultura italiana - , Spilimbergo (Pordenone), Palazzo Tadea, Spazi Espositivi permanenti, 2011 – 2013
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Massimo Poldelmengo. Scale - , 2001, pp. 10-12
15
Senza titolo / Untitled / Ohne Titel
2004
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 700 x 500
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo 2004» / signed and dated «Poldelmengo 2004» on the front, bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo 2004» in der unteren rechten Ecke
Museo Civico d’Arte di Pordenone – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato” (inv. 1510)
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Donato dall’artista, 2006 / - Donated by the artist 2006 / Geschenkt vom Künstler, 2006
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo. Frammenti -di*segno, Pordenone, Palazzo Gregoris, 18 dicembre 2004 – 9 gennaio 2005
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Massimo Poldelmengo. Frammenti -di*segno, 2004, p. 6
16
Progetto per fonte battesimale / Design for Baptismal Font / Projekt für einen Taufstein
2006-07
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 770 x 570
firmato sul recto in basso a destra «Poldelmengo» ed intitolato e datato sul verso «Progetto per fonte battesimale 2006/07» / signed on the front, bottom right corner «Poldelmengo»; title and date «Progetto per fonte battesimale 2006/07» on the back / signiert auf der Vorderseite unten rechts «Poldelmengo», Titel und Datum auf der Rückseite «Progetto per fonte battesimale 2006/07»
Università degli Studi di Udine
ProVenienza / ProVenanCe / herKUnFt
Donato dall’artista, 2008 / - Donated by the artist, 2008 / Geschenkt vom Künstler, 2008
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Artisti del Novecento per Uniud, - Udine, Università degli Studi di Udine, Aula Magna, ottobre – novembre 2008
17
Tempo / Time / Zeit
2008
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 700 x 500
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo 08» / signed and dated «Poldelmengo 08» on the front, bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo 08» in der unteren rechten Ecke
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Maestri a Nordest. Seconda -rassegna biennale d’arte contemporanea, San Giovanni di Casarsa (Pordenone), Centro Comunitario – Area Festeggiamenti, 7 – 24 giugno 2012
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Maestri a Nordest. Seconda -rassegna biennale d’arte contemporanea, 2012
18
Pesce / Fish / Fisch
2010
ferro, legno, foglia d’oro / iron, wood, gold leaf / Eisen, Holz, Blattgold
cm 33 x 33 x 4,2
intitolato, firmato e datato sul verso «Pesce Poldelmengo 2010» / title, signature and date «Pesce Poldelmengo 2010» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Pesce Poldelmengo 2010»
collezione privata / private collection / private Sammlung
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
Venti d’arte in Friuli Venezia -Giulia: ieri ed oggi, Manzano (Udine), Antico Foledôr “Boschetti della Torre”, 25 settembre – 8 dicembre 2010
Contemporanea/mente - , Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 21 settembre – 18 novembre 2012
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
A. Del Puppo, 2010, p. 74 -
19
L’opera del prima / The Artwork of Before / Das Werk des Vorher
2010
tecnica mista su carta, legno / mixed media on paper, wood / gemischte Technik auf Papier Holz
cm 33 x 33 x 4
firmato e datato sul verso «Poldelmengo 2010» / signature and date «Poldelmengo 2010» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Poldelmengo 2010»
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Arte, architettura e liturgia - , Motta di Livenza (Treviso), La Castella, 12 marzo – 25 aprile 2010
Massimo Poldelmengo - , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 22 maggio – 30 giugno 2010
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
20
Trittico / Triptych / Triptychon
2010
combustione su carta / combustion on paper / Verbrennung auf Papier
mm 230 x 690
tre elementi / three elements / drei Elemente
firmati e datati sul recto in basso a destra «Poldelmengo 10» e numerati in basso a sinistra «I», «II», «III» / signed and dated «Poldelmengo 10» on the front, bottom right corner and numbered «I», «II», «III» on bottom left / signiert und datiert «Poldelmengo 10» auf der Vorderseite unten rechts und nummeriert unten links «I», «II», «III»
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 22 maggio – 30 giugno 2010
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
Maestri a Nordest. Seconda -rassegna biennale d’arte contemporanea, San Giovanni di Casarsa (Pordenone), Centro Comunitario – Area Festeggiamenti, 7 – 24 giugno 2012
21
Leggio / Lectern / Notenständer
2010
ferro, carta, foglia d’oro, gomma / iron, paper, gold leaf, rubber / Eisen, Papier, Blattgold, Gummi
cm 124 x 56 x 32
firmato e datato sul verso «Poldelmengo 2010» / signature and date «Poldelmengo 2010» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Poldelmengo 2010»
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 22 maggio – 30 giugno 2010
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
Libri di_versi 3 - , Portogruaro (Venezia), Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini”, 9 – 24 luglio 2011
Contemporanea/mente - , Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 21 settembre – 18 novembre 2012
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Libri di_versi 3 - , 2011
22
Trittico / Tryptych / Triptychon
2010
tecnica mista su carta, ferro, vetro, foglia d’oro / mixed media on paper, iron, glass, gold leaf / gemischte Technik auf Papier, Eisen, Glas, Blattgold
cm 41 x 156 x 3
tre elementi / three elements / drei Elemente
firmato sul recto in basso a destra «Poldelmengo» / signed «Poldelmengo» on the front, bottom right corner / signiert «Poldelmengo» in der unteren rechten Ecke
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 22 maggio – 30 giugno 2010
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
Contemporanea/mente - , Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 21 settembre – 18 novembre 2012
130 / 131
23
Canova
2010
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 560 x 760
firmato e datato sul verso «Poldelmengo 2010» / signature and date «Poldelmengo 2010» on the back / signiert und datiert auf der Rückseite «Poldelmengo 2010»
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo - , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 22 maggio – 30 giugno 2010
Questo l’ho fatto io! Massimo -Poldelmengo. Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010
Contemporanea/mente - , Trieste, Museo Revoltella, 19 dicembre 2012 – 15 marzo 2013
24
Crocifissione / Crucifixion / Kreuzigung
2011
legno, ferro, vetro di Murano / wood, iron, Murano glass / Holz, Eisen, Murano Glas
cm 290 x 73 x 66
firmato e datato sulla base dell’opera «Poldelmengo 11» / signed and dated «Poldelmengo 11» on the base / signiert und datiert «Poldelmengo 11» an der Basis des Werks
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Contemporanea/mente - , Pordenone, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”, 21 aprile – 21 giugno 2012; Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 21 settembre – 18 novembre 2012
Arte per tre generazioni. Il -museo si fa spazio al PArCo, Pordenone, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”, 30 giugno – 2 settembre 2012
25
XVI
2012
ferro con taglio al laser / iron with laser cut / mit Laser zerschnittenes Eisen
cm 215 x 209 x 141
non firmato, non datato / unsigned, undated / unsigniert, undatiert
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Giardini d’arte. Dieci anni - , Pordenone, 29 giugno – 31 agosto 2012
bibliograFia / bibliograPhy / bibliograFie
Poldelmengo Massimo -(Pordenone, 1964), 2012, p. 21
26
Incontro / Encounter / Treffen
2013
ferro, foglia d’oro / iron, gold leaf / Eisen Blattgold
cm 65,5 x 51 x 59,8
firmato e datato sulla base dell’opera «Poldelmengo/13» / signed and dated «Poldelmengo/13» on the base / signiert und datiert «Poldelmengo/13» an der Basis des Werks
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
27
Casa / House / Haus
2013
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 700 x 500
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo/13» / signed and dated on the front, bottom right corner «Poldelmengo/13» / signiert und datiert «Poldelmengo/13» unten rechts
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
esPosizioni / eXhibitions / aUsstellUngen
Massimo Poldelmengo. Preludi - , Rosazzo di Manzano (Udine), Casa Furlan, 6 luglio – 25 agosto 2013
28
Doppio / Double / Doppelt
2013
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 765 x 560
non firmato, non datato / unsigned, undated / unsigniert, undatiert
collezione dell’artista / collection of the artist / Sammlung des Künstlers
29
Crocifissione / Crucifixion / Kreuzigung
2013
tecnica mista su carta / mixed media on paper / gemischte Technik auf Papier
mm 765 x 575
firmato e datato sul recto in basso a destra «Poldelmengo/13» / signed and dated «Poldelmengo/13» on the front bottom right corner / signiert und datiert «Poldelmengo/13» unten rechts
collezione dell’artista / collection of the
artist / Sammlung des Künstlers
30
Due / Two / Zwei
2013
legno, ferro, vetro / wood, iron, glass / Holz, Eisen, Glas
cm 234 x 39 x 52,5
non firmato, non datato / unsigned, undated / unsigniert, undatiert
collezione privata / private collection / private Sammlung
132 / 133
Massimo Poldelmengo nasce nel 1964 a Pordenone
dove, in giovane età, inizia a frequentare l’ambiente
artistico della città.
Nel 1985 si iscrive al corso di pittura presso l’Accademia
di Belle Arti di Venezia e prosegue gli studi sotto la
guida prima di Corrado Balest (Sospirolo di Belluno,
1923) e poi di Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940);
nel 1988 Poldelmengo partecipa ad Arteveneto 73a
Mostra collettiva presso la Galleria Bevilacqua La Masa
di Venezia e vince una borsa di studio con l’opera
Pietra blu, legno, ferro, marmo (1988), ora conservata
nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro
di Venezia. Questo è solo l’inizio di una serie di
partecipazioni alle esposizioni organizzate dall’istituzione
veneziana, che impegnano Poldelmengo almeno fino al
1992. Nel 1989 Fabrizio Plessi lo conduce al diploma.
Durante l’ultimo anno accademico l’artista parte alla volta
della Spagna, dove frequenta la Facoltà di Belle Arti di Madrid
ed espone nella mostra collettiva Artisti italiani (1989).
Rientrato in Friuli, negli anni Novanta Poldelmengo avvia
un proficuo rapporto di collaborazione con l’Associazione
Culturale “la roggia” di Pordenone, che gli consente
di spingersi oltre i confini nazionali (Madrid, Maribor,
ad esempio). Dal 1992 al 2001 partecipa a numerose
edizioni della rassegna d’arte contemporanea Hicetnunc,
curata da Angelo Bertani a San Vito al Tagliamento.
In seguito alla mostra Nuove Contaminazioni,
organizzata a Udine nel 1996 dalla Galleria d’Arte
Moderna, opere di Poldelmengo entrano a far parte
delle collezioni civiche udinesi e della Fondazione Teatro
Nuovo Giovanni da Udine.
Nel 1997 nasce il progetto Axiom, grazie alla
collaborazione fra l’artista e Massimo De Mattia,
musicista e compositore pordenonese; Axiom li
impegna in suggestive performances, in cui musica e
immagine si fondono, si abbracciano, diventando l’una
la traduzione dell’altra.
Sin dalle prime esposizioni Poldelmengo viene apprezzato
per la sua versatilità, alternando l’attività di scultore a
quella di pittore e fotografo professionista. Spaziando
dall’arte povera alla tecnologia, egli affronta con
disinvoltura diversi materiali; intesse sottili dialoghi tra
ferro, vetro, neon, foglia d’oro e pellicola impressionata
– questi i materiali che ricorrono nelle sue opere − e
lo spazio circostante, traducendo in materia idee
simboliche. Si pensi alla serie di Scale, presentata nella
mostra personale tenuta a Pordenone nel 2001 e curata
da Angelo Bertani.
In virtù della sua capacità di rapportarsi con gli spazi
architettonici, nel 2007 Poldelmengo viene chiamato
ad affiancare l’architetto pordenonese Davide Raffin
nella realizzazione del progetto per il complesso
parrocchiale della chiesa del Sacro Cuore di Gesù
di Baragalla a Reggio Emilia, vincitore del concorso
bandito dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) nel
2006. All’artista è affidata la realizzazione della vetrata,
del portone d’ingresso, del fonte battesimale e della
custodia eucaristica.
Nel 2009 Poldelmengo vince il Premio In Sesto. Scultura
e installazione nello spazio urbano, in occasione
della quarta edizione di Palinsesti, rassegna d’arte
contemporanea, a San Vito al Tagliamento. Il concorso
Biografia
si basava sulla commissione di un’opera destinata
a permanere in un luogo storico della cittadina;
Poldelmengo presentava il progetto, poi vincitore, di
una scala a pioli fuoriuscente da un pozzo, da collocarsi
presso la Corte del Castello.
L’anno successivo, nelle Gallerie del Progetto di Palazzo
Valvason Morpurgo a Udine, viene organizzata una
mostra con i disegni e bozzetti relativi alla chiesa di
Reggio Emilia.
Nel 2012 l’artista partecipa a Contemporanea/mente
presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di
Pordenone “Armando Pizzinato”, la Galleria Regionale
d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan” di Gradisca
d’Isonzo ed il Museo Revoltella di Trieste.
L’attività artistica di Poldelmengo è nota oltre i confini
nazionali e attira l’attenzione di numerosi critici e studiosi;
l’artista, infatti, ha esposto a Berlino, Madrid, Klagenfurt,
Maribor ed in altre città europee. Importanti Istituzioni
pubbliche conservano le sue opere; si ricordano la
Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Pordenone, i
Comuni di Zoppola (Pordenone) e Portogruaro (Venezia),
il Teatro Verdi di Pordenone, la Fondazione Teatro Nuovo
Giovanni da Udine, la Galleria Internazionale d’Arte
Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia, Casa Cavazzini Museo
di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, la Galleria
d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”
di Pordenone, le Fondazioni “Ado Furlan” di Spilimbergo
e Concordia Sette di Pordenone e la Banca Popolare
FriulAdria.
Attualmente Poldelmengo vive e lavora a Villaorba di
Basiliano (Udine).
134 / 135
Biography
Massimo Poldelmengo was born in Pordenone in
1964, and frequented the artistic circles of his city
from a young age.
In 1985 he enrolled in the painting course at the
Accademia di Belle Arti in Venice and studied under
the guidance of Corrado Balest (Sospirolo - Belluno,
1923) and then Fabrizio Plessi (Reggio Emilia,
1940). In 1988 Poldelmengo took part in the 73rd
edition of Arteveneto at the Galleria Bevilacqua La
Masa Foundation in Venice, winning the scholarship
with the work Pietra blu, legno, ferro, marmo
(1988), now held at the Galleria Internazionale
d’Arte Moderna Ca’ Pesaro in Venice. This was
the beginning of his participation in a series of
exhibitions organized by the venetian institution
which continued well into 1992. In the meanwhile
Poldelmengo graduated under the guidance of
Fabrizio Plessi in 1989.
During his last year of university the artist headed to
Spain, attending the University of Fine Arts in Madrid,
and exhibited in the Artisti italiani group show (1989).
Having returned to Friuli, in the 90’s Poldelmengo
started a fruitful collaboration with the cultural
association “la roggia” in Pordenone, offering
him opportunities to exhibit abroad (Madrid and
Maribor, for example). From 1992 to 2001 he took
part in many edition of the contemporary art festival
Hicetnunc, curated by Angelo Bertani in San Vito al
Tagliamento.
After the exhibition Nuove Contaminazioni, held in
Udine in 1996, Poldermengo’s work was included
in the collection of the Galleria d’arte Moderna di
Udine and of the Teatro Nuovo Giovanni da Udine
foundation.
In 1997, through the collaboration between
Poldelmengo and the musician and composer
Massimo De Mattia, the Axiom project was born.
The two artist create enthralling performances in
which music and images merge, embrace and
where the one interprets the other.
Since the start of his career, Poldelmengo has
been appreciated for his versatility in alternating
between sculpture, painting, and professional
photography. Ranging from Arte Povera to
technology, Poldelmengo tackles different materials
with flair. He weaves a subtle dialogue between
iron, glass, neon, gold leaf and photographic film
– the recurrent materials of his art works – and the
surrounding space, translating symbolic ideas into
matter. This can bee seen in the series of works
Scale, exhibited in the 2001 Pordenone solo show
curated by Angelo Bertani.
Thanks to his ability to relate to architectural
spaces, in 2007, Poldelmengo was invited to work
alongside the architect Davide Raffin on the project
for the parish church complex for the Sacro Cuore
di Gesù church in Baragalla in Reggio Emilia,
having won the concourse held by CEI (Conferenza
Episcopale Italiana) in 2006. The artist was called
upon to create the glasswork for the window, the
main entrance doors, the baptismal font and the
tabernacle.
In 2009 Poldelmengo won the prize In Sesto.
Scultura e installazione nello spazio urbano, as
part of the fourth edition of the contemporary art
festival Palinsesti, in San Vito al Tagliamento. The
competition was based on the commissioning of an
artwork which was to be permanently installed in the
historic centre of the city. Poldelmengo presented
the winning project which was a ladder emerging
from a well to be sited at the Corte del Castello.
The following year an exhibition was held in the
Gallerie del Progetto at Palazzo Valvason Morpurgo
in Udine with designs and sketches for the church
in Reggio Emilia.
In 2012 the artist took part in Contemporanea/
mente at the “Armando Pizzinato” Galleria d’Arte
Moderna e Contemporanea in Pordenone, the
“Luigi Spazzapan” Galleria Regionale d’Arte
Contemporanea in Gradisca d’Isonzo and the Museo
Revoltella in Trieste.
Poldelmengo’s work is also acclaimed outside
Italy. He attracts the attention of many critics
and scholars. He has exhibited in Berlin, Madrid,
Klagenfurt, Maribor and other European cities.
His work is held in numerous important public
institutions including: Regione Friuli Venezia Giulia,
Provincia di Pordenone, the Comuni di Zoppola
(Pordenone) and Portogruaro (Venice), the Teatro
Verdi in Pordenone, the Fondazione Teatro Nuovo
Giovanni da Udine, the Galleria Internazionale d’Arte
Moderna di Ca’ Pesaro in Venice, Casa Cavazzini
Museo di Arte Moderna e Contemporanea in Udine,
la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
“Armando Pizzinato” in Pordenone, the Foundations
“Ado Furlan” in Spilimbergo and Concordia Sette in
Pordenone and the Banca Popolare FriulAdria.
Poldelmengo lives and works in Villaorba di Basiliano
(Udine).
136 / 137
Biografie
Massimo Poldelmengo wurde 1964 in Pordenone
geboren, wo er bereits in jungen Jahren in das
künstlerische Umfeld der Stadt eintritt.
Im Jahr 1985 schreibt er sich in den Studiengang
Malerei an der Akademie der Bildenden Künste in
Venedig ein und setzt seine Studien bei Corrado Balest
(Sospirolo - Belluno, 1923) und später bei Fabrizio Plessi
(Reggio Emilia, 1940) fort. Im Jahr 1988 beteiligt sich
Poldelmengo an der 73. Ausstellung Arteveneto in der
Galleria La Masa Bevilacqua in Venedig und gewinnt ein
Stipendium mit der Arbeit Pietra blu, legno, ferro, marmo
(1988) – Blauer Stein, Holz, Eisen, Marmor –, die jetzt in
der Galleria d‘Arte Moderna Internazionale Ca’ Pesaro in
Venedig zu sehen ist. Dies ist nur der Anfang einer Reihe
von Beteiligungen an Ausstellungen der Venezianischen
Institution, die Poldelmengo bis mindestens 1992 gut
beschäftigt. In der Zwischenzeit erlangt Poldelmengo im
Jahr 1989 unter Fabrizio Plessi sein Diplom.
Während des letzten Studienjahres begibt sich der Künstler
nach Spanien, wo er an der Fakultät der Schönen Künste in
Madrid studiert und an der Gruppenausstellung Italienische
Künstler (1989) teilnimmt.
Zurück im Friaul startet Poldelmengo in den neunziger
Jahren eine fruchtbare Zusammenarbeit mit dem
Kulturverein “la roggia” in Pordenone, die ihn über die
Landesgrenzen hinaus (z.B. Madrid, Maribor) bekannt
macht. Von 1992 bis 2001 war er an zahlreichen
Editionen der Hicetnunc Ausstellung zeitgenössischer
Kunst beteiligt, die von Angelo Bertani in San Vito al
Tagliamento organisiert wird.
Im Anschluss an die Ausstellung Nuove Contaminazioni,
die im Jahr 1996 in Udine von der Gallery of Modern Art
organisiert wird, werden Werke von Poldelmengo in die
öffentliche Sammlung von Udine und die Fondazione Teatro
Nuovo Giovanni da Udine aufgenommen.
Das Axiom Projekt wurde im Jahr 1997 geschaffen, dank
der Zusammenarbeit zwischen dem Künstler und Massimo
De Mattia, Musiker und Komponist aus Pordenone. Axiom
sind eindrucksvolle Performances, in denen Musik und Bild
sich umarmen und verschmelzen, immer gegenseitig der
eine als Übersetzung vom anderen.
Seit der ersten Ausstellung wird Poldelmengo für seine
Vielseitigkeit geschätzt, er arbeitet abwechselnd als
Bildhauer, Maler und Profifotograf. Seine Aktionsweite
reicht von Arte Povera bis Technologie, und er verwendet
mit Leichtigkeit verschiedene Materialien, webt subtile
Dialoge aus Eisen, Glas, Neon, Blattgold und belichtetem
Film. Dies sind die Materialien, die in seinen Werken
wiederkehren und der sie umgebende Raum, wobei er
symbolische Ideen in Materie übersetzt. Man denke an
die Serie Scale – Treppen –, die in seiner persönlichen
Ausstellung in Pordenone im Jahr 2001 unter Kurator
Angelo Bertani vorgestellt wurde.
Durch seine Fähigkeit, Beziehung zu architektonischen
Räumen zu schaffen, und als Gewinner des Wettbewerbs
der CEI (italienische Bischofskonferenz) im Jahr 2006
wird Poldelmengo im Jahr 2007 aufgefordert, neben dem
Architekten David Raffin aus Pordenone an dem Projekt
für den Komplex der Pfarrkirche Sacro Cuore di Gesù
von Baragalla in Reggio Emilia zu arbeiten. Der Künstler
wurde beauftragt, die Glasfenster, das Eingangsportal, das
Taufbecken und das Tabernakel zu entwerfen.
Im Jahr 2009 gewinnt Poldelmengo den Preis In Sesto.
Skulptur und Installation im urbanen Raum, anlässlich
der vierten Auflage von Palinsesti, eine Ausstellung
zeitgenössischer Kunst in San Vito al Tagliamento.
Der Wettbewerb basierte auf dem Auftrag eines
Kunstwerks, das an einem historischen Ort der Stadt
bleibt. Poldelmengo hat das Projekt präsentiert, das den
Wettbewerb gewann: eine Leiter mit Sprossen ragt aus
einem Brunnen, platziert am Corte del Castello.
Im nächsten Jahr wurde in den Galerien des Projekts
des Palazzo Valvason Morpurgo in Udine eine
Ausstellung mit Zeichnungen und Skizzen über die
Kirche in Reggio Emilia durchgeführt.
Im Jahr 2012 beteiligte sich der Künstler an
Contemporanea/mente in der “Armando Pizzinato”
Galerie für Moderne und Zeitgenössische Kunst in
Pordenone, in der Galerie für Zeitgenössische Kunst
“Luigi Spazzapan” in Gradisca d‘Isonzo und dem
Museum Revoltella in Triest.
Die künstlerische Tätigkeit von Poldelmengo ist
über die Landesgrenzen hinaus bekannt und
weckt die Aufmerksamkeit zahlreicher Kritiker und
Wissenschaftler. Der Künstler hat bislang in Berlin,
Madrid, Klagenfurt, Maribor und anderen europäischen
Städten ausgestellt. Seine Werke sind in wichtigen
öffentlichen Institutionen ausgestellt, zum Beispiel in der
Region Friaul-Julisch Venetien, der Provinz Pordenone,
den Gemeinden Zoppola (Pordenone) und Portogruaro
(Venedig), Teatro Verdi in Pordenone, Fondazione Teatro
Nuovo Giovanni da Udine, der Galerie Internazionale
d‘Arte Moderna Ca’ Pesaro in Venedig, Casa Cavazzini
Museum für moderne und zeitgenössische Kunst von
Udine, der Galerie für Moderne und Zeitgenössische
Kunst “Armando Pizzinato” in Pordenone, den
Stiftungen “Ado Furlan” in Spilimbergo und Seven of
Concordia Pordenone und Banca Popolare FriulAdria.
Poldelmengo lebt und arbeitet derzeit in der Villaorba in
Basiliano (Udine).
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mostre Personali / solo eXhibitions / einzelaUsstellUngen
Massimo Poldelmengo• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 20 gennaio – 2 febbraio 1990.
Massimo Poldelmengo• , Savona, Galleria Il Brandale, ottobre 1990.
Massimo Poldelmengo• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 1992.
Massimo Poldelmengo• , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 1992.
Massimo Poldelmengo• in Hicetnunc ‘92, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Torre Scaramuccia, 27 giugno – 12 luglio 1992.
Il tempo contenuto• , Treviso, Galleria Sintesi, 29 gennaio – 18 febbraio 1994.
Massimo Poldelmengo. Diurnale• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 9 luglio 1994.
Sequenze• , Venezia, Galleria Il Cantiere, 19 – 29 novembre 1994.
Contenitori temporali• , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 7 – 27 ottobre 1995.
L’Opera è il centro• , Udine, Arte Studio Clocchiatti, 26 ottobre – 28 novembre 1996.
Massimo Poldelmengo• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 28 giugno – 2 settembre 1997.
Massimo Poldelmengo• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 27 settembre – 31 ottobre 1997.
Installazioni• , San Foca (Pordenone), Antica Casa Valvason Maniago, 10 – 11 ottobre 1998.
Telethon• , Pordenone, Banca Nazionale del Lavoro, dicembre 1998.
Massimo Poldelmengo. Il corpo contenuto• , Udine, Artestudio Clocchiatti, 24 aprile – 20 maggio 1999.
Lo spazio rigenerato• , Concordia Sagittaria (Venezia), Cinema Comunale, 9 ottobre – 7 novembre 1999.
Massimo Poldelmengo• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 13 maggio – 27 giugno 2000.
Massimo Poldelmengo. Scale• , Pordenone, Galleria Sagittaria, 17 febbraio – 1 aprile 2001.
Massimo Poldelmengo• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 20 ottobre – 27 novembre 2001.
Massimo Poldelmengo. Da uno spazio all’altro• , Udine, Artestudio Clocchiatti, 5 aprile – 10 maggio 2003.
Io utah in pedemontana• , Pordenone, Aula Magna Centro Studi, 4 – 30 novembre 2003.
Massimo Poldelmengo• , Klagenfurt (Austria), Landhaus Galerie, 4 maggio – 15 giugno 2004.
Massimo Poldelmengo• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 15 maggio – 6 luglio 2004.
Frammenti di*segno• , Pordenone, Palazzo Gregoris, 18 dicembre 2004 – 9 gennaio 2005.
Massimo Poldelmengo. Forbici• , Udine, Interno 16, 18 giugno – 28 luglio 2005.
Massimo Poldelmengo “the magic war in a •wonderful world”, Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 16 giugno – 31 luglio 2007.
Massimo Poldelmengo• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 22 maggio – 30 giugno 2010.
Questo l’ho fatto io! Massimo Poldelmengo. •Negli spazi del sacro, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, 5 luglio – 30 agosto 2010.
Premio In Sesto. Massimo Poldelmengo• , Pordenone, Fondazione “Ado Furlan”, 9 ottobre – 10 dicembre 2010.
Massimo Poldelmengo skulpture / sculture• , Maribor (Slovenia), Galleria DLUM, 10 aprile – 7 maggio 2013.
Massimo Poldelmengo. Preludi• , Rosazzo di Manzano (UD), Casa Furlan, 6 luglio – 25 agosto 2013.
PrinCiPali mostre CollettiVe / groUP eXhibitions / grUPPenaUsstellUngen
Seconda selezione Triveneta. Biennale riservata •ai giovani di età inferiore ai trent’anni, Padova, Cattedrale dell’Ex Macello, 23 ottobre – 30 novembre 1988.
Arteveneto 73• a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 22 dicembre 1988 – 23 gennaio 1989.
Immagine e comportamento• , Vicenza, Palazzo dei Signori, 14 – 20 gennaio 1989.
Artisti italiani• , Madrid (Spagna), Università Complutense, Sala d’Esposizione, aprile 1989.
Ghedin, Lago, Poldelmengo, Zago• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 1 luglio – 30 agosto 1989.
Sopralluoghi. Lago, Poldelmengo, Soriato, Zago, •Zamengo, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 12 agosto – 7 settembre 1989.
Mobile e/motivo• , Venezia, Scuola grande San Giovanni Evangelista, 24 novembre – 10 dicembre 1989.
“Libro” d’Artista• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 2 dicembre 1989 – 31 gennaio 1990.
Arteveneto 74• a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 22 dicembre 1989 – 23 gennaio 1990.
Anima e sottosuolo• , Padova, Loggia dei Carraresi, 1990.
Diverse vibrazioni• , Gubbio (Perugia), Palazzo dei Consoli, 22 luglio – 10 agosto 1990; Cessalto (Treviso), 17 – 30 novembre 1990.
Che arte fa diverse vibrazioni• , Pordenone, 7 – 23 settembre 1990.
Italia 90. Ipotesi arte giovane• , Milano, Fabbrica Carminati, ottobre 1990.
Il disegno• , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 1991.
Terza selezione Triveneta. Biennale riservata •ai giovani di età inferiore ai trent’anni, Padova, Cattedrale dell’Ex Macello, 17 marzo – 14 aprile 1991.
Gruppo d’estate• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 29 giugno – 29 agosto 1991.
Intercity Tre• , Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 14 settembre – 13 ottobre 1991.
Immagini proiettate• , Milano, Viafarini, 19 ottobre 1991.
Progetto vetro: Bianchin, Curti, Doria, Ferrara, •Poldelmengo, Rosin, Sartori, Soriato a Murano, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 9 ottobre – 30 novembre 1992.
Massimo Poldelmengo. Iglix Rigutto• , Polcenigo (Pordenone), Ex Convento di San Giacomo, 1993.
Voli• , Ripe San Ginesio (Macerata); Cavoleto di Rosate (Pesaro), 24 luglio – 16 agosto 1993.
Esposizioni / Exhibit ions / Ausstellungen
140 / 141
Kermesse 3• , Serra San Quirico, (Ancona), 1 – 31 agosto 1993.
Festival di Kaposvár• , Kaposvár (Ungheria), 1994.
40x40• , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 1994.
Una lettera per la pace, • Biennale Intart, Udine, Centro Friulano Arti Plastiche, 1994.
L’ora degli artisti• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 4 – 24 febbraio 1994; Serra San Quirico (Ancona), 23 luglio – 31 agosto 1994; Gubbio (Perugia), 18 – 30 settembre 1994; Perugia, 7 – 30 gennaio 1995; Pesaro, 16 – 28 febbraio 1995.
Gli orfani di Lubiana• , Associazione Culturale “la roggia”, 20 maggio – 2 giugno 1994.
Massimo Poldelmengo. “Close up (da vicino)”• in Hicetnunc ‘94, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Chiesa di San Lorenzo, 11 giugno – 3 luglio 1994.
Immagini & Immagini: Giovetti, Paolini, •Poldelmengo, Vadori, Portogruaro (Venezia), Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini”, 6 – 27 novembre 1994.
Arte Fiera• , Bologna, 27 – 30 gennaio 1995.
Evviva il rock’n roll• , Aversa (Caserta), Circolo Musicale “Lennie Tristano”, 31 marzo – 7 aprile 1995; Marcianise (Caserta), Palazzo del Monte dei Pegni, 8 – 15 aprile 1995; Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 28 aprile – 11 maggio 1995; Gubbio (Perugia), Palazzo dei Consoli, luglio 1995; Serra San Quirico (Ancona), Chiesa di San Francesco, 6 – 22 agosto 1996.
Metaforiche razionalità• in Hicetnunc ’95. Rassegna d’arte contemporanea in tre centri storici del pordenonesi, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Chiesa di San Lorenzo, 3 – 25 giugno 1995.
Compagni di viaggio• , Gubbio (Perugia), Palazzo dei Consoli, 18 – 30 giugno 1995; Serra San Quirico (Ancona), Chiesa di San Francesco, 23 luglio – 13 agosto 1995; Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 23 marzo – 12 aprile 1996; Madrid (Spagna), Centro Cultural del Conde Duque, 11 giugno – 21 luglio 1996; Kranj (Slovenia), Mala Galerija, 5 febbraio – 20 marzo 1997.
Nuove contaminazioni: architettura, arte, •design, fotografia, museo, città, territorio, Udine, Galleria d’Arte Moderna di Udine, Chiesa di San Francesco, Galleria Artesegno, Artestudio Clocchiatti, Galleria Colussa, Galleria Plurima, 28 giugno – 18 agosto 1996.
Arte+Sur• , Granada (Spagna), Fiera di Granada, 3 – 8 aprile 1997.
Dallo stilo al concettuale• , Pordenone, Ex Convento di San Francesco, 1998.
Incontro di artisti europei• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 20 – 28 giugno 1998.
Affamati d’arte• , San Quirino (Pordenone), Villa Cattaneo, 19 settembre – 18 ottobre 1998.
Arte in/contemporanea ’98• , Latisana (Udine), Centro Polifunzionale, 31 ottobre – 14 novembre 1998.
Arte del Friuli Venezia Giulia in Consiglio •Regionale, Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, novembre 1998 – aprile 1999.
Collettiva• , Pordenone, Centro d’Arte Grigoletti, 1999.
Un alfabeto per l’arte• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 16 gennaio – 19 febbraio 1999; Cordovado (PN), Palazzo Cecchini, 27 marzo – 11 aprile 1999.
Lustràle • in Hicetnunc ‘99, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Chiesa di San Lorenzo, 17 aprile – 16 maggio 1999.
Otoño Fotográfico• , Madrid (Spagna), Centro Cultural Galileo, 14 − 24 ottobre 1999.
Opere dalla collezione regionale: dipinti di •autori contemporanei, Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, novembre 1999 – aprile 2000.
Arte in/contemporanea ‘99/00• , Latisana (Udine), Centro Polifunzionale, 18 dicembre 1999 – 8 gennaio 2000.
The cube • in Hicetnunc, Passariano (Udine), Villa Manin, 29 aprile – 21 maggio 2000.
L’immagine naturale• , workshop tenuto da Luciano Fabro, Villacaccia di Lestizza (Udine), Agriturismo Ai Colonos, 5 – 9 settembre 2000.
Il Furore dei Novanta• , Berlino (Germania), Kunsthaus Tacheles, 5 – 12 novembre 2000.
XII Portici inattuali• , Sitran d’Alpago (Belluno), 1 – 3 dicembre 2000.
L’arte del metallo• , San Donà di Piave (Venezia), Fiera del Rosario, 2001.
Cartacanta• , Cagliari, Galleria d’Arte “La Bacheca”, 29 giugno – 7 luglio 2001.
Scultura in piazza• , Concordia Sagittaria (Venezia), 7 luglio – 25 agosto 2001.
Presenze metropolitane• , Oderzo (Treviso), Factory Space, dicembre 2001.
1971 – 2001 Trent’anni di presenza• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 8 – 31 dicembre 2001.
Libri d’Artista• , Cefalù (Palermo), Libreria Misuraca Spazioarte, 16 dicembre 2001 – 31 gennaio 2002.
Percorso urbano di sculture• : mostra di progetti e bozzetti, Portogruaro (Venezia), Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini”, 24 febbraio – 3 marzo 2002.
Cartacanta 2• , Cagliari, Galleria d’Arte “La Bacheca”, 4 – 10 aprile 2002.
Trieste Contemporanea. Dialoghi con l’arte •dell’Europa centro orientale 2002. Arti Visive, Trieste, Studio Tommaseo, 14 dicembre 2002 – 4 febbraio 2003.
D come Disegno• , Cordovado (Pordenone), Palazzo Cecchini, 16 febbraio – 16 marzo 2003.
Da cima a fondo. Vette d’astrazione• , Aosta, Tour Fromage, 31 maggio – 13 luglio 2003.
Giardini d’arte. Cinque scultori a Pordenone• , Pordenone, Camera di Commercio di Pordenone, 3 – 31 luglio 2003.
The video game• , Milano, Galleria Pianissimo, 25 settembre – 9 ottobre 2003.
Vitraria. Vetri Artistici Storici Industriali• , San Vito al Tagliamento (Pordenone), Ex Essiccatoio Bozzoli, 21 – 24 novembre 2003.
De Locatelli, Modic, Poldelmengo. Figure •del presente. Prodobe sedanjosti, Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 17 gennaio – 21 marzo 2004.
On Air: video in onda dall’Italia• , Monfalcone (Gorizia), Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, 19 marzo – 18 aprile 2004; Milano, Videoteca Careof, 15 dicembre 2004 – 6 gennaio 2005.
Il sentiero dell’arte – Natura e Forme• , Muzzana del Turgnano (Udine), 9 maggio – 15 giugno 2004.
Phada murgania 2004• , Morgano (Treviso), Locanda “Stella d’Italia”, 22 maggio – 13 giugno 2004.
Macchine Poetiche• , Forni di Sopra (Udine), 20 agosto – 19 settembre 2004.
Troubled Times Natura Naturans n. 9• , Trieste, Civico Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez”, 3 settembre – 16 ottobre 2004.
30 Artisti per i 30 anni dell’UNICEF in Italia• , Pordenone, Ex Convento di San Francesco, 13 – 30 novembre 2004; Morsano al Tagliamento (Pordenone), Centro Sociale, 10 – 12 dicembre 2004; Aversa (Caserta), Palazzo Parente, 20 marzo – 18 aprile 2005; Azzano Decimo (Pordenone), Palazzina Inapli, 1 – 15 maggio 2005.
Realistica / mente• , Pordenone, Associazione Culturale “la roggia”, 20 novembre – 2 dicembre 2004; Cordovado (Pordenone), Palazzo Cecchini, 6 – 28 marzo 2005.
Gosparini Mirabile Poldelmengo Vidoni• , Udine, Interno 16, 2005.
Bozzetti per un’ opera scultorea• , Pordenone, Palazzo della Provincia, 22 gennaio – 20 febbraio 2005.
Abusivismo+anomalia. Paesaggi incongrui •tra fascino e demolizione, Pordenone, Villa Galvani, 15 – 30 aprile 2005.
Il gusto della fotografia: incontri d’arte con •gusto, Udine, Caffè Rialto, 10 novembre 2005.
Nel segno di Afro• , video installazione, Pordenone, Museo Civico, 16 dicembre 2005 – 26 febbraio 2006.
Catodica. Rassegna internazionale di video• , Trieste, Teatro Miela, 11 gennaio 2006.
Vittorioarte6. 6• a Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea, Vittorio Veneto (Treviso), Sala Esposizioni Industria Falmec, 25 marzo – 15 aprile 2006.
60 anni della Repubblica Italiana. Artestoria• , Napoli, Ponticelli, 1 – 5 maggio, 2006; Napoli, Palazzo Comunale, 25 maggio – 5 giugno 2006.
Felicità e infinito• , Tarcento (Udine), Palazzo Frangipane, 25 giugno – 2 luglio 2006.
Acciaio domani: saperi, ricerca e futuro• , Udine, Chiesa di San Francesco, 8 settembre – 22 ottobre 2006.
Young artists• , Pordenone, Fiera di Pordenone, 8 – 17 settembre 2006.
V - 1st Venice Videoart Fair• , Venezia, Isola di San Servolo, 9 – 10 settembre 2006.
Opere per il Teatro Verdi• , Pordenone, Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, 2007.
Insiums / Project Utopie• , Villacaccia di Lestizza (Udine), Agriturismo Ai Colonos, 14 luglio 2007 – 26 ottobre 2008.
Giunglavideo.2 Central park• , Buttrio (UD), Parco di Toppo Florio, 19 – 28 luglio 2007.
Percorsi. Mostra d’arte contemporanea• , Campolongo al Torre (Udine), Sede Municipale, 23 settembre – 30 novembre 2007.
Il tempo dell’arte. 32 anni con la Società •Operaia, Pordenone, Centro Culturale – Palazzo Gregoris, 29 settembre – 14 ottobre 2007.
Nuove chiese italiane• , Roma, Scala Santa, 8 aprile – 4 maggio 2008.
Collettiva• , Portogruaro (Venezia), Galleria “La Biccherna”, giugno – luglio 2008.
Gruppo d’estate• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 5 luglio – 28 agosto 2008.
Artisti del Novecento per Uniud• , Udine, Aula Magna dell’Università degli Studi di Udine, ottobre – novembre 2008.
Visavi. Artisti a confronto• , Cordovado (Pordenone), Palazzo Cecchini, 9 – 30 novembre 2008.
Artisti della Galleria• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 5 gennaio – 25 febbraio 2009.
F.V.G. Artisti delle province del Friuli Venezia •Giulia. Umetniki iz provinc Furlanije Julijske Krajine, Koper (Slovenia), Palazzo Gravisi, 27 febbraio – 20 marzo 2009.
Premio “In sesto”. Scultura e installazione •nello spazio urbano, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Ex Ospedale dei Battuti, 12 settembre – 22 novembre 2009.
Arte, architettura e liturgia• , Motta di Livenza (Treviso), La Castella, 12 marzo – 25 aprile 2010.
Negli spazi del sacro. Chiesa del Sacro Cuore •di Gesù a Baragalla, Udine, Palazzo Valvason Morpurgo, Gallerie del Progetto, 27 luglio – 29 agosto 2010.
Continuum. Quarant’anni di arte a “la roggia”• , Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, 1 settembre – 24 ottobre 2010.
Venti d’arte in Friuli Venezia Giulia: ieri ed oggi,• Manzano (Udine), Antico Foledôr “Boschetti della Torre”, 25 settembre – 8 dicembre 2010.
60x60 images• , Udine, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, 12 – 24 ottobre 2010; Cincinnati (USA), Art Academy of Cincinnati, 19 febbraio – 19 marzo 2011.
Bibliotec/arte – infiltrazioni estetiche libri •da guardare tra libri da leggere, Cordovado (Pordenone), 17 giugno – 31 agosto 2011.
Libri di_versi 3, • Portogruaro (Venezia), Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini”, 9 – 24 luglio 2011.
Percorsi nella scultura italiana• , Spilimbergo (Pordenone), Palazzo Tadea, 9 luglio – 29 ottobre 2011.
6 Artisti• , Venezia, Galleria Totem – Il Canale, 16 luglio – 7 settembre 2011.
In medias res• , Codroipo (Udine), 16 – 22 ottobre 2011.
Contemporanea/mente,• Pordenone, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”, 21 aprile – 21 giugno 2012; Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 21 settembre – 18 novembre 2012; Trieste, Museo Revoltella, 19 dicembre 2012 – 15 marzo 2013.
Maestri a Nordest. Seconda rassegna biennale •d’arte contemporanea, San Giovanni di Casarsa (Pordenone), Centro Comunitario – Area Festeggiamenti, 7 – 24 giugno 2012.
Giardini d’arte. Dieci anni• , Pordenone, 29 giugno – 31 agosto 2012.
Arte per tre generazioni• . Il museo si fa spazio al PArCo, Pordenone, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”, 30 giugno – 2 settembre 2012.
1963-2013. Una storia speciale• , Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, 30 gennaio – 5 aprile 2013.
Nuove Chiese Italiane• , Roma, Museo MAXXI, Sala Carlo Scarpa, 2 maggio – 2 giugno 2013.
PerFormanCe / PerFormanCe / leistUngen
O• rchestrazioni sei, Massimo Poldelmengo (proiezione in super 8, tela, fuoco), Portogruaro (Venezia), 9 settembre 1995.
Il cantiere in super notte, • Massimo Poldelmengo (proiezione in super 8), Venezia, Galleria Il Cantiere, 23 – 24 settembre 1995.
Azione per scultura sonora• , Marco Alberi Auber (fotografia), Massimo De Mattia (flauto), Hermes Maria Ghirardini (percussioni, scultura sonora), Massimo Poldelmengo (direttore artistico), Linda Selmin (danza), in Hicetnunc, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Ex Essiccatoio Bozzoli, 19 aprile 1997.
Axiom• , Marco Alberi Auber (luci, fotografia), Andrea Cernecca (violoncello), Massimo De Mattia (flauto), Hermes Maria Ghirardini (percussioni), Giovanni Maier
(contrabbasso), Giorgio Pacorig (pianoforte), Massimo Poldelmengo (proiezione in super 8), Fabio Sfregola (chitarra), in Transizioni e contaminazioni, Aviano (Pordenone), Villa Policreti, 15 giugno 1997.
Axiom azione per scultura sonora• , Massimo De Mattia (flauto), Hermes Maria Ghirardini (percussioni, scultura sonora), Massimo Poldelmengo (direttore artistico, scultura, fotografia), Linda Selmin (danza), Mirano (Venezia), settembre 1997.
Axiom• , Marco Alberi Auber (fotografia), Massimo De Mattia (direttore artistico, testi), Hermes Maria Ghirardini (percussioni, scultura sonora), Giovanni Maier (basso), Massimo Poldelmengo (proiezione in 16 mm, scultura sonora), in Axiom, Pordenone, Aula Magna Centro Studi, 27 settembre 1997.
Azione per flauto solo / action for flute •destruction, Massimo De Mattia (flauto), Massimo Poldelmengo (scultura, immagini, smerigliatrice), San Giovanni di Polcenigo (Pordenone), studio dell’artista Massimo Poldelmengo, 1 luglio 1998.
Axiom – operazione Isac• , Massimo De Mattia (flauto), Luca Grizzo (scultura sonora), Massimo Poldelmengo (immagini), in Axiom 1999, Cordenons (Pordenone), Istituto Statale d’Arte, 9 giugno 1999.
Axiom 2000• , Enrico Berto (performer), Massimo De Mattia (flauto), Massimo Poldelmengo (proiezione in super 8), Teho Teardo (elaborazione sonora), in Il Furore dei Novanta, Berlino (Germania), Kunsthaus Tacheles, 5 ottobre 2000.
Sono un’architettura di suoni istantanei sopra •uno spazio che si disintegra, Massimo De Mattia (musiche, testi), Massimo Poldelmengo (immagini), in Hicetnunc, Passariano (Udine), Villa Manin, 23 marzo 2001.
La parte (o)scura• , Massimo De Mattia (flauto), Giorgio Pacorig (pianoforte), Massimo Poldelmengo (immagini), Pordenone, Chiesa di San Francesco, 2002.
Evento speciale Axiom 9706• , Massimo De Mattia (flauto), Massimo Poldelmengo (video), in Jazzimmagine 2006, Pordenone, Chiostro Ex convento di San Francesco, 18 luglio 2006.
Axiom 9706/2• , Bruno Ceselli (tastiere), Massimo De Mattia (flauto), Hermes Maria Ghirardini (percussioni), Massimo Poldelmengo (video, scultura sonora), in Crossing over 2006. Federico II, Udine, Giardini del Torso, 10 settembre 2006.
Scultura sonora• , Hermes Maria Ghirardini (performer), Massimo Poldelmengo (scultura sonora), in Contemporanea duemilanove, Udine, Teatro San Giorgio, 18 ottobre 2009.
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monograFie e Cataloghi / monograPhs and CatalogUes / monograPhie Und Kataloge
1988
Arteveneto 73• a Mostra collettiva Bevilacqua La Masa, catalogo della mostra (Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 22 dicembre 1988 – 23 gennaio 1989), a cura di M. Brusatin, Arsenale Editrice, Venezia, pp. 39, 57.
E. Santese, • Pordenone, in Seconda Selezione Triveneta. Biennale riservata ai giovani di età inferiore ai trent’anni (5. «Per la cultura e per l’arte». Collana di Arte contemporanea), catalogo della mostra (Padova, Cattedrale dell’Ex Macello, 23 ottobre – 30 novembre 1988), Panda Edizioni, Padova, pp. 98-105 (in particolare pp. 104-105).
1989
Arteveneto 74• a mostra collettiva 1989, catalogo della mostra (Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 22 dicembre 1989 – 23 gennaio 1990), a cura di E.L. Francalaci, Tipografia Commerciale Venezia, Venezia, pp. 29, 68.
E. Chiggio, • Mobile e/motivo, catalogo della mostra (Venezia, Scuola grande di San Giovanni Evangelista, 24 novembre – 10 dicembre 1989), Accademia delle Belle Arti di Venezia, Venezia.
B. Corà, • Cinque giovani solisti dell’immagine, in Sopralluoghi. Lago, Poldelmengo, Soriato, Zago, Zamengo, catalogo della mostra (Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 12 agosto – 7 settembre 1989), a cura di B. Corà, Tipografia Commerciale Venezia, Venezia, pp. 7-9.
Sopralluoghi. Lago, Poldelmengo, Soriato, •Zago, Zamengo, catalogo della mostra (Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 12 agosto – 7 settembre 1989), a cura di B. Corà, Tipografia Commerciale Venezia, Venezia, pp. 17-21.
1991
E.L. Francalaci, • Allegra è la vita, in Terza Selezione Triveneta. Biennale riservata ai giovani di età inferiore ai trent’anni, catalogo della mostra (Padova, Cattedrale dell’Ex Macello, 17 marzo – 16 aprile 1991), a cura di E.L. Francalaci, Panda Edizioni, Padova, pp. 42-47 (in particolare pp. 46-47).
Intercity Tre• , catalogo della mostra (Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 14 settembre – 13 ottobre 1991), Arsenale Editrice, Venezia.
1992
A. Bertani, • Massimo Poldelmengo, in Hicetnunc ‘92. Percorsi di ricerca nell’arte di oggi, catalogo della mostra (San Vito al Tagliamento, Torre Scaramuccia, 27 giugno – 12 luglio 1992), a cura di A. Bertani.
Progetto vetro: Bianchin, Curti, Doria, Ferrara, •Poldelmengo, Rosin, Sartori, Soriato a Murano, catalogo della mostra (Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 9 ottobre – 30 novembre 1992), a cura di R. Barovier, L. Durante, Tipografia Poligrafica, Venezia.
1994
A. Bertani, • Massimo Poldelmengo. “Close up (da vincino)”, in Hicetnunc ’94. Rassegna d’arte contemporanea in quattro centri storici del pordenonese, catalogo della mostra (San Vito al Tagliamento, Chiesa di San Lorenzo, 11 giugno – 3 luglio 1994), a cura di A. Bertani.
Immagini & Immagini: Giovetti, Paolini, •Poldelmengo, Vadori, catalogo della mostra (Portogruaro, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini”, 6 – 27 novembre 1994), a cura di G. Pauletto, Litografia Villotta e Bergamo, Portogruaro.
1995
A. Bertani, • Massimo Poldelmengo, in Hicetnunc ’95. Rassegna d’arte contemporanea in tre centri storici del pordenonese, catalogo della mostra (San Vito al Tagliamento, Chiesa di San Lorenzo, 3 – 25 giugno 1995), a cura di A. Bertani, pp. 28-29.
1996
M. Campitelli, • Massimo Poldelmengo. Galleria Arte Studio Clocchiatti, in Nuove contaminazioni: architettura, arte, design, fotografia, museo, città, territorio, catalogo della mostra (Udine, Galleria d’Arte Moderna, Chiesa di San Francesco, Galleria Artesegno, Artestudio Clocchiatti, Galleria Colussa, Galleria Plurima, 28 giugno – 18 agosto 1996), a cura di M. Campitelli, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, pp. 48-49.
L’Opera è il centro• , catalogo della mostra (Udine, Artestudio Clocchiatti, 26 ottobre – 28 novembre 1996), a cura di C. Tavella, Udine.
1997
A. Bertani, • Azione per scultura sonora. Performance di Marco Alberi Auber, Massimo De Mattina, Hermes Maria Ghirardini, Massimo Poldelmengo, Linda Selmin, in Hicetnunc ’97, catalogo della mostra (Cordovado, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Valvasone, 19 aprile – 11 maggio 1997), a cura di A. Bertani, Comune di San Vito, San Vito al Tagliamento, pp. 23-24.
1998
Affamati d’arte• , catalogo della mostra (San Quirino, Villa Cattaneo, 19 settembre – 18 ottobre 1998), a cura di P. Bristot, Pordenone.
Arte del Friuli Venezia Giulia in Consiglio •Regionale, catalogo della mostra (Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, novembre 1998 – aprile 1999), a cura di I. Reale, Trieste, pp. 15-17, 25-28.
Arte in/contemporanea ’98• , catalogo della mostra (Latisana, Centro Polifunzionale, 31 ottobre – 14 novembre 1998), a cura di Attivaria Officina Culturale, Latisana.
I. Reale, • Nuove contaminazioni 1998/Quartetto, in Arte del Friuli Venezia Giulia in Consiglio Regionale, catalogo della mostra (Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, novembre 1998 − aprile 1999), a cura di I. Reale, Trieste, pp. 7-13 (in particolare pp. 12-13).
Bibliografia / Bibliography / Bibliografie
1999
Arte in/contemporanea ‘99/00• , catalogo della mostra (Latisana, Centro Polifunzionale; Lignano Sabbiadoro, Centro Civico; Palazzolo dello Stella, Casa del Marinaretto, 18 dicembre 1999 – 8 gennaio 2000), a cura di Attivaria Officina Culturale, Latisana.
A. Bertani, • «Lustràle». Massimo Poldelmengo, in Hicetnunc ‘99. Rassegna di arte contemporanea in quattro centri storici del Friuli occidentale, catalogo della mostra (Cordovado, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Valvasone, 17 aprile – 16 maggio 1999), a cura di A. Bertani, San Vito al Tagliamento.
Opere dalla collezione regionale: dipinti di autori •contemporanei, catalogo della mostra (Trieste, Palazzo del Consiglio regionale, novembre 1999 – aprile 2000), a cura di F. Merluzzi, Villa Manin di Passariano, Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, Centro di catalogazione e restauro dei beni culturali.
2000
A. Bertani, • «The cube» Massimo Poldelmengo, in Hicetnunc. Rassegna d’arte contemporanea, catalogo della mostra (Cordovado, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Valvasone, Villa Manin di Passariano, 29 aprile – 21 maggio 2000), a cura di A. Bertani, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, San Vito al Tagliamento, pp. 104-105.
Il furore dei novanta• , catalogo della mostra (Berlino, Kunsthaus Tacheles, 5 – 12 novembre 2000), a cura di D. Quinones, B. Draz, Berlino, pp. 20, 29.
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Da cima a fondo. Arte Contemporanea & •montagna, catalogo della mostra (Aosta, Tour Fromage, 23 novembre 2002 – 7 settembre 2003), a cura di A. Crippa, Artshow Edizioni, Milano, pp. 138-139, 172-173.
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De Locatelli, Modic, Poldelmengo. Figure del •presente. Podobe Sedanjosti, catalogo della mostra (Gradisca d’Isonzo, Galleria Regionale d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, 17 gennaio – 21 marzo 2004), a cura di A. Martina, Galleria d’Arte Contemporanea “Luigi Spazzapan”, Gradisca d’Isonzo, pp. 61-63.
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On Air: video in onda dall’Italia• , catalogo della mostra (Monfalcone, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, 19 marzo – 18 aprile 2004), a cura di A. Bruciati, A. Crippa, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone, pp. 224, 276.
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Maestri a Nordest. Seconda rassegna biennale •d’arte contemporanea, catalogo della mostra (Centro Comunitario – Area Festeggiamenti, San Giovanni di Casarsa, Centro Comunitario, 7 – 24 giugno 2012), a cura di G. Onesti.
G. Pauletto, • Giardini d’arte dieci anni, in Giardini d’arte dieci anni, catalogo della mostra (Pordenone, Duomo Concattedrale San Marco, Loggia del Municipio, Palazzo Gregoris, Centro Culturale Casa “A. Zanussi”, Parco della scultura, 29 giugno – 31 agosto 2012), a cura di G. Pauletto, Centro Iniziative Culturali Pordenone, Pordenone, pp. 5-7.
Poldelmengo Massimo (Pordenone, 1964), •in Giardini d’arte dieci anni, catalogo della mostra (Pordenone, Duomo Concattedrale San Marco, Loggia del Municipio, Palazzo Gregoris, Centro Culturale Casa “A. Zanussi”, Parco della scultura, 29 giugno – 31 agosto 2012), a cura di G. Pauletto, Centro Iniziative Culturali Pordenone, Pordenone, p. 21.
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Sabato in mostra “Diurnalia”,• in “Il Gazzettino”, 7 luglio.
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Da anni è un punto di riferimento. Si chiude •la rassegna d’arte alle Copertelle, in “Corriere Adriatico”, 30 agosto.
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S’inaugura alle 21 in via Zacconi. L’orologio •una sfida d’autore. Mostra all’Arte Blu, in “Corriere Adriatico”, 16 febbraio.
Aversa. Per ricordare di Grazia. Arte •multimediale: poesia e rock ’n’ roll, in “Il Mattino”, a. CIV, 30 marzo.
Pordenone• , in “Segno”, maggio.
Immagini e musica. I giovani artisti interpretano •il rock in ricordo di Antonio di Grazia, in “La Pulce”, 9 maggio.
Toccherà anche alcune tra le maggiori città •europee. Al via “compagni di viaggio”: una mostra itinerante, in “Corriere Adriatico”, 18 giugno.
C. Tavella, • Metafore della scomparsa, in “Tutto Pordenone”, ottobre.
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“Compagni di viaggio alla Roggia”. Una grande •collettiva per comprendere tendenze e impulsi dell’arte contemporanea, in “Messaggero Veneto”, 4 aprile.
I “Compagni di viaggio” si trasferiscono a •Madrid. La rassegna itinerante della Roggia, in “Messaggero Veneto”, 2 giugno.
La materia y el tempo. 25 años de arte en •Italia: 1970-1995. Un periodo de 25 años en el quehacer de 16 autores, in “El Punto de las artes” (Madrid), a. XI, n. 409, 14 – 20 giugno, p. 3.
En el Centro Cultural del Conde Duque, de •Madrid, hasta el 22 de julio. Interferencias, el arte de fin de siglo en Italia, in “El Punto de las artes” (Madrid), a. XI, n. 409, 14 – 20 giugno.
Artisti a Madrid• , in “Messaggero Veneto”, 23 giugno.
Compagni di viaggio• , in “Messaggero Veneto”, 3 luglio.
Serra San Quirico, nel chiostro di Santa Lucia. •Arriva una mostra d’arte dedicata al «rock’n roll», in “Corriere Adriatico”, 4 agosto.
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Pordenone: stasera show musicale in solitaria• , in “Messaggero Veneto”, 12 giugno.
Scelti i sedici artisti invitati al concorso per •progettare il mosaico della Transalpina, in “Messaggero Veneto”, 13 novembre.
La grande festa in «piazza Europa», •in “Il Piccolo”, 5 dicembre.
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“Figure del presente” alla Spazzapan• , in “Messaggero Veneto”, 15 gennaio.
B. Scardigno, • “Figure del presente”, alla Spazzapan giovani artisti in passerella, in “Messaggero Veneto”, 16 gennaio.
A. Turel, • «Figure del presente» a cavallo del confine, in “Il Piccolo”, 16 gennaio.
C. Feresin, • Pittura, scultura e fotografia a confronto, in “Il Piccolo”, 18 gennaio.
Rassegna di video firmata da giovani artisti• , in “Messaggero Veneto”, 14 febbraio.
F. Marri, • «Troubled times»: testimonianze dei nostri tempi duri, in “Il Piccolo”, 2 settembre.
F. Marri, • Mostra «Troubled times» allestita dal Gruppo 78 fino a sabato al Museo «De Henriquez». Raffiche d’arte e video contro ogni violenza offrono una amara, struggente riflessione sull’assurdità della guerra, in “Il Piccolo”, 12 ottobre.
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G. Ganzer, • “Il giovane Afro” da oggi anche a Udine, in “Messaggero Veneto”, 17 dicembre.
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G. Terzoli, • Catodica: video-arte in mostra a Trieste, in “Il Piccolo”, 10 gennaio.
“Felicità e Infinito”: inaugurata la mostra che •non è solo pittura, in “Messaggero Veneto”, 27 giugno.
Grandi eventi per i 60 anni di Multifiera• , in “Messaggero Veneto”, 10 agosto.
Curriculum d’autore in viale Treviso• , in “Messaggero Veneto”, 18 agosto.
A. Lombardi, • Estetica e acciaio s’incontrano a Udine, in “Messaggero Veneto”, 23 agosto.
M.P., • Spazio ai talenti locali, in “Messaggero Veneto”, 16 settembre.
S. Zannier, “• Acciaio Domani”: quando industria e arte entrano in relazione, in “Messaggero Veneto”, 5 novembre.
Andare a cena con gli artisti• , in “Il Mattino di Padova” 5 dicembre.
2007
Due giorni di lavoro nella realtà dei Colonos fra •tradizione e utopia, in “Messaggero Veneto”, 13 luglio.
Torna “Giunglavideo” con piú di trenta artisti• , in “Messaggero Veneto”, 15 luglio.
“• Insiums”: artisti regionali ai Colonos, in “Messaggero Veneto”, 16 luglio.
S. Bertossi, • Sette artisti ai Colonos tra campagna e utopia, in “Messaggero Veneto”, 18 luglio.
E.L., • Davide Raffin premiato dalla Cei per aver progettato una chiesa, in “Messaggero Veneto”, 27 luglio.
Rincorrendo l’utopia con “Insiums”,• in “Messaggero Veneto”, 31 agosto.
S. Bertossi, • L’utopia nel tempo di Avostanis, in “Messaggero Veneto”, 3 settembre.
La mostra d’arte per “Avostanis” in chiusura •ai Colonos di Villacaccia, in “Messaggero Veneto”, 12 settembre.
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G. Mattalone, • Campolongo, s’inaugura la mostra d’arte “Percorsi”, in “Messaggero Veneto”, 21 settembre.
Arte contemporanea a Campolongo,• in “Messaggero Veneto”, 22 settembre.
D. Barillari, • Colonos, utopie d’arte su un complesso rurale, in “Messaggero Veneto”, 25 settembre.
G.M., • Inaugurata “Percorsi” In mostra le opere di venti artisti friulani, in “Messaggero Veneto”, 30 settembre.
S. Moranduzzo, • Grandi opere nella “permanente” del Verdi, in “Messaggero Veneto”, 23 novembre.
F. Dell’Agnese, • Arte contemporanea nelle chiese. Livelli modesti e alcune eccezioni, in “Il Momento”, dicembre, p. 19.
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Si riapre ai Colonos l’officina “Insiums”, •in “Messaggero Veneto”, 2 aprile.
Colonos, un ambiente e la sua arte• , in “Messaggero Veneto”, 9 ottobre.
Start Cup Unisco sceglie la pittura• , in “Messaggero Veneto”, 21 ottobre.
I maestri regionali invitati• , in “Messaggero Veneto”, 5 novembre.
S.M., • “Visavi”: Cacciato e Poldelmengo si confrontano a Cordovado sotto la regia di Enzo Di Grazia, in “Messaggero Veneto”, 9 novembre.
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M. Michelin, • La Roggia. Il 2 luglio la partecipazione al simposio internazionale a Maribor. Far crescere gli artisti locali attraverso il confronto con altri paesi, in “Il Popolo”, 7 giugno.
A. Sartori, • Arte contemporanea sguardi nuovi e premio con “Palinsesti 2009” , in “Messaggero Veneto”, 5 settembre.
A. Sartori, • Mostre a San Vito al Tagliamento e a Pordenone, in “Messaggero Veneto”, 15 settembre.
A. Sartori, • L’arte contemporanea entra in castello, in “Messaggero Veneto”, 3 ottobre.
S. Zolli, • Vibrazioni sonore con ricerca d’effetto, in “Messaggero Veneto”, 20 ottobre.
E. Minca, • Scala d’artista in corte, in “Il Gazzettino”, 26 novembre.
S. Zannier, • Ricerca e avanguardia a caccia di luoghi, in “Messaggero Veneto”, 7 dicembre.
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A. Collavin, • Sperimentazioni e confronti tra sette artisti friulani delle nuove generazioni. Un ciclo di mostre personali dal motto “Questo l’ho fatto io” viene ospitato nella sala didattica della Galleria d’Arte Moderna di Udine, in “Amici dei Musei”, Bollettino dell’Associazione udinese Amici dei Musei dell’Arte, a. XXXI, n. 1, p. 6.
L. Damiani, • Colonos, officina per creare un’arte che diventa utopia, in “Messaggero Veneto”, 7 gennaio.
In museo incontri ravvicinati con Poldelmengo• , in “Il Gazzettino”, 15 febbraio.
C. Stefani, • Tre esposizioni dedicate all’arte sacra: oggi l’apertura, in “la tribuna di Treviso”, 12 marzo.
C. Stefani, • La cultura per la Madonna. Tutto esaurito alla Loggia, in “la tribuna di Treviso”, 16 marzo.
Rassegna. “Questo l’ho fatto io” fino al 31 marzo• , in “Messaggero Veneto”, 26 marzo.
Ancora un giorno per vedere la mostra “Questo •l’ho fatto io!”, in “Messaggero Veneto”, 30 marzo.
Gamud. Fino a novembre sei personali in •Galleria, in “Il Gazzettino”, 18 maggio.
Alla Gamud. I capolavori di Poldelmengo• , in “Messaggero Veneto”, 5 luglio.
A Udine. Mostra di Poldelmengo• , in “Il Gazzettino”, 5 luglio.
I. Gianfagna, • Poldelmengo e il “sacro” sperimentale, in “Messaggero Veneto”, 7 luglio.
G. Bucco, • Opere e progetti di Poldelmengo in mostra alla Gamud. «Il sacro è una forza», in “La Vita Cattolica”, 24 luglio.
Mostra sul sacro a palazzo Morpurgo• , in “Messaggero Veneto”, 24 luglio.
Negli spazi del sacro• , in “Messaggero Veneto”, 26 luglio.
A palazzo Valvason gli spazi del sacro• , in “Il Gazzettino”, 27 luglio.
In mostra progetti della chiesa Raffin• , in “Il Gazzettino”, 27 luglio.
I nuovi spazi del culto e del sacro• , in “Messaggero Veneto”, 27 luglio.
In palazzo Morpurgo. Fede e arti in dialogo •nello spazio del sacro. I pordenonesi Raffin e Poldelmengo, in “Messaggero Veneto”, 1 agosto.
Visite guidate sulle orme del sacro• , in “Messaggero Veneto”, 9 agosto.
Poldelmengo a Udine, i suoi spazi del sacro• , in “Il Gazzettino”, 15 agosto.
Massimo Poldelmengo in mostra a Udine• , in “Duemila. Mensile di informazione culturale del Nordest”, n. 8-9, agosto – settembre.
La storia dell’arte formato FVG• , in “Il Friuli”, 1 ottobre.
La storia di Pordenone in una mostra ospitata •nelle sale del consiglio regionale, in “Messaggero Veneto”, 1 ottobre.
S. Bertossi, • “Venti d’arte” e di solidarietà. Le principali correnti artistiche del Novecento in mostra a Manzano, in “Messaggero Veneto”, 5 ottobre.
“Palinsesti”, artisti in gara per un’opera •permanente a San Vito al Tagliamento, in “Messaggero Veneto”, 21 novembre.
L. Damiani, • Il Novecento e oltre in Friuli Venezia Giulia. Una bella mostra a Manzano, in “Messaggero Veneto”, 8 dicembre.
I. Gianfagna, • Expo a costo zero in galleria sul modello delle Kunsthalle, in “Messaggero Veneto”, 21 dicembre.
2011
A. Del Puppo, • Ecco le sculture della Fondazione Furlan, in “Messaggero Veneto”, 19 giugno.
Vent’anni di arte contemporanea con Palinsesti •2011, in “Messaggero Veneto”, 14 settembre.
A. Bertani, • Mostre d’arte eventi musei deserti erba del vicino e beni del territorio, in “Il Momento”, ottobre, p. 15.
A. Sartor, • Diciotto grandi opere esposte fino al 2012, in “Messaggero Veneto”, 7 ottobre.
A. Sartor, • Inaugurate le installazioni delle opere piú votate, in “Messaggero Veneto”, 9 ottobre.
“In medias res”, 7 artisti al lavoro• , in “Messaggero Veneto”, 16 ottobre.
A. Sartor, • Palinsesti “esporta” il successo, in “Messaggero Veneto”, 30 novembre.
Il meglio di Palinsesti: la collezione del 20º •in tour nella regione, in “Messaggero Veneto”, 12 dicembre.
2012
La Roggia racconta l’arte di “casa”,• in “Messaggero Veneto”, 19 marzo.
Oggi la presentazione della “rete virtuosa” •dei musei regionali, in “Messaggero Veneto”, 21 aprile.
C.B., • L’arte friulana in rete col progetto “Contemporanea/mente”, in “Messaggero Veneto”, 22 aprile.
D. Schettini, • Biennale di arte contemporanea a San Giovanni di Casarsa, in “Messaggero Veneto”, 6 giugno.
Decimo Agritour tra gli appuntamenti della •festa di San Zuan, in “Messaggero Veneto”, 16 giugno.
Tre generazioni pordenonesi d’arte al ParCo• , in “Messaggero Veneto”, 30 giugno.
D. Schettini, • Gli artisti Poldelmengo e Negri con il maestro Nane Zavagno, in “Il Piccolo”, 12 ottobre.
Aperitivi in museo alla Spazzapan• , in “Il Piccolo”, 17 novembre.
Il complesso interparrocchiale del Sacro •Cuore a Reggio Emilia, in “Il Giornale dell’Architettura”, dicembre, n. 111, p. 17.
2013
D. Raffin, • Lo spazio che divide e che unisce, in “Chiesa Oggi. Architettura e Comunicazione”, n. 100, pp. 64-67.
La chiesa ideata da Raffin in mostra nella •capitale, in “Messaggero Veneto”, 4 maggio.
“Nuovo percorso” alla Spazzapan,• in “Il Piccolo”, 18 luglio.
Opere pubbliche / Public Artworks / Öffentliche Werke
150 / 151
Giavellotto / Javelin / Speer
2001 acciaio inox, vetro stratif icato / stainless steel, layered glass / rostfreier Stahl, geschichtetes Glas
cm 420 x 14 x 14
Vincitore del concorso per la realizzazione di un percorso di sculture lungo la riva destra del f iume Lemene, Portogruaro (Venezia)
Winner of the competit ion for the construction of a sculpture trail along the right-hand bank of the Lemene river, Portogruaro (Venice)
Gewinner des Wettbewerbs für einen Skulpturweg entlang des rechten Ufers des Flusses Lemene, Portogruaro (Venedig)
152 / 153
Area Battesimale / Baptismal Font / Taufbereich
2006-13 acciaio inox, ferro, vetro stratificato, vetro di Murano / stainless steel, iron, layered glass, Murano glass / rostfreier Stahl, geschichtetes Glas, Murano Glas
Vincitore, con l ’architetto Davide Raffin, del concorso bandito nel 2006 dalla CEI (Conferenza Episcopale Ital iana), per la realizzazione del complesso
parrocchiale della chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Baragalla (Reggio Emilia) / Winner, together with the architect Davide Raffin, of the 2006
competit ion organised by the CEI (Conferenza Episcopale Ital iana), for the construction of the parish church of the Sacro Cuore di Gesù in Baragalla
(Reggio Emilia) / Zusammen mit dem Architekten Davide Raffin Gewinner des Wettbewerbs für die Realisierung des Gemeindekomplexes der Kirche
Sacro Cuore di Gesù in Baragalla (Reggio Emilia), der im Jahr 2006 von der CEI (Ital ienische Bischofskonferenz) ausgeschrieben wurde
154 / 155
Scala / Ladder / Leiter
2009-10 acciaio inox, vetro, luce, acqua / stainless steel, glass, light, water / rostreier Stahl, Glas, Licht, Wasser
cm 420 x 180 x 90
Vincitore del Premio “In Sesto. Scultura e installazione nello spazio urbano” 2009, San Vito al Tagliamento (Pordenone) / Winner of the prize “In Sesto.
Scultura e installazione nello spazio urbano” 2009, San Vito al Tagliamento (Pordenone) / Gewinner des Preises “In Sesto. Skulptur und Installation im
urbanen Raum” 2009, San Vito al Tagliamento (Pordenone)
Promosso e organizzato / Promoted and organized / geFÖrdert Und organisiert
Con la Collaborazione / in Collaboration / in zUsammenarbeit
Con il sostegno e il PatroCinio / with the sUPPort and Patronage / mit UnterstÜtzUng Und sChirmherrsChaFt
Con il PatroCinio / with the Patronage / mit der sChirmherrsChaFt
Provincia di Pordenone
Associazione Culturale
don gilberto Pressacco
l’opera del primapoldelmengop
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l’opera
del
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